Si vanti pure e gridi alto di Larissa la magnifica città di Filone il nome!

Filone (Larissa 159 a.C. - Roma 84 a.C) della città di Larissa che della probabilità ne fece ragionevole certezza…il mio canto!

GAETANO RICCO La Scvola di Atene
Cilento - mercoledì 19 febbraio 2020
Lettera aperta a Filone
Lettera aperta a Filone © web

“Filone afferma che, quanto al criterio stoico, cioè alla rappresentazione catalettica, le cose sono incomprensibili; ma quanto alla natura delle cose stesse, sono comprensibili”. (Sesto Empirico, Schizzi Pirroniani I)

Ed anche per te, maestro Filone, della città di Larissa, che della probabilità ne facesti ragionevole certezza, canterò il mio canto….per te che in silenzio sepolto tra i miei poco visitati libri di Cicerone pure covavi,maestro, nelle more di quello sconosciuto Carneade che venendo alla luce, come sai per quel tal curato di campagna, mi spinse alla lettera che ora per te che sorse la Quarta Accademia non può di rimando mancare e facendomi ardito ancora una volta mi voto e timidamente bussando vengo alla tua porta, maestro Filone, ricordando quanto nel “Brutus” scrive di te Cicerone:L'anno seguente Silla e Pompeo erano consoli; fu allora che Sulpicio, tribuno, prendendo la parola ogni giorno, conobbi a fondo la natura della sua eloquenza. Allo stesso tempo, il capo dell'Accademia, Filone, in compagnia degli aristocratici ateniesi aveva lasciato il suo paese a causa della guerra di Mitridate, ed era venuto a Roma: mi ero arreso completamente a lui, preso da un grande zelo per la filosofia; e ho indugiato con molta più attenzione in questo studio - che, inoltre, è stato trattenuto dal piacere che mi ha causato la varietà e l'estrema importanza dei soggetti - che sembrava essere scomparso per sempre dalla regolare organizzazione dei tribunali” e con te, maestro, vengo a Roma dove fondando la “Quarta Accademia” che non solo la tradizione ti attribuisce ma lo stesso Sesto Empirico nei suoi “Schizzi Pirroniani” ti assegna scrivendo : “di Accademie come dicono i più ce ne sono state tre: la prima e la più antica fu quella di Platone, la seconda, o di mezzo, quella di Arcesilao uditore di Polemone, la terza e nuova quella di Carneade e di Clitomaco. Alcuni ne aggiungono una quarta, quella di Filone e di Carmide, e altri una quinta, quella di Antioco” ti facesti maestro di una nuova via in risposta al “probabilismo” di Carneade da tanto infiammare il grande Cicerone da “arrendersi” ,come lui stesso ebbe a scrivere, completamente alla tua filosofia e facendosi di te allievo tutto condivise delle tue estensioni di cui positivamente caricasti il probabilismo di Carneade avviando in Roma, tu per prima, maestro Filone, quel futuro cammino virtuoso di riavvicinamento tra le tre grandi scuole postaristoteliche, che gli storici chiameranno “eclettismo” e che per te, maestro, non fu altro che un “atto dovuto” a quella comune ricerca della felicità che, pur nelle discordanze dei loro diversi presupposti teorici, fu di tutte e tre le scuole dello stoicismo, dell’epicureismo e dello scetticismo e quindi, come prova Abbagnano nel suo saggio sulla filosofia antica, di necessità “chiamate” a quella fatale riconciliazione che fu, maestro, il tuo nuovo ordine etico, Un ordine etico nuovo che condensando, conciliando, ripensando “criticamente “ ( chè questa è stata davvero la grande funzione storica dello scetticismo: suscitare la coscienza critica!) e scegliendo ( eklegein) anche talvolta oltre il rischio della semplificazione tornasti, maestro, a radicarti sulla prima e più antica radice platonica della “ragione” (chè anche per negare la ragione infatti bisogna ricorrere alla ragione!) che sulle orme del tuo maestro Clitomaco accelerando si farà oltre il “probabile” “ragionevole” e tanto…fu con la Grecia lo stupore ed il tuo pensiero che cadendo a poco a poco contro la tua scuola(le scuole greche erano considerate “ludus impudentiae” ovvero scuole di spudoratezza!) i preconcetti e le opposizioni dei conservatori ( tra questi, ricordiamo il vecchio Catone che intuendo il pericolo (sic!) ottenne dal senato che concluso l’affare per cui Carneade era stato mandato a Roma, fosse immediatamente invitato a lasciare la città, tanta …era stata infatti, sulla austera generazione dei severi tutori della tradizione romana, la paura che, in attesa di essere ricevuto dal senato, aveva, con i suoiragionamenti “sovversivi” intorno alla giustizia, un giorno contro un giorno a favore, Carneade provocato!) trionferà quello spirito nuovo che porterà poi tanti giovani romani assetati di sapere ad abbeverarsi alla copiosa fonte della filosofia che continuando poi abbondante a scorrere solenne in Roma si consegnerà persino alla gloria di un imperatore e sarà eterna! E così, maestro Filone, rinunciando alla ricerca di una propria verità umilmente ti affidasti a quella “Prima Accademia” che fu del grande Platone e pur continuando a credere nella natura catalettica del rappresentazioni, sicuro avanzasti per il “probabile” alla misura del “ragionevole” conquistandole l’ “evidenza” (enargheia) e ti facesti artefice di una scala di valori condivisi “ragionevoli” utili alla vita pratica e capaci di assicurare quella comune ricerca della felicità che per tutte le scuole postaristoteliche era stata il fine ultimo! E che tu nel coraggio e nell’abbandono del principio della “sospensione dell’assenso” che pure era stato fondamentale per la tua scuola, cercasti, maestro Filone, in quel nuovo concetto ovvero come tu lo chiamasti dell’”evidenza” delle convinzioni soddisfacenti che precipitandosi per quella discriminante ovvero “eclettica” scelta delle “ragionevoli” verità, avrebbe, nella vita pratica, potuto, con una nuova etica, permettere non solo di combattere le false dottrine ma anche di insegnarne delle nuove e... tanto fu il tuo “eclettismo” e la potenzapersuasiva della tua nuova dottrina che ancora una volta il nostro Cicerone scrivendo all’amico Attico del “peso” delle sue opere filosofiche, così si esprime: “mi costano poco fatica (le mie opere)per chè di mio ci metto solo le parole, che non mi mancano!” riconoscendosi segretamente non solo forse grande oratore ma in particolare tuo discepolo fedele maestro Filone, rinunciando alla ricerca di una propria verità umilmente ti affidasti a quella “Prima Accademia” che fu del grande Platone e pur continuando a ritenere le rappresentazioni di natura catalettica avanzasti per il “probabile” alla misura del “ragionevole” e conquistandole l’ “evidenza” (enargheia) ti facesti artefice di una scala di valori condivisi “ragionevoli” utili alla vita pratica e capaci, in osservanza di valori, di assicurare quella comune ricerca della felicità che sempre per tutte le scuole postaristoteliche era stata il fine ultimo dell’uomo!

E che tu nel coraggio e nell’abbandono del principio della “sospensione dell’assenso” che pure era stato fondamentale per la tua scuola, cercasti, maestro Filone, in quel nuovo concetto ovvero come tu lo chiamasti dell’”evidenza” delle convinzioni soddisfacenti che precipitandosi per quella discriminante ovvero “eclettica” scelta delle “ragionevoli” verità, avrebbe, nella vita pratica, potuto, con una nuova etica, permettere non solo di combattere le false dottrine ma anche di insegnarne delle nuove e... tanto fu il tuo “eclettismo” e la potenza persuasiva della tua nuova dottrina che ancora una volta il nostro Cicerone scrivendo all’amico Attico del “peso” delle sue opere filosofiche, così si esprime: “mi costano poco fatica (le mie opere) per chè di mio ci metto solo le parole, che non mi mancano!” riconoscendosi segretamente non solo forse grande oratore ma in particolare tuo discepolo fedele. E tanto fu dal nostro Cicerone ammirato quel tuo criterio di verità, che lodando con te, maestro, quell’antica troppo dimenticata eppure comune tradizione degli accademici e dei peripateci, così, con grande meraviglia, nelle sue “Tusculanae disputationes” esclamava :“ho sempre adorato il metodo dei Peripatetici e degli Accademici, che consiste nel trattare i pro e i contro di ogni materia; non solo perché è l'unico modo per vedere dov'è la probabilità, ma anche perché non c'è nulla di così adatto da praticare nell'arte della parola. Aristotele seguì per primo questo metodo e i suoi discepoli lo mantennero. Filone, che ha vissuto oggi e di cui ho sentito molto parlare, ci ha insegnato la retorica, la filosofia in un altro momento. Alla preghiera dei miei amici, ho fatto una tale condivisione del tempo libero che ho a casa mia a Tusculo. Oggi, come ieri, abbiamo dato la mattinata al parlare in pubblico; e siamo scesi all'Accademia nel pomeriggio, dove, mentre camminavamo, abbiamo filosofato”…. dichiarando (Cicerone)non solo il suo amore per te ma per la tua scuola ed in particolare per quel tuo criterio di verità che volto a “trattare i pro e i contro di ogni materia” con spirito critico e “costruttivo” si spingeva nella considerazione che“rimangono quindi tre teorie … in grado di difendersi e di apparire ammissibili “ alla ricerca di quella felicità che fu patrimonio di ogni scuola e che contestando, prova, il tuo discepolo Antioco “ma il nostro amico Antioco è davvero uno stoico, con un po’ di confusione nella lingua qua e là” di cui scriveremo e chè avendo paura di “lasciarsi scivolare in un'opinione dubbiosa, di agire come se lo sapessi e di dare la sua piena adesione quando non lo sapeva, il che è completamente contro i tuoi ( del maestro Filone) principi” per te, maestro, oltre “Aristippo che considera il corpo solo come se non avessimo un'anima eZenone che si attacca solo all'anima come se non avessimo un corpo” si incamminò per il sentiero della tua “ragionevole” verità che improvvisa si apre alla “virtù che grida” e porta “gli uomini alla divinità” consegnando maestro Filone, alla gloria il tuo nome e se…poi solo per le “Repliche” di Crisippo di Soli il mio antico maestro ti ricorda mancando all’epigramma e con lui nella sua “Scuola di Atene” anche quel tal gran maestro che prima che la morte lo cogliesse “Ordinò poi che de le sue facultà in Santa Maria Ritonda si re­staurasse un tabernacolo di quegli antichi di pietre nuove et uno al­tare si facesse con una statua di Nostra Donna di marmo la quale per sua sepoltura e riposo dopo la morte s’elesse; e lasciò ogni suo avere a Giulio e Giovan Francesco, faccendo essecutore Messer Baldassarre da Pescia, allora datario del papa”… non ti dolere chè il suo allievo bussa alla tua porta e oltre riparando si avanza e facendosi ardito viene alla tua porta e per te, maestro Filone, che della probabilità ne facesti “ragionevole” certezza, così fa cantare il suo epigramma: “Tu che della Quarta Accademia fosti il padre, figlio della Prima, maestro Filone, ti girasti indietro bevendo di Platone la sua ragione !

Questo, maestro, nei giorni del novembre uggioso l’amore accidioso… il fiore che ti porto!

(Chiusa nelle prime ore pomeridiane del giorno 14 novembre 2019)

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