Autore: Vito Pinto

Da una imprecisata notte di Natale di circa 300 anni fa, il popolo cristiano, nella notte divina, canta “Adeste fideles”, venite fedeli, a gioire avanti alla capanna di Betlemme dove è nato il Re degli Angeli. E fu un accorrere di pastori che erano a guardia dei loro greggi, di persone umili divenute personaggi per una narrazione straordinaria, unica, come Benino (il giovane pecoraio dormiente) il pastore della “maraviglia”, Cicciobacco, Erode, la banda musicale dei mori, e tutto quel mondo nato dalla fantasia napoletana che si appropriò del presepe come se fosse una invenzione fatta in Via S. Gregorio Armeno.…

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Due anni e mezzo fa, il 19 maggio 2018, nel corso di una significativa cerimonia presieduta dall’Assessore alla Cultura e Turismo di Cetara, Angela Speranza, il professore Adriano Caffaro, emerito dell’Università di Salerno, donò al locale Museo d’arte, collocato nell’antica, restaurata Torre “saracena”, dodici opere serigrafiche sulla pregiata carta a mano di Amalfi (carta bambagina) di altrettanti autori salernitani. Una donazione che il Caffaro compiva con “entusiasmo e commozione”, per impreziosire la sala polifunzionale intitolata al prof. Mario Benincasa, «intellettuale sensibile, attirato dalle cose essenziali dell’esistenza e dei valori fondamentali della vita umana». Le opere erano tutte dedicate ad aspetti…

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E’ chiamato Vicolo Giudaica quel tratto di stradina stretta che dalla chiesa di Santa Lucia sfocia avanti alla chiesa di S. Agostino. Il suo nome, quel vicolo, lo deve alla presenza, nel Medioevo, di numerose attività commerciali di ebrei, i Giudìa, come allora si diceva. E il nome è rimasto anche per ricordare che alla regola sanitaria della prestigiosa Schola Salerni, avevano contribuito anche medici ebrei, insieme a luminari latini e arabi.Già alla fine degli anni ’50 del secolo appena passato, a metà di questo vicolo era la bottega di Fortunata Notini, donna minuta, dall’indole buona e gentile, capelli d’argento…

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Lo slargo della via che conclude il Corso centrale di Vietri sul Mare e si apre sull’inizio di strada e il panorama della Costiera Amalfitana, è stato da sempre chiamato Piazza, dedicata una volta al sommo poeta Dante e successivamente (forse per ragioni politiche) intitolata a Giacomo Matteotti. In paese, però, è da tutti conosciuta, da sempre, come “fore ‘u forte”, cioè fuori al forte, perché si dice che lì vi fosse una difesa fortificata ad affaccio sul mare.Su un lato di questa piazza, allineate a pilastri maiolicati con le arti e i mestieri vietresi, sostavano le carrozzelle pronte a…

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Non ce ne siamo accorti, ma nel commemorare, in questi giorni, l’ultimo terremoto avvenuto in questo nostro territorio meridionale, che comprende l’Irpinia e buona parte del salernitano, constatiamo che sono trascorsi quarant’anni: una eternità vista in futuro, una inezia vista al passato. Tempus fugit! avrebbero detto i nostri antenati latini. Anni trascorsi in una quotidianità che spesso ha assorbito mente, cuore, energie di ognuno di noi per vivere e, a volte, anche sopravvivere alle avversità della vita che, guarda caso!, non mancano mai nella esistenza di noi meridionali. Ultima questa pandemia (“il ritorno” come la popolare trasmissione de “I soliti…

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Era il 3 agosto 1913 quando il Comune e i cittadini di Amalfi donarono la bandiera da combattimento al Regio Incrociatore, che portava il nome dell’antica Repubblica marinara. In una nota esplicativa si legge che la bandiera tricolore è “costituita da un solo pezzo di seta finissima” appositamente realizzata da una filanda di Como, attualmente gelosamente conservata nel Museo Municipale di Amalfi. Al centro riporta lo stemma sabaudo che fu eseguito a ricamo dalla suora amalfitana Stefanina Merola delle Figlie della Carità nel convento di Materdei a Napoli.Per ben otto anni la bandiera sventolò sul pennone alto della nave facendo…

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Era il 1917, l’anno della Rivoluzione d’Ottobre in Russia, quando a Positano giunse Pablo Picasso, al seguito dei famosi Balletti Russi di Sergej Djagilev. Portato in questa compagnia dal suo amico Jean Cocteau, Picasso stava lavorando ai costumi e scenografie dello spettacolo “Parade”, del quale coreografo e primo ballerino era Leonid Mjasin, con il quale l’artista spagnolo instaurò subito una intensa amicizia, tanto che, rapito da quella figura giovane ed esile, tesa alle movenze della danza, emaciata e dal volto intensamente pensoso, realizzò il suo “Arlecchino” nell’autunno del 1917, ritraendo l’amico Mjasin. Con loro arrivò tutta una schiera di artisti,…

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Se può essere difficile parlare di Amalfi perché si è già scritto tanto, e forse tutto, può essere nel contempo facile se solo si osserva quanto, tra dedali di vicoli e avvolgenti scalinate, si conserva di mito, leggenda storia e storie di mare e di terra, amore e amori, intrighi politici, scaltrezza, sagacia, intelligenza di dominare con il commercio più che con le armi, di imporsi come faro tra le barbarie del medioevo. “Domina il mare e sarai ricca; serbati libera e diventerai grande” dice una leggenda riferita alla ninfa Amalfia.Ecco come Amalfi viene descritta in un manoscritto della seconda…

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È certamente il paesaggio immaginifico della Diva Costa, l’ospitalità della gente che vi abita, l’atmosfera particolare, tiepida, affabulante, che ti prende, coccola, rapisce i sensi e sa solo sussurrare “amami”, a favorire un amore intenso cui non sono sfuggiti personaggi celebri della letteratura, dello spettacolo, dell’arte. Basti ricordare l’idillio, a volte “vivace”, tra Roberto Rossellini e Anna Magnani al fiordo di Furore, di Greta Garbo e Leopold Stokowsky, nonché di Maurits Cornelius Escher e Jella Umiker a Ravello, di Irene Kowaliska e Armin T. Wegner, di Andreina Pagnani e Alberto Sordi ambedue a Positano.E poi c’è l’amore tra Osvaldo Valenti…

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«Per dare un titolo a quell’avvenimento, bisogna chieder aiuto alla cinematografia: “Quel pomeriggio di un giorno da cani”. Così fu nella realtà. Siamo nel 1947. Un ladro si fa rinchiudere in chiesa e di notte ruba l’oro della Madonna; poi insalutato ospite fugge. Lascio immaginare l’amara sorpresa capitata allo sbigottito sagrestano quando andò ad aprire la chiesa di buonora per preparare il tutto per la Messa delle ore 6. Non ricordo se ci furono suoni di campane che chiamassero a raccolta il popolo per metterlo al corrente del fatto. Di sicuro posso assicurare che la notizia era immediatamente rimbalzata in…

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Vi è stato un tempo in cui le nostre contrade, e i mezzi pubblici che le collegavano, erano frequentate da un personaggio familiare e amato da tutta la gente. Era il frate di cerca, un fraticello per lo più francescano, senza ordinazione sacerdotale, che aveva scelto di essere al servizio dei suoi confratelli, per i quali chiedeva l’elemosina, qualche spicciolo o qualche altro dono che potesse servire al sostentamento loro e del convento.Un frate francescano era particolarmente conosciuto e amato dalla gente della Costiera Amalfitana. Era fra’ Ludovico di Nardo del Serafico Convento di Ravello”. Per ben 55 anni, ogni…

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È una lunga teoria di gradini e piccoli camminamenti in salita il percorso che, dall’ultima casa in alto di Praiano, porta alla chiesa di Santa Maria ad Castra, sospesa su quella parte del golfo di Salerno che racchiude una visione immaginifica tra Punta Campanella, a raccolta delle isole de Li Galli e protesa verso la sognante Capri, e lo spuntone di Capo d’Orso, mentre lo sguardo si allunga alla dirimpettaia ansa di Costa del Cilento ove resistono nella storia la greca Paestum e la filosofica Elea. Sotto, tra verdi macèri digradanti, sono le bianche terrazze di Praiano raccolte intorno alla…

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