Più libri più liberi

Più libri più liberi

LIUCCIO GIUSEPPINO I Viaggi del Poeta
Cilento - venerdì 06 dicembre 2019
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Biblioteca © Unico Settimanale

Cornice dell'evento lo spazio architettonico più all'avanguardia d'Europa, "la Nuvola" di Massimiliano Fuksas, all'Eur. I numeri ne hanno esaltato il successo: 500 editori, più di 1000 gli autori, 550 gli appuntamenti. Parlarne è d'obbligo, anche perché erano presenti molti cilentani.

C'è da premettere, innanzitutto, che il libro resta sempre valido come strumento di cultura, anche se alcuni sociologi e politologi ne prevedono, di tanto in tanto, con superficiale leggerezza, la morte a breve. Io, invece, lo ritengo insostituibile per quel piacere quasi tattile di sfogliarlo, per il contagio d'amore nel sentirlo tuo, per la libertà che ti consente di riappropriarti, rigo per rigo, di riflessioni che, spesso, hanno bisogno di verifica nella rilettura, per il gusto di sottolinearne le espressioni più felici, per la confidenza di stropicciarne le pagine e violarne la verginità con le "orecchiette" che, spesso, lo trasformano in vaporosa fisarmonica. Ed infatti ha successo crescente a giudicare dalle ultime statistiche disponibili che registrano, in Italia, quasi 30.000.000 di lettori, con punte massime al Nord e nelle fasce giovanili. Il nostro Sud batte, come al solito, la fiacca, denunziando, anche in questo, un pauroso e preoccupante gap con il resto del Paese. Ed è un errore, che ne limita e ritarda la crescita non solo culturale, ma anche e, forse, soprattutto, civile e politica. E sì, perché è bene ricordare che libro ha la stessa radice di libertà, dal latino "liber". Più libri letti equivale ad un maggiore esercizio della libertà e, conseguentemente, della crescita nella consapevolezza della propria dignità di uomini e di cittadini, che hanno nelle loro mani il futuro dei destini propri, delle rispettive comunità e dell'intera società. Una casa editrice, che investe in risorse finanziarie ed umane, assolve ad una insostituibile funzione di fecondare cuore, anima e pensieri di generazioni da mettere a servizio della collettività. Certo ci sono libri più belli e meno belli, più validi e meno validi, ma nessuno è mai inutile, perché contiene, sempre e comunque, qualche spunto di riflessione utile a far scattare meccanismi di ulteriori approfondimenti. Colgo la felice coincidenza della Fiera Romana per un doveroso apprezzamento per il lavoro che svolgono gli editori del Cilento per la preziosa ed insostituibile opera di promozione culturale del territorio. E comincio con Giuseppe Galzerano che esercita la sua attività da circa 50 anni con serietà e rigore a Casalvelino Scalo, ma è conosciuto in Italia e all'estero. Il suo catalogo vanta quasi 500 titoli di cui venti e passa portano la mia firma. Di questi mi piace ricordare, tra gli ultimi, la terza edizione del "Viaggio nel Cilento" di Cosimo De Giorgi viaggiatore storico, geografo antropologo, pugliese di nascita, ma di caratura internazionale e l'ultimissimo, fresco di stampa "Nicola Capo - l'ideologo del naturalismo e nudismo spagnolo", di cui si è occupato di recente anche questo giornale. Il libro ricostruisce l'iter umano, culturale e politico e, contestualmente all'attualità del pensiero, recupera la memoria di un uomo, Nicola Capo, appunto, che, nato a Laurito, un paese del Cilento interno nel 1899 e morto a Barcellona nel 1977, ha lasciato un segno tangibile nella cultura europea. In Spagna i suoi libri sono ancora accolti con favore dal pubblico (alcuni sono addirittura alla trentesima edizione). Galzerano con il fiuto di intelligente operatore culturale ne riabilita con orgoglio identitario la memoria curandone vita, opere ed attività in un libro di gradevole lettura, che pubblica come editore e firma come autore. Analogo riconoscimento va dato ad Amedeo La Greca, storico rigoroso creatore del Centro di Promozione Culturale con sede ad Acciaroli, a Franco Ciociano, che alterna l'attività forense con quella di editore (Edizioni dell'Ippogrifo), ad Antonio Corbisiero, giornalista, titolare della casa editrice, "Il Grappolo". Tutti, hanno pubblicato bei libri sul Cilento. Ma quante battaglie per rompere le barriere della diffidenza e della ostilità di amministratori comunali, di imprenditori e di tutta la più vasta società civile per diffondere la lettura e, conseguentemente, la cultura. Ma il Cilento dei paesi è anche questo e temo che lo sarà ancora per molto. Purtroppo. Ma le case editrici sono, comunque, una straordinaria risorsa, per promuovere un futuro migliore per il territorio promuovendo CULTURA, CULTURA e ancora CULTURA.

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