Idee e sfide per una rinascita politica, economica e sociale del territorio
I candidati scaldano i muscoli accingendosi ad entrare nell’agone elettorale. È tempo di consensi da raccogliere, cercando di smuovere un clima di sfiducia dilagante nell’astensionismo, al punto da essere diventato di gran lunga il primo partito.
Sconfortanti sono anche i dati economici, demografici e occupazionali, evidenti segni di come la politica non sia riuscita ad arginare un declino ormai strutturale.

Politica e rappresentanza: tra discontinuità e improvvisazione
Sorgono come funghi uffici e comitati elettorali, segno tangibile di una presenza episodica e discontinua dei partiti, non più intesi come incubatori di idee e di classe dirigente, ma ridotti a semplici “talent show” per aspiranti candidati, spesso cooptati non per capacità e merito, ma per logiche di affiliazione e familismo.
Non mancano ambizione, improvvisazione e narcisismo velleitario in una contesa elettorale tra le più difficili, sia per il sistema elettorale sia per l’ampiezza dei collegi.
Le urne decideranno chi andrà a comporre il nuovo Consiglio Regionale, depositario di competenze cruciali in sanità, turismo, agricoltura e trasporti: settori strategici e vitali per il futuro del territorio, nei quali il Cilento è stato spesso penalizzato e sacrificato da scelte che hanno avvantaggiato altre aree.
Volare alto: sanità, servizi e dignità
È bene che candidati e sostenitori siano consapevoli di questa sfida e che non riducano la contesa a un’effimera passerella, quasi fosse un format da social network.
È giusto e legittimo rivendicare pari dignità e servizi sanitari ospedalieri che garantiscano il diritto alla salute, oggi mortificato da tagli punitivi e da uno scaricabarile tra Governo e Regione, che finisce per penalizzare il Servizio Sanitario Nazionale a vantaggio dei privati.
Economia reale e agricoltura di qualità
Il Cilento, oltre ad essere un territorio di pregio paesaggistico e naturalistico, possiede enormi potenzialità nel settore agroalimentare.
Le colture di qualità rappresentano una straordinaria opportunità di rilancio economico e occupazionale, apprezzate non solo per il valore gastronomico ma anche per i benefici nutrizionali riconosciuti a livello scientifico.
Turismo da ripensare
Ripensare l’offerta turistica, oggi condizionata da una stagionalità estiva troppo breve, consentirebbe di creare ampie sinergie con settori come il benessere, la sentieristica, il turismo sportivo e gastronomico.
Solo un approccio integrato e sostenibile può garantire al Cilento un flusso turistico continuativo e non episodico.
Infrastrutture e trasporti: la spina dorsale dello sviluppo
Le infrastrutture e i trasporti dovranno essere un settore strategico per il futuro.
Occorre rilanciare la Linea Ferroviaria Tirrenica, impedendone il declassamento qualora si realizzasse la nuova tratta ad Alta Velocità, e rivendicare il collegamento della metropolitana dall’Aeroporto di Pontecagnano fino a Sapri.
Bisogna chiedere con forza un collegamento veloce tra il Cilento e l’autostrada, dopo la scellerata decisione di bocciare la bretella Agropoli–Eboli, e potenziare tutti i collegamenti interni tra costa e aree montuose, per connettere borghi e comunità in una rete di mobilità dignitosa e sostenibile.
Una missione per il nuovo Consiglio Regionale
Il nuovo Consiglio Regionale dovrà avere ben chiara questa missione:
stare vicino alle attività produttive e al lavoro, privilegiando gli imprenditori veri rispetto ai redditieri, agli speculatori e ai detentori di rendite parassitarie.
Lo spopolamento del Mezzogiorno nasce anche da una cattiva distribuzione delle opportunità, con una concentrazione eccessiva di risorse, contributi e agevolazioni nelle mani di pochi.
Costruire un futuro possibile
Costruire un futuro di sviluppo significa creare le condizioni per attrarre risorse e investimenti pubblici e privati, nazionali e internazionali.
Questa sarà la difficile sfida dei candidati cilentani, chiamati a scegliere se diventare pianeti del nuovo sistema politico regionale o restare satelliti, senza capacità di proposta e senza una propria autonomia decisionale.



