Giannino di Lieto (Minori, 1930 – 2006) è stato una voce limpida e appartata della poesia italiana del Secondo Novecento, capace di unire la concretezza della vita quotidiana alla profondità simbolica. Estraneo alle mode, ha cercato una Poesia Nuova: una parola che fosse esperienza, amore, storia.
Le tre poesie che seguono — Mater, Lama della zecca e Marmorata — parlano d’estate, mare e desiderio, intrecciando immagini sensoriali e radici mediterranee.

Mater
Nella vecchia casa
coi muri scambiati
sabbia e scoglio
aspetta una mamma
in mano un rosario
che venga qualcosa
di là dal mare
una barca
una vela
una voce il vento porterà
d’antico amore
di grotta in grotta
fluttuanti
per ombre
cocenti di giorno.
Lama della zecca
Una conchiglia
la notte
senti
la voce del mare
il desiderio
placato sulla sabbia
i piedi nudi
io ti sorprendo
le mani
a fare scudo al seno
implorante felicità senz’occhi.
Marmorata
A mezzogiorno si prende la barca
andiamo a far l’uva:
nel giardino l’avaro
dorme si sa nella grotta
accovato fra paglia e saggina
sotto la poppa
i panni arrotolati
in mezzo le povere scarpe
sono già da risuolare.
È calmo settembre
e l’acqua tagliata dai remi
ci svela dal fondo le secche
le spine dei ricci.
Passiamo la torre
rovesci di palma
ma quando s’approda
c’è chi è nervoso:
l’uva è matura che cresce
sopra gli scogli.
La buttano giù come viene
quanta ne buttano con gli
acini verdi.
Stride un gabbiano
un segnale si torna
prima le donne
avanti fratelli si salta
è chiuso il cancello.
Come uccelli becchiamo la pigna
che pende di mano al più svelto
si ride si sente al contatto
il lieve tepore
delle carni nude
si ride si ride.
Il poeta e la sua eredità
Come scrive Massimo Migliorati, Giannino di Lieto è stato “una figura esemplare della poesia italiana del Secondo Novecento, sempre incline allo smarcamento rispetto alle mode o alle tendenze imperanti”.
La raccolta Opere (Interlinea, 2010), con saggi di Giorgio Bàrberi Squarotti, Maurizio Perugi, Luigi Fontanella e Ottavio Rossani, racchiude l’intera sua produzione poetica.
E come ricorda un antico testo egizio:
“Tu non perisci
non sei distrutto
resta fra la gente il tuo nome
esiste il tuo nome tra gli dei”
(Dai testi delle Piramidi)
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Tre poesie di Giannino di Lieto dedicate all’estate, tra mare, ricordi e desiderio. Un omaggio a una delle voci più autentiche del Novecento italiano.



