A Menotti Lerro fondatore del movimento empatico

A Menotti Lerro fondatore del movimento empatico

Ed oggi sono qui a lodare il solitario “viandante della poesia” che contro l’incuria del nostro tempo, osa con tutte le arti di ri-piantare in questo nostro “liquido” mondo per la poesia una speranza.

GAETANO RICCO La Scvola di Atene
Cilento - martedì 03 ottobre 2023
Menotti_Lerro_e_Alessandro_Serpieri
Menotti_Lerro_e_Alessandro_Serpieri © Rainermaria27

 

 

Si vanti pure e gridi alto di Menotti Lerro la magnifica città di Omignano (Sa) il nome!

 

A Menotti Lerro (Omignano, 22 febbraio 1980) che “della Poesia con le Arti ne fece “Movimento” e vanto … il mio saluto!

 

epigrafe

Il nostro millennio sta entrando nella terza decade, ed è tempo di costruire insieme una visione del mondo all’insegna della bellezza e dell’armonia. L’interdisciplinarità e l’idea di “Artista totale” … si pongono come base per afferrare le “frammentarie verità” di questo periodo storico che, mai come adesso, necessita della figura dell’Artista come guida... animate da un fondamentale sentimento comune: l’empatia”.

                                            (Menotti Lerro, exIl Nuovo Manifesto sulle Arti”)

 

Ed anche per te, maestro Menotti Lerro, della città di Omignano (Sa), che “della Poesia con le Arti ne facesti “Movimento” e vanto… canterò il mio canto!

Cadde una goccia nel deserto e fu il mare con il tuo Movimento Empatico, maestro Menotti, a chiamare le Arti a simposio, chè uno è l’artista, dicevi e uno il destino  con la tua “Piramide Empatica” a raccogliere in tondo i nostri paesi ed avviare del Cilento il riscatto. Accorgersi infatti che in un tempo sempre più piegato al relativismo di un “pensiero debole” in cui cadendo ogni certezza cresce di contro e si alimenta il dinamismo selfistico dei social spingendo sempre più Narciso verso il pozzo e constatare con amarezza che la poesia, prima vita aurorale di un popolo, sembra relegata in una angusta ed inaccessibile nicchia, lontana dal sentire comune, e trovare, ed è il tuo movimento, un seme gettato con ostinazione di vello profetico da un sognatore irriducibile in questo campo, in cui da troppo tempo anche le dinamiche sempre più globali stanno facendo rapidamente cambiare molte cose, favorendo a passi lunghi sempre più l’afflizione di noi stessi, radica ed attecchisce e germoglia è cosa meravigliosa, strana eppure feconda, se ancor giovane di anni, il tuo “Movimento” risuona e si orna già di tanti “maestri”, ancorchè tutti grandi stabilmente assidendosi nel panorama culturale non solo italiano ma internazionale. Le sue radici son già tanto profonde che non manca la sua potenza di attrarre proseliti ed anch’io che talvolta frequentai i tuoi luoghi, maestro, già da tempo l’ho eletto a mio conforto, come discepolo davanti alla “tenda” mi iscrissi ad ascoltare il maestro. Ed oggi sono qui a lodare il solitario “viandante della poesia” che contro l’incuria del nostro tempo, osa con tutte le arti di ri-piantare in questo nostro “liquido” mondo per la poesia una speranza. Perché, si ricordi,  ammoniva il grande filosofo, il linguaggio e dunque la parola di cui la poesia è signora “non è un aspetto secondario, derivato dell’esperienza, ma è il modo stesso attraverso il quale l’uomo può fare esperienza del mondo” e se continuando il Nostro dunque per il linguaggio “l'uomo non può che abitare poeticamente il mondo” allora, eretta dal tuo Movimento Empatico la “Repubblica dei Poeti”, maestro, non sarà come  qualcuno pure ha scritto la bellezza ma la Poesia a salvare il mondo. Da sempre, in verità, nella sua accezione più originaria il termine “poiesis” non ha significato solo fare o produrre ma, ci istruirebbe il filosofo, altrimenti anche “portare alla luce quello che era nascosto” ovvero un cammino di “disvelamento dell’essere” che altro non è che la nostra stessa ricerca della verità, quel il riconoscimento, continuerebbe il filosofo, consapevole e responsabile del nostro “essere nel mondo” non come semplice esistenza “hic et nunc” ma come il “progetto” possibile di una possibilità che indipendentemente da noi ci è stata data e che muovendo non dalla fuga ma dell’anticipazione della morte, possa, nel  rammemorarsi del suo essere, ritrovare l’essenza vera della sua stessa vita. Ovvero quella esistenza “autentica” che  altrimenti vissuta nel banale “gioco balordo degli incontri e degli inviti” potrebbe rendercela “una stucchevole estranea”. E dunque avanti, maestro, per la strada della poesia e dell’arte e non più vittime di un tempo ingrato ma artefici di noi stessi osiamo e come il “viator” del “dottore sottile” che sulla via di se stesso si mise già molti secoli fa, muoviamo verso questa tua nuova città e sia la tua “Repubblica dei poeti”, dove l’animo “empatico” si fa casa, la nostra dimora. E novelli “cittadini” fatti operosi nella tua “vigna” con “l’artista totale” che tu, maestro, dici abita in ognuno di noi travalicheremo i confini “dell’oblio dell’ essere” e di contro al “pensiero calcolante” che si fa al nostro tempo ultimo dio opporremo il nostro “pensiero rammemorante” e bagnandoci, in spirito di “catecumeni, nella fresca fonte di Mnemosine, rinasceremo, novelli monumenti votati all’essere, ad una vita vera ed autentica e la poesia con tutte le arti, come tu vuoi, maestro, abiteranno per sempre con noi. E sarà l’abitare un “segreto raccoglimento solo” dove il mistero profondo della nostra vita ritrovata ci farà “proferire cose cui credere non è vano”. E nella noia di un “giorno inutile”, come d’incanto, al nostro “male di vivere”  accadrà che la poesia “da un malchiuso portone / tra gli alberi di una corte” ci mostrerà “i gialli dei limoni e il gelo del cuore si sfa” e figli di “nuova Gerusalemme” ci ritroveremo insieme e  come di una sposa adorna per il suo sposo” verrà il nostro giorno migliore e sarà, maestro Menotti, “empatia”  la tua città. Una città dove bandito ogni machiavello e con la “tecnica”, si tema, che non ha né scopi né fini ma solo produttività, efficienza ed utilità, tornata nuovamente ad essere strumento e non  “mondo”, come ci avvisa il filosofo, solo vi regneranno le arti a convito e nessuno che non osi e combatta e di se stesso vinca la “superbia” prevarrà perché di contro in questa città siederanno “legislatori che nessun avventuriero può ingannare ed … è molto raro e difficile che qualcuno venga iscritto” se non rivolto per le arti il suo impegno non si voterà al miglioramento di sé e degli altri, cosciente che “frequentarla” continua il poeta, significherà “essere di diritto Cittadino delle città delle idee”. Non più servi o padroni ma novelli “custodi” elevati alla salvaguardia ci ritroveremo “pastori dell’essere” e saremo noi per sempre il “demone” che il dio ci assegnò.

Lodiamo dunque chi per essa, in questo tempo lastricato dalla finanza e dall’economia, ci ha donato questo movimento e costruito per noi che incerti nel buio camminavamo nelle ombre morte dell’essere, questa nuova città e impariamo ad amare, con la “Repubblica dei poeti”, la parola che “dice e non dice ma tutto svela” e muoviamo alacremente i nostri passi chè il tempo è venuto e se ancora “gettati nel mondo” costretti oltre la nostra volontà ad agire fu il nostro primitivo destino, pure la meta è vicina e un nuovo destino, per il Movimento, ci attende. Ed io, che della tua “Repubblica dei poeti” con le leggi ne approvai gli intenti e tu tra i tuoi “maestri empatici” volesti assegnarmi uno scanno, io lodo ancora una volta il tuo “genio” e ti consegno per sempre alla storia di questa nostra amata terra, dove un dì, prosperando con quella di Paestum la scuola di Elea, il nostro Cilento, che tanta ricchezza ancora nasconde, travalicò i suoi confini e si impose al mondo.

E se poi del nostro tempo speso in “Poesia” qualcuno dirà “paglia”, come già Filippo davanti al suo Signore, anche tu riponderai “mihi sufficit” e basterà, chè un solo uomo nella Bibbia liberò un popolo.

Questo, maestro, il mio epigramma per te: E se Elea vanta canta in alto il tuo “Movimento” il tuo nome! 

Questo, maestro, nei giorni del settembre ombroso l’amore e il fiore che ti porto!

Chiusa, nelle ore ultime ore antimeridiane di lunedì 2 ottobre dell’anno del Signore 2023.

 

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