Domani, 16 ottobre, anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Una Mostra digitale e un  concorso nazionale per commemorare le persone vessate e uccise.

Domani, 16 ottobre, anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Una Mostra digitale e un concorso nazionale per commemorare le persone vessate e uccise.

“La memoria non è un atto dimostrativo, afferma il Ministro Bianchi, è un elemento di costruzione della libertà, che si basa sul principio di uguaglianza”.

Cilento - venerdì 15 ottobre 2021
Settimia Spizzichino
Settimia Spizzichino ©

Domani, 16 ottobre, anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Una Mostra digitale e un  concorso nazionale per commemorare le persone vessate e uccise.

Una Mostra digitale per non dimenticare: “I Giovani ricordano la Shoah”, promossa dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La mostra si è tenuta nella prima decade di ottobre, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943. Breve e incisiva testimonianza di Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta ai campi di concentramento.

“La memoria non è un atto dimostrativo, afferma il Ministro Bianchi, è un elemento di costruzione della libertà, che si basa sul principio di uguaglianza”.La più grande deportazione della storia d'Italia è avvenuta il 16 ottobre del 1943. Circa 1250 persone e, fra queste, 207 bambini. Tutti  furono portati via dal ghetto di Roma. Oltre mille ebrei  partirono e morirono poi nei campi di concentramento. Sopravvissero soltanto in 16, una sola donna , Settimia Spizzichino. Nell'edificio Casina dei Vallati al Portico d'Ottavia c'è ancora oggi una lapide in memoria di tutte le vittime. Settimia Spizzichino, romana, classe 1921. “..Settimia, scrive Marcello Pezzetti, ricorda la vita del quartiere negli anni precedenti alla guerra. Il padre commerciante vende ferramenta e materiali da costruzione a Tivoli, fino a quando le leggi razziali del 1938 lo costringeranno a chiudere l'attività. Le condizioni economiche cambiano e tutta la famiglia è costretta ad arrangiarsi. Il 16 ottobre 1943 durante il rastrellamento del ghetto viene  arrestata insieme al padre, la madre, e Giuditta. La sorella Gentile, fingendosi domestica, esce di casa portandosi via la figlia e la nipotina. Anche il padre nel tragitto verso il camion riuscirà a scappare. Vengono trasportate al Collegio militare. Lì trovano la sorella Ada con la figlioletta di 18 mesi, catturata mentre era in cerca del marito. Il 18 ottobre 1943 inizia il viaggio della deportazione che si concluderà il 23 dello stesso mese con l'arrivo ad Auschwitz. Scesa dal treno, la madre Grazia e le sorelle Ada e Rosanna vengono selezionate per la camera a gas; Settimia e Giuditta vengono invece assegnate ai lavori forzati. Ricoverata nell'ospedale del campo, Settimia viene poi trasferita al Blocco 10 dove viene sottoposta ad esperimenti medici come cavia. Qui apprende che anche il fratello Pacifico si trova ad Auschwitz. Uscita viva dagli esperimenti, le viene assegnato un lavoro presso la sartoria del campo. Nel gennaio del 1945, durante l'evacuazione del campo di Auschwitz, Settimia affronta la "marcia della morte" fino a Bergen Belsen. Il 15 aprile del 1945, giorno del suo compleanno, il campo viene liberato. Settimia Spizzichino farà rientro a Roma qualche mese dopo, insieme ad alcune compagne di prigionia”. Ottobre del 1943 è un mese che resta inciso nella storia dell’umanità. Il 16 ottobre 1943 è una data che gli ebrei romani non potranno mai dimenticare. Una data che segna la fine di un percorso iniziato nel settembre del 1938, quando furono promulgate le leggi razziali, quelle stesse che funsero da anticamera dei campi di concentramento. Il corso dell’esistenza nel ’38 mutò radicalmente. Dal 1938 gli ebrei in Italia dovevano diventare “invisibili”; “ufficialmente” gli ebrei non morivano più in Italia e venne posto veto anche della pubblicazione dei loro necrologi sui giornali. Intanto gli ebrei restarono visibili nelle liste; tuttavia rimasero facilmente identificabili, quando vollero strapparli con forza dagli affetti e per sradicare il proprio destino dalla terra romana. Oggi facciamo memoria degli ebrei vessati, uccisi. Oggi la scuola non dimentica, ma vuole ricordare. E lo fa anche con una Mostra digitale, Concorso nazionale e approfondimenti “I Giovani ricordano la Shoah”. Nell’ambito delle attività promosse dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il giorno 6 ottobre u.s. è stata presentata la mostra digitale “I Giovani ricordano la Shoah” alla presenza del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Noemi di Segni, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943. La mostra nasce con l'obiettivo di condividere una selezione dei numerosi lavori che hanno partecipato alle XIX edizioni dell'omonimo concorso nazionale e valorizza l'impegno, di insegnanti, studentesse e studenti, di tutto il territorio. Quest’anno ricorre la XX edizione del concorso nazionale “I Giovani ricordano la Shoah”, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, per educare le nuove generazioni al valore della Memoria e alla difesa dei diritti umani e dell’inclusività potranno mostrarsi attive nell’approfondimento dei diversi temi e dei diversi aspetti della Shoah e della Memoria tra cui il rastrellamento degli ebrei di Roma, Le pietre d'inciampo, La resistenza armata ebraica, il Porrajmos (lo sterminio di Rom e Sinti) e I Giusti tra le Nazioni.

Emilio La Greca Romano

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