Il concetto di gestione delle risorse umane, spesso, si associa all’idea di amministrazione del personale, nel senso più freddo e burocratico del termine. In effetti, questa professione ha molto a che fare con gli aspetti più meramente amministrativi, tipici di un passacarte. Tra contratti, buste paga, parcelle, fatture, F24, tasse e questioni legali, c’è una componente legale e finanziaria non indifferente da rispettare.

Nelle piccole e medie imprese, soprattutto se a gestione familiare, questo ruolo coincide tante volte con la segreteria amministrativa, una sorta di figura jolly che affianca l’amministratore o il direttore, negli aspetti più meccanici dell’amministrazione, il disbrigo delle pratiche appunto.
Oltre questa accezione del ruolo, che si staglia nelle imprese più piccole, dove ciò che conta è rispettare tutti i passaggi normativi nella gestione delle risorse umane, in realtà, c’è un mondo.
Passando al gradino superiore, anche riguardante le medie imprese, un po’ più strutturate e, ancor di più, nelle grandi aziende e multinazionali, la gestione delle risorse umane, insieme al comparto vendite, è probabilmente uno dei settori più cruciali per il successo aziendale.
A questo livello, di fatto, non si parla quasi più di lavoratori, ma di talenti, persone altamente motivate a svolgere la loro professione e che lo sanno fare benissimo, al punto da essere persino insostituibili all’interno del business.
C’è però una questione che da sempre rappresenta un cruccio per gli imprenditori, riuscire a trattenere questi talenti all’interno dell’azienda, poiché spesso sono veri e propri detentori di conoscenze, segreti, processi unici che potrebbero replicare altrove, magari in realtà imprenditoriali che propongono loro condizioni più allettanti.
Come fare in questi casi?
Ecco che entra in gioco l’HR manager, con tutto il suo staff di gestori delle risorse umane, un ufficio che parte dagli aspetti amministrativi, ma si evolve fino a toccare tutti i comparti dell’azienda, ponendo la persona al centro del business, al primo posto nella mente dei Manager, con lo scopo di creare un attaccamento alla maglia come pochi.
Ad alti livelli, quella della ritenzione dei talenti, potrebbe trasformarsi in una vera e propria gara tra aziende e a chi riesce a proporre i migliori benefit, le condizioni di maggiore appeal, la retribuzione più alta.
L’HR Manager è colui che scava a livello profondo nella psiche dei collaboratori, per cercare di appagare quelli più competenti nel modo migliore, così da trattenerli più a lungo possibile in azienda e smontare ogni desiderio di cambiamento.
La gestione delle risorse umane, allora, si occupa di molti altri aspetti legati al benessere dei dipendenti, alla loro motivazione, alla condivisione della mission aziendale, attraverso la costruzione di un ambiente di lavoro sano e competitivo, al tempo stesso.
Dai fringe benefit fino ai più fantasiosi premi per i dipendenti più performanti, dalle campagne di comunicazione interna fino allo smart working, ognuna di queste iniziative deve essere opportunamente calibrata all’interno dell’ufficio HR, sotto la diretta responsabilità del Manager.
Va da sé, che con un livello di complessità così elevato, le figure coinvolte siano diverse, ognuna col suo grado di responsabilità e competenza. Si potrebbe spaziare dal semplice ragioniere, all’avvocato, per le questioni più burocratiche, fino a psicologi del lavoro e comunicatori, ma anche architetti, per la parte più “ludica” legata al benessere dei collaboratori.
In tutto ciò, il Manager, si posiziona come la figura centrale e di coordinamento, quella che deve possedere conoscenze e competenze trasversali, capace di coordinare questa squadra come un vero direttore d’orchestra.
Un quadro descritto in questo modo apre numerose prospettive di carriera, per qualunque professionista si occupi di risorse umane, semplicemente ampliando vedute e conoscenze.
Anche un amministratore, uno psicologo, ad esempio, possono puntare a ruoli manageriali, dopo anni di esperienza nel settore e con le giuste competenze.
Esistono molti modi per accelerare la carriera e riuscire a raggiungere il vertice, ma certamente, quello che ancora permette di scalare le posizioni aziendali è il famoso pezzo di carta.
Nel settore privato, di fatto, si dà molto peso alla formazione continua, alla voglia che ogni professionista ha di crescere a livello personale e professionale e l’unico modo per dimostrare questa volontà è frequentare corsi di alta formazione, ampiamente riconosciuti nel mondo aziendale e con una valida rete di imprese e professionisti che lo sostengono.
I master HR di 24ORE Business School rispondono perfettamente a questa esigenza, poiché sono in grado di soddisfare pienamente le esigenze delle imprese, formando professionisti aggiornati, competenti e specializzati.
Nata dalle imprese, per le imprese, 24ORE Business School è una scuola che sa stare al passo con i tempi, mutuando le strategie più efficaci di gestione del personale e ritenzione dei talenti, a livello mondiale, implementandole in un percorso fortemente orientato al lavoro e alla pratica.
Attraverso metodologie innovative, che pongono al centro il fare a discapito della mera teoria, ogni studente può apprendere direttamente sul campo quelle skill necessarie a proporsi come professionista di alto livello.
Esistono diverse formule di master, da quelli part time, adatti a professionisti già avviati, fino a quelli full time, perfetti per chi vuole dare un boost alla propria carriera o affacciarsi per la prima volta al mondo del lavoro.
In ogni caso, con una valida preparazione opportunamente certificata, ogni professionista ambizioso può arrivare a ricoprire il ruolo di manager delle risorse umane, certo di svolgere un lavoro stimolante e altamente gratificante.