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    Sport

    Mario Giorgio Nigro e Ana Nanu vincono la 18^ Tran Marathon del parco

    Di Bartolo Scandizzo16 Agosto 202114 Min Lettura0 VisiteNessun commento
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    1^ TAPPA

    Piano vetrale – Orria – Piano Vetrale

    Nell’aria c’è tutta la “polvere” che si è accumulata sulle scarpe tenute a “riposo” per la lunga stagione di non gare dovuta alla sospensione per Covid 19.

    C’è anche la frizzante sensazione che il mondo dei runner si sia destato da un letargo agonistico che certamente non ha affievolito la passione per il correre.

    C’è anche l’occasione di ripartire con un evento storico per il nostro territorio: la 18^ edizione della Trans Marathon – manifestazione regionale di corsa su strada a tappe organizzata dall’ASD Atletica Libertas Agropoli.

    Ecco perché nel piccolo borgo di Piano Vetrale, dove il 10 agosto del 2021 prende il via la gara a tappe, c’è la rinnovata animazione di atleti e, sugli usci delle porte, anche molti dei 275 abitanti del borgo frazione del comune di Orria, incuriositi, ad osservare.  

    Roberto Funicelli, l’ideatore dell’evento, si muove in lungo e in largo per controllare che tutto sia in ordine, ma anche per accogliere gli atleti che, per la verità, riconosce quasi tutti chiamandoli per nome. Non mancano gli “stranieri” che, trovandosi in vacanza, non hanno voluto rinunciare al richiamo del mondo podistico al mettersi in gioco per mettersi alla prova.

    Anche per il sottoscritto, è un ritorno alle gare di casa nostra, dopo la trasferta a Battipaglia corsa nel Kartodromo del Sele.

    Cilento Runner, Camaldolese, Libertas Agropoli e Sporting Calore sono la società con il maggior numero di atleti iscritti alla partenza. Forte la presenza femminile che, a prima vista, sembra raddoppiata rispetto alle edizioni passate.

    Il termometro che, nella giornata ha superato i 40°, induce gli organizzatori a posticipare la partenza alle 18:30, ma l’impressione è che gli atleti non avrebbero disdegnato di partire in orario.

    Infatti siamo tutti “caldi” abbastanza e pronti alla partenza dopo aver incontrato, salutato, ricordato, abbracciato con lo sguardo quasi tutti i concorrenti.

    La partenza in salita ha fatto ragionare molti dei concorrenti a non strafare per evitare un approccio troppo ardito. Ma quando, dopo il primo tratto, si arriva in quota e la strada un po’ si appiattisce, ecco che il plotone comincia a sfilacciarsi ed ognuno si mette al suo passo. Il pensiero, però, va alle altre tre tappe in programma nei prossimi 4 giorni.

    Per me è un rientro nelle gare dopo la Maratona corsa a Malta il 1° marzo del 2020, dopo di che scattò il look down e fu decretato il “fine corse”, oltre a tutto il resto che ci è piovuto addosso.

    Con questo pensiero arrivo al cartello del 3° Km che segna anche l’inizio della discesa che porta ad Orria. Il passo si fa più frequente, la falcata si allunga, lo sguardo punta alla traiettoria più conveniente, faccio attenzione alle frecce sull’asfalto che indicano il tracciato … sono solo ad inseguire chi non potrò raggiungere: punto a non farmi prendere da chi è dietro!

    Arrivo all’incrocio dove il tracciato dell’andata si incrocia con quello di ritorno dal paese e lo supero contemporaneamente a concorrente che guida la gara e corre in senso contrario… mi è davanti di poco meno di 2 Km.

    Entro in Orria continuando a tirare! C’è gente davanti alle case e sulla piazza del paese. Arrivo al rifornimento e bevo abbondantemente prima di affrontare il “muro” della risalita in quota. Decido di mettermi al passo per evitare un dispendio di energie pensando alle altre tre tappe.

    A sorpresa mi sopravanza Monica che credevo fosse davanti a me …

    Resisto alla voglia di seguirla e la perdo di vista in cima alla salita quando riprendo a correre.

    Quando scavallo l’altura mancano 3 Km al traguardo. Parto con un passo sostenuto ma senza perdere il controllo dell’andare. Giungo al traguardo senza mollare e segno un buon tempo per me: buona la prima!

    Mi fermo a parlare con il sindaco, Mauro Inverso, un amico di vecchia data, e poi via a Matinella dove mi aspetta Antonio Miniaci per la presentazione di un libro sull’emigrazione. Infine una pizza e il meritato riposo.

    Domani ci si vede sulle strade di Ogliastro e Prignano nel Cilento.

    2^ TAPPA 

    Prignano – Ogliastro – Prignano

    Una 2^ tappa della Trans Marathon del parco tutta da vivere quella che parte da Prignano arriva ad Ogliastro Cilento e ritorno. 

    Ma per me assume un significato speciale perché ad accompagnarmi c’è Alessandro, mio nipote di poco meno di due anni e mezzo. 

    Già all’arrivo nell’area del ritrovo Alessandro è salito in “cattedra” correndo, saltando, giocando, interrogando … Io e Gina ad inseguirlo, più che a seguirlo!

    Poi, gli ho fatto appuntare sulla maglietta il pettorale n° 300 che lui ha continuato a rigirare con le mani, infine è giunto il momento del distacco con lo starter a dare il via alla gara …

    Si parte in discesa puntando al santuario di San Nicola, Ma prima del cartello del 1° Km, ecco la salita che fa riaffiorare alla memoria muscolare la fatica del giorno precedente. 

    Nel centro urbano ha inizio il tratto di circa 4 Km che, lungo il tracciato della ex SS 18, ci porterà a Prignano. 

    I muscoli della gambe si stirano allungando la falcata nel tentativo di mettere un po’ di secondi tra me e chi è partito dopo e che si affida alla strategia del passo ponderato e regolare per guadagnare posizioni. 

    Arrivati al giro di boa ad Ogliastro, dopo la svolta a destra sulla strada del cimitero, ha inizio la salita che, per quanto leggera, non lascia spazio alla voglia di rilassarsi. 

    Segue una breve discesa che da modo di riprendere fiato. Si rientra sulla SS 18 a monte del paese per poi rientrare inoltrandosi per una stradina a sinistra della strada. 

    Il 2° rifornimento d’acqua è ben accetto!

    Si va ancora giù e io, facendo in rapido calcolo, mi rendo conto che nella salita che riporta in quota nel corso principale dovrò cedere il “passo” e recuperare le forze camminando. 

    Davanti a me fanno lo stesso i quattro che mi precedono  restando a debita distanza.

    La tentazione di partire spendendo la mia “riserva strategica” è forte, ma resisto ricordandomi che l’ obiettivo non è di “rosicchiare” una o due posizioni ma mantenere viva la possibilità di giungere bene sul traguardo di Aquara. 

    Al cartello dell’8° Km mollo gli ormeggi e mi lancio verso il traguardo che so trovarsi in salita. 

    A 200 m dall’arrivo mi vedo affiancarmi da Alessandro che rifiuta la mia mano ma corre con me fino al traguardo. 

    Un fine gara che mi rende felice e mi ripaga della fatica fatta. Domani ci si riposa per ripartire da Trentinara

     

    3^ TAPPA

    Trentinara – Capaccio

    Finalmente un tracciato in linea … sono quelli che preferisco perché si ha l’obiettivo davanti a sé e non alle proprie spalle dove bisogna ritornare  per tagliare il traguardo nelle gare a circuito!

    Il ritrovo è sul belvedere di Trentinara dove è situata la statua che riproduce i due innamorati incatenati alla “petra”: l’originale si trova a strapiombo sul costone che scende fino a Giungano, il paese sottostante.

    Il sole batte forte sul piazzale e sull’intera gradinata che porta al punto di partenza del “Cilento in Volo”. Sul piazzale c’è il sindaco, Rosario Carione,  fa gli onori di casa e spiega ai molti podisti che lo interrogano ogni aspetto del paese che lui amministra da oltre 10 anni.

    A mezz’ora dalla partenza l’intero borgo si anima grazie ai podisti che si infilano negli stretti vicoli alla ricerca di ombra durante la fase del riscaldamento.

    Lo starter dà il via alle 18:30 in punto. La “brigata” si lancia sulla discesa che si contorce lungo le vie del paese fino all’incrocio per Monteforte Cilento. Poche decine di metri ed eccoci costretti ad alzare la testa per guardare la strada che porta a Vesalo che sale fino all’incrocio con lo sterrato che ci accompagnerà  docilmente fino a Capaccio costeggiando il monte Soprano.

    La salita fa bene il suo lavoro! Infatti, il gruppo si sgrana secondo le forze che ognuno dei concorrenti è in grado di mettere in campo. Non sono il solo che decide di mettersi al passo per la salita che ci porterà in quota sul costone del Soprano sia per risparmiare energie sia per impiegarle meglio nel lungo sterrato che farà scivolare i corridori gradualmente fino all’ingresso del borgo, sia in vista della 4^ ed ultima tappa che si correrà il giorno successivo ad Aquara.

    A questo punto della gara, in larga parte, le posizioni sono abbastanza definite: i due “stranieri”, Roberto  Cignarale e Isabella Spertini, Monica e la sua compagna di viaggio, Luciana Di Maio, Mario De Cesare, Pantano Enrico, che viene da Saronno, Angelo Marino, Franco Maiese, Asperino Aloia, Rosalia Pepe … i miei compagni di squadra.

    Questo è lo spaccato di partecipanti che, unitamente ad altri che non focalizzo, mi accompagnano lungo i tracciati di questa gara d’agosto …

    Intanto che i pensieri si affollano nella mente, le gambe si mettono a fare il loro dovere di condurmi in fondo alla gara fino al traguardo situato in piazza Tempone posta in faccia al tramonto sul mare che si “alza” verso l’orizzonte.

    Su questi sterrati, che un tempo lontano percorrevo a cavallo con gli appassionati amici di un tempo che fu … fine anni ’90, i ricordi si confondono con altri tempi in cui scendevano dal monte Soprano a piedi  con Angelo Fasano, Enzo Meola, Mario Tambasco ed altri che si alternavano nella “compagnia”.

    Intanto, che i pensieri fanno il loro corso, mi rendo conto che sto andando forte e con una certa agilità lungo lo sterrato che ad altri concorrenti non piace affatto. Quando passo davanti al bel ristorante di Mora Luna, un tempo la Selva, trovo Roberto Funicello, l’anima della Trans Marathon, e Mario Marsico, titolare della struttura, a servire il rifornimento d’acqua.

    Eccomi di nuovo sulla stradina, rifatta con asfalto, verso l’incrocio con la SP 13. Una brusca virata a destra immette sulla via Pedale Castagneto che è lì a ricordare che esistono ancora le salite. Mi metto al passo e, arrivato in quota in via Posillipo, riprendo a macinare metri che, passo dopo passo, mi fanno avvicinare alla meta. Ormai mancano poco meno di 2 Km al traguardo. Sono tutti da percorrere nel centro abitato. Passo davanti alla casa di Angelo ed Enza, amici incomparabili, entro nel campetto del convento dove il padre francescano alza le mani a salutare e benedire tutti noi che passiamo ansimando. Il “saronnese” mi raggiunge e mi sopravanza. Nella discesa che immette, di nuovo, sulla SP 13, ma in senso contrario, faccio uno sforzo e lo riprendo. Nel centro storico vengo di nuovo risucchiato dalla sua ferrea volontà di tagliare il traguardo prima di me … desisto e mi godo il passaggio davanti alla “Barberia storica” dell’indimenticabile Peppino; volgo lo sguardo alla sede del 1° Circolo didattico  di Capaccio, istituto scolastico nel quale ho prestato servizio come docente dal 1997 al 2017, anno del pensionamento. Arrivo sul traguardo fermando il cronometro a poco più di 52 minuti segnando un buon tempo per le mie potenzialità.

    I giardini, come chiamano la piazza i Capaccesi, sono affollati come non mai. Il ristoro è ben fornito e i liquidi persi possono essere reintegrati.

    Una doccia veloce, prima della discesa verso casa, mi danno il tempo di valutare le mie condizioni in vista della giornata finale ad Aquara. Ho la sensazione di poter reggere lo sforzo senza problemi … dalla sensazione alla realtà, però, c’è una bella differenza! Speriamo non troppa.

     

    4^ TAPPA

    Aquara

     

    Il vantaggio di correre in un luogo che conosci è evidente! In quanto sai bene quello che ti aspetta. Infatti, già nella passata edizione della Trans Marathon Aquara è stata la location scelta da Roberto Funicello per l’evento finale della gara. Quando arriviamo in piazza, dopo aver risalito la strada di Mainardi partendo dal fondo della Valle del Calore, troviamo già Antonio Marino che si aggira nello slargo a controllare che tutto sia pronto e che proceda per il meglio, ma anche per accogliere gli atleti provenienti da ogni dove di persona. È prevista la diretta trasmessa da Lira TV con le riprese dall’alto realizzate con il supporto di un elicottero.

    La classifica, a questo punto, sembra abbastanza consolidata sia per quel che riguarda le posizioni di testa, maschili e femminili, sia relativamente alla varie categorie suddivise in base all’età dei partecipanti. Certo, c’è da combattere per assicurarsi di non essere sopravanzati proprio alla fine, ma il tracciato di poco più di 8 Km suddiviso in 3 giri con salite costanti e ripidissime discese non lasciano molto spazio a colpi di scena.

    La partenza, dopo una leggera discesa, subito costringe il “gruppone” a segnare il passo lungo la strada che porta in cima la paese salutato dagli incoraggiamenti degli Aquaresi acquartierati sugli usci all’ombra delle case.

    Non sono pochi quelli che commentano con un certo sarcasmo il fatto che tante persone non hanno meglio da fare che “sudare” più delle canoniche “7” camicie correndo per le strade del paese.

    Riesco a non cedere alla tentazione di camminare nei punti più ripidi e mi affaccio sulla discesa che ci riporta sulla SP 44, all’altezza della dalla quale siamo partiti, con una certa fiducia di poter mantenere le posizioni acquisite finora … So bene che è il 1° Km che mi sono lasciato alle spalle è solo un assaggio di una gara difficile, per cui risalgo il corso fino all’incrocio che darà il via alla gara vera e propria: infilo la discesa con forte determinazione a far valere la capacità dei miei ginocchi a reggere la corsa in discesa.

    Arrivo in fondo con il ritmo giusto per ripartire con fiducia sulla SP 44 che mi riporterà nel centro dello slargo dove Via della Vittoria si fa “piazza”. Alla fine del primo giro sento che arriverò alla fine senza grossi problemi …

    Arrivo per la seconda volta ad affrontare la discesa caricato al punto giusto. Mi precipito senza “ritegno” convinto che solo in questo tratto posso guadagnare un po’ di secondi preziosi da spendere in salita per non perdere posizioni.

    Il 2° giro è caratterizzato dai primi che mi sopravanzano doppiandomi con un’andatura che mi sembra lunare … quando arrivo sotto il traguardo sono 15 quelli che mi hanno doppiato: una concorrente che mi ha affiancato li ha contati uno ad uno!

    Agguanto la bottiglietta d’acqua che mi passa Funicello, affianco la mia compagna di giro. Davanti vedo Monica, la prima donna capaccese che ha corso una maratona (quella di Amsterdam), che regge bene lo sforzo di una gara che non è nelle sue corde migliori …

    Ora è l’ora di dare il massimo … mi precipito, ancora una volta, sulla discesa che fiancheggia la scuola. Lascio dietro la mia compagna di viaggio. Riprendo la SP 44 in salita. Manca poco più di un Km all’arrivo. Mi sopravanza Angelo, prima della curva a gomito che immette sul rettilineo finale, mi sento sfiorare da un altro concorrente che con passo leggero mi sorpassa. Tento di recuperarlo ma invano. Arrivo sotto il traguardo da solo godermi la soddisfazione di aver dato tutto e nel modo migliore: a differenze delle altre tre gare ho corso per tutti gli 8 Km.

    Sono soddisfatto dei 51’ circa che segna il mio orologio.  Tempo totale delle 4 tappe: 3:32’38’’

    Saluto la mia squadra, saluto i due “stranieri”, con i quali faccio una foto ricordo, e parto con Gina alla volta di Piaggine dove mi attende una cena a casa di mia madre che non ci sarà ma ci sarà tutta la mia famiglia a che ha preso l’impegno di preservare la memoria  dei ricordi di una vita.

    Una gara a tappe mette alla prova, ma quando si giunge al capolinea si ha la sensazione di tornare da un lungo viaggio in luoghi sconosciuti che hai fatto tuoi non tanto per gli aspetti esteriori, che pure sono importanti, ma per aver esplorato spazi interiori che solo la fatica e il dialogo con te stesso possono stimolare!

     

     

     

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