Un’Italia che non vuole “derivare”
Le aree interne dell’Italia tornano al centro del dibattito nazionale. Se da un lato un rapporto governativo prospetta la possibilità di “lasciare andare alla deriva” i territori più fragili, dall’altro l’UNCEM lancia un messaggio opposto: c’è vitalità, e perfino segnali di inversione demografica.
Il Rapporto Montagne d’Italia 2025, edito da Rubbettino (778 pagine), fotografa questa realtà e la rilancia come sfida collettiva.
L’incontro di Aquara
L’iniziativa, promossa da Vincenzo Luciano (UNCEM Campania), ha visto la partecipazione del presidente nazionale Marco Bussone, giunto dalla Val Susa. In sala sindaci, rappresentanti di comunità montane, associazioni e Regione Campania.

Antonio Marino, sindaco di Aquara, ha illustrato la strategia in 14 punti adottata dal Comune, sottolineando l’importanza dell’aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi per l’attrattività del territorio.
Le tre stagioni migratorie
Bussone ha spiegato l’andamento degli ultimi anni:
· 2009-2013: stagione dell’accoglienza
· 2014-2018: ripiegamento
· 2019-2023: risveglio, con saldo positivo di 100.000 persone
Il trend è più forte al Nord, mentre Sud e Campania restano più deboli ma vicini alla parità.
Le Green Community
“Serve uno scatto in avanti: servizi, lavoro e nuove opportunità” – ha ribadito Bussone, indicando nelle Green Community lo strumento strategico per lo sviluppo montano.
Segherie, biomasse, agricoltura di montagna, indennità compensative, piattaforme di collaborazione: sono questi i cardini di una rinascita che deve partire dal basso, dalla cooperazione tra Comuni.
Voci dal territorio
· Antonio Sicilia (CM Alburni): “Le aree interne non vanno accompagnate al fine vita, ma rivitalizzate.”
· Carmine Casella (CM Calore Salernitano): “Servono giovani e un passaggio di competenze dalle generazioni più anziane.”
· Ettore Bellelli (Coldiretti Campania): “Gli agricoltori di montagna sono sentinelle ambientali. Senza acqua e senza un Piano Invasi rischiamo il collasso.”
· Francesco Picarone (Regione Campania): “Abbiamo rimesso in sicurezza strade rurali, rilanciato fondi ordinari e avviato i contratti di fiume.”
· Massimiliano Caruso (Pro Loco Aquara): “Recuperiamo tradizioni e identità: è questa la chiave per attrarre giovani e visitatori.”
Un bilancio in chiaroscuro

Nonostante i dati incoraggianti, restano problemi strutturali:
· scarsa continuità degli interventi,
· difficoltà di governance,
· fragilità dei risultati.
Eppure, come ha ricordato Luciano, “i nuovi residenti e le risorse PNRR sono segnali concreti. I grandi investimenti di ieri oggi cominciano a dare frutti.”
Conclusione
Il messaggio di Aquara è chiaro: le aree interne non sono condannate all’abbandono. Possono diventare laboratori di innovazione e sostenibilità, se sostenute da politiche lungimiranti e da una governance condivisa.
Un cammino difficile, ma possibile: il vento del riscatto soffia già sulle montagne italiane.