Il turismo nel futuro della Kora Pestana

Come avevo promesso ritorno sulla Kora Pestana e sul Patto del Fiume Solofrone...

LIUCCIO GIUSEPPINO I Viaggi del Poeta
Cilento - domenica 13 maggio 2018
Cascata Solofrone
Cascata Solofrone © n.c.

Come avevo promesso ritorno sulla Kora Pestana e sul Patto del Fiume Solofrone, per diverse ragioni. Su questo tema, su pressione affettuosa e, credo, di stima, dopo anni ed anni di assenza e su sollecitazione anche dell’amica prof.ssa Daniela Di Bartolomeo, partecipai l’anno scorso alla Bit, a Milano, ed animai, insieme ad altri autorevoli amici, un interessante dibattito sul tema. Lo feci per ubbidire alle sollecitazioni di amici e perché ero convinto dell’importanza del tema. E lo feci con entusiasmo nonostante le mie precarie condizioni di salute, come ricorderà l’amica Daniela di Bartolommeo. A distanza di un anno e passa registro che quel progetto, che pure tanto entusiasmo aveva suscitato e tante speranze aveva acceso, è rimasto inspiegabilmente nel cassetto. E, cosa altrettanto grave ed inspiegabile, i tanti che erano stati coinvolti: amministratori locali, imprenditori e tutta la più vasta società civile non hanno avuto spiegazioni in proposito. Non ha avuto, di sicuro, nessuna spiegazione il sottoscritto, che pure era stato sollecitato in pubblico e in privato dall’allora sindaco di Giungano, Cav. Franco Palumbo, che era il referente del progetto. Un comportamento a dir poco inspiegabile e, per quello che lo conosco non in linea con carattere, forma mentis, e formazione civile pubblica e privata del personaggio. Ed è strano dover registrare che anche il Cavalier Palumbo si è dimostrato inaffidabile sul piano degli impegni pubblicamente assunti. Si dirà che dopo pochi mesi, il Cavaliere diventò sindaco di Capaccio Paestum. Ma questo non giustifica, ma, se mai, aggrava ancora di più, l’inspiegabile comportamento, tenuto conto che il sindaco di Capaccio Paestum era parte integrante di quella progettualità. Fra qualche mese, o giù di lì, il Comune di Giungano sarà impegnato nelle elezioni amministrative per il rinnovo di sindaco e Coniglio Comunale. Spero tanto che i candidati, tutti i candidati, riprendano quella progettualità, che è agli atti del Comune e si battano con decisione, determinazione e rinnovato entusiasmo per realizzarla con o senza l’assenso del Cavalier Palumbo, per due ordini di motivo: 1) uno perché il progetto è valido: 2) perché, se realizzato, non solo solleverebbe le sorti economiche civili e culturali della Kora Pestana, ma eliminerebbe anche uno sgarbo comportamentale, pubblico e privato, commesso dall’allora sindaco di Giungano nella pienezza delle sue funzioni. Ed è uno sgarbo che pesa.

Per Kora Pestana si intende, comunemente, quel territorio che dalla pianura trasmigra verso le colline e, su su, le montagne, che hanno subito l’influenza culturale, civile ed economica di quello straordinario punto di approdo e snodo di civiltà, che fu Paestum, sulle rotte del Mediterraneo. Pertanto c’è stato nel corso dei secoli della storia, e c’è ancora, un rapporto di dare ed avere tra Poseidonia/Paestum e Ogliastro, Cicerale, Giungano e Trentinara , lungo il bacino del Solofrone, da un lato, Altavilla, Albanella, Roccadaspide, lungo il Calore, dall’altro. La mia riflessione di oggi verte su quello del Solofrone, dove si vola alto con il progetto di ampio respiro a proiezione di futuro: IL PATTO DEL FIUME. Onore al merito ai sindaci che lo hanno varato su intuizione e input del loro collega di Giungano Francesco Palumbo. Si tratta, comunque, di due bacini, che hanno storia e storie, dense di prismatica ruralità, di creatività artigianale, di folclore ricco, vario, colorato, caldo di profonda umanità nel rispetto della sacralità e della cultura dei luoghi. È l’humus ideale per far nascere, crescere e sviluppare “Il turismo del futuro”, innestato sulla innovazione, sulla originalità della offerta, che rifugge dalle formule stantie e desuete della promozione usurata. Nella pratica del turismo, infatti, non interessa più l’andare ALTROVE, ma lo stare ALTRIMENTI e, quindi, COME e con chi si sta e COSA si fa, come sostengono acutamente gli studiosi dei fenomeni sociali. Di qui la necessità di QUALIFICARE, DESTAGIONALIZZRE, DIVERSIFICARE l’offerta della vacanza, FACENDO RETE con una PROGETTUALITÀ di COMPRENSORIO. Ricordo a me stesso che sono oltre cento milioni in Italia, in Europa e nel mondo i TURISTI, che i sociologi definiscono CONSAPEVOLI, che cercano una giornata al mare, pulito ed attrezzato, nella buona stagione, o una escursione tra i monumenti di pregio e specificità ambientali, nella bassa, un pasto di qualità a base di tipicità territoriali in un ambiente accogliente, un concerto o una serata letteraria in un contenitore di prestigio. Paestum e, soprattutto, il vasto territorio della sua Kora potrebbero soddisfare appieno queste esigenze se solo si attrezzassero al meglio. Ed è per questo che la città e tutto il territorio circostante nel suo insieme si deve dare uno “stile di vita” all’insegna della cortese eleganza, con sobrietà e senza ostentazione, con naturalezza e disinvoltura, senza sbavature, con semplicità e spontaneità. E l’ospite deve sapere, cogliere e sentire che tutto questo è connaturale ai Pestani. E nel territorio, lungo il Solofrone, ci sono tre punti forza su cui puntare: LA VIA DELL’AMORE ed IL VOLO, a Trentinara; SPARTACO e IL MUSEO DELL’ARTIGIANATO, a Giungano; La DIETA MEDITERRANEA, che, sull’onda della grande cultura mitologica io ho ribattezzato IL CIBO DEGLI DEI lungo tutto il percorso del Solofrone da Giungano alla foce. Ed è proprio alla figura di SPARTACO ha fatto riferimento il sindaco di Giungano per dare visibilità, voce, protagonismo al riscatto delle zone interne a dimostrazione che sono le “idee che muovono il mondo” prima e più delle risorse economiche, perché esse stesse sono una risorsa incommensurabile, perché mettono in moto cuore anima e pensieri dell’uomo. Spartaco per la portata rivoluzionario del nome potrebbe essere e, forse, sarà il logo della Kora Pestana. Inoltre, Giungano, dispone di un contenitore di assoluto prestigio, fresco di restauro piuttosto recente: il Convento Benedettino, dove sarà sistemato, pare, il MUSEO MERCATO PERMANENTE DELL’ARTIGIANATO DELLA KORA PESTANA. Lungo il corso del Solofrone, a destra e a sinistra, si stende una notevole parte di pianura, fino alla foce tra Paestum ed Agropoli, che da secoli è terra di agricoltura di qualità e di prodotti di eccellenza: gli uliveti dal fogliame bigio, i vigneti di geometrica fattura, i coltivi dove un tempo ondeggiò d’oro il mare delle spighe, o, il tabacco a foglie larghe, o i fagioli al palo, i pomodori a siepe, i ceci vanitosi di fiori colorati i meloni gialli e i saporiti bianchi “vernini”, le angurie rosso fuoco. E il fiume che scorre pacioso, narra di latifondisti arroganti, di lotte eroiche di braccianti al grido disperato di “pane e lavoro”. Ma a spulciare la storia antica e le avvincenti leggente dei miti qui nella pianura da Giungano ad Agropoli, o sulle colline, a destra e a sinistra del bacino del fiume, noi cilentani, qui nati, abbiamo l’orgoglio di andare quotidianamente A TAVOLA CON GLI DEI: Cerere, Cibele e Demetra, dee del grano e dei cereali, ci inebriamo con Dioniso/ Bacco, tracannando brocche di vino robusto, sangue della Magna Mater Terra, ragioniamo con saggezza con Minerva/Atena, che regalò nome e ulivo alla civiltà del Mediterraneo, di cui siamo figli ed eredi, ci esaltiamo con Artemide/Diana, che ci feconda di bellezza, perché fu pronuba d’amore fra il giovane pastore Aci e la bellissima ninfa Galatea, antesignani dei tanti Aci scesi dai monti dell’interno alla pianura a margine di mare per le strade della transumanza, incontrarono la loro Galatea, dando vita alla primo meticciato del mondo antico nelle nostre zone, e rievochiamo la storia/mito dei “sicofanti”, gustando i fichi zuccherini dell’intero territorio sotto lo sguardo divertito e la bonarietà protettiva e tollerante di Pan e Sileno qui dove nacque una nuova generazione nel segno della ibridazione. Forti di questa storia e di queste tradizioni noi abbiamo la consapevolezza e l’orgoglio di nutrirci del CIBO DEGLI DEI, di cui siamo privilegiati commensali quotidiani. A questo banchetto di cibi genuini, ricchi di grandi valori, noi invitiamo i turisti che verranno a stupirsi della nostra BELLEZZA, che porta nel DNA la sacralità degli dei. Ne siano consapevoli, amministratori locali, operatori economici, società civile e, soprattutto, i giovani. E gridino tutti l’orgoglio di identità e di appartenenza con i versi del grande Euripide. “Dimentica la differenza, troverai l’identità. Unisciti al gruppo e sarai felice”.

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