La terza, riuscitissima giornata itinerante del format “Salviamo il dialetto cilentano”, si è svolta domenica 8 giugno 2025 a Santa Barbara di Ceraso, alle ore 18:00, presso l’Euro Bar di via del Cenobio, presentata da Angelo Cortazzo, presidente dell’associazione giovanile “Kairòs”, e moderata dalla scrittrice Antonella Casaburi.
La serata si è aperta con i saluti del Vicesidaco di Ceraso, dott. Antonio Cerullo, che a latere dell’evento ha dichiarato: ‘”Salviamo il dialetto cilentano’ non è stato solo un evento, ma una vera e propria dichiarazione d’amore per il nostro patrimonio linguistico. Il dialetto non è solo un modo di parlare, ma un custode di storie, tradizioni, sapori e sentimenti che ci rendono unici. Ed eventi come questo sono fondamentali per assicurarci che questa ricchezza non vada perduta, ma continui a vivere nelle nuove generazioni. Un grazie di cuore agli organizzatori e a tutti coloro che hanno partecipato, rendendo questo pomeriggio un successo straordinario”.
Nella prima parte del format sono intervenuti il dott. Luigi Leuzzi, il dott. Aniello Amato e l’Arch. Remigio Cammarano.
Il dott. Luigi Leuzzi, psichiatra e antropologo, ha presentato il suo ultimo saggio, “Il Cilento che resta”,volume che affronta i simboli identitari, soffermandosi sulle corrispondenze simboliche e archetipiche che possono esprimere traiettorie di identità e cambiamento per il Cilento; ha parlato di giovani e ‘restanza’, e ha offerto profonde riflessioni sul dialetto, sui concetti di radici, patrimonio, genius loci, identità.
Il dott. Aniello Amato, linguista e ideatore del format, ha parlato dei dialettismi nella lingua italiana contemporanea e di alcuni atti notarili del ‘500 recuperati nelle sue ricerche d’archivio per il saggio “Storia della fiera di Cannalonga (SA)” relativi a Ceraso e a Santa Barbara e in cui compare il nome collettivo “frecanìa” con il valore di “Insieme di oggetti poveri”, alla base etimologica di Frecagnòla.
L’arch. Remigio Cammarano, nel suo intervento “Il dialetto nella toponomastica locale”, soffermandosi sul concetto di “spazio”, richiamando documenti storici e la tradizione orale, parlando di alcuni toponimi di Santa Barbara, in particolare quelli formati da nomi dialettali, come “tempa” (cima di una collina), “Monte tavoro” (Monte sacro): una ricostruzione affascinante che riporta al Medio Oriente e al Monte Tabor, il monte di Leopardi.
Dopo la presentazione delle opere dell’artista Assunta Giordano, splendidi quadri raffiguranti scorci del Comune di Ceraso carichi di profondi significati umani e simbolici, si è dato inizio alla seconda parte del format.
La regista Anna Fatigati ha brillantemente portato in scena sketch teatrali tratti da due commedie di Lucia Paolino, presidente della Pro Loco di Ceraso: “Ve pare niente a bbui” e “Manco na scoppettata”. Insieme ad Anna Fatigati hanno recitato gli attori: Aniello Amato, Elia D’Angelo, Pasquale Alario e Giovanni Guida.
La dott.ssa Diana Nese ha emozionato il pubblico eseguendo un coinvolgente Reading teatrale dalle opere di Simona Ferolla: “La straniera” e “La pensione”. Con Diana Nese, gli attori coinvolti sono stati: Antonino Nese, Pierpaolo De Luca e Gloriana Pinto.

Dopo il grande successo delle prime due giornate a Moio della Civitella e a Vallo della Lucania, la terza giornata a Santa Barbara di Ceraso con una sala gremita di studiosi e cultori del Cilento conferma il successo del format “Salviamo il dialetto cilentano”. Il suo ideatore, Aniello Amato, ha annunciato che, vista l’ampia partecipazione al format, a partire dal prossimo autunno ci sarà una nuova modalità più inclusiva verso discipline umanistiche trasversali alla linguistica. Inoltre, ringranziando sui social “tutti coloro che hanno partecipato all’evento a S. Barbara di Ceraso, che ha sancito ancora una volta il successo del format”, ha invitato tutti a una nuova giornata di “Salviamo il dialetto cilentano”: “Ad agosto andremo a Felitto con alcune novità e con la partecipazione di Mariangela Cerullo, docente di Linguistica dell’Università Federico II di Napoli”.