IL GOVERNO DRAGHI HA OTTENUTO UN CONFUSIONARIO PLEBISCITO DI VOTI

In questo "plebiscito dolciastro" ci può essere una "torsione" della democrazia parlamentare.

Ennio Crescella Pensieri e Riflessioni
Cilento - sabato 20 febbraio 2021
I numeri della fiducia al governo
I numeri della fiducia al governo © web

Il governo Draghi ha ottenuto dal Parlamento una fiducia quasi bulgara, per cui ora, dopo questo "zuccherificio" di consensi, l'esecutivo ha il dovere di passare, in fretta, a validare le buone intenzioni e a far vedere i fatti concreti, in una realtà che vive fuori dalle retoriche parole del Parlamento. A differenza di moltissimi "pifferai magici," che sulla stampa e sulle televisioni, si adoperano a cospargere tonnellate di melassa sul governo, per portare già al cospetto dei cherubini e dei santi, un'ammucchiata colorata di partiti che non hanno niente in comune, se non l'interesse a tutelare i loro interessi, io resto realista ed aspetto di vedere il governo alle prese con la realtà dei problemi, perché la retorica delle parole, lascia il tempo che trova, se non riesce a trovare una risposta nei fatti. Qua non si tratta di essere pessimisti, ma solo realisti, perché il pessimismo, nega qualsiasi possibile risultato, mentre il realismo, aspetta possibili risultati, per poter dare un giudizio reale e obbiettivo ed io aspetto per poter giudicare. In verità, mi spaventa un poco, vedere in un sistema democratico, come il nostro, la quasi totalità della stampa e dei partiti politici, manifestare una totale compiacenza verso un governo non ancora all'opera, solo per il fatto che alla guida c'è un super banchiere, dal "curriculum esagerato" come Draghi, perché, in questo "plebiscito dolciastro" ci può essere una "torsione" della democrazia parlamentare. La fiducia va bene, ma deve essere sempre condizionata, la prostrazione non va bene e non va bene nemmeno la fiducia illimitata alla cieca, quando non sappiamo quali saranno i veri risultati dell'azione di governo. Aspettiamo almeno che passi la luna di miele e poi giudichiamo, perché si sa per esperienza, consolidata dal tempo, che i governi si devono giudicare dalle loro azioni concrete e non dalla liturgia dei loro programmi, scritti sulla carta, perché, molto spesso, i programmi sbiadiscono al contatto con la realtà della vita, in quanto la realtà, è il vero giudice di tutte le nostre azioni.

Lascia il tuo commento
commenti
Altri articoli
Gli articoli più letti