7 Settembre 2025
Nel Vangelo di questa domenica, l’evangelista Luca ci presenta due parabole – quella della torre da costruire e quella del re che va alla guerra – attraverso le quali Gesù ci indica i requisiti che dovrebbero distinguere i suoi discepoli. Essi sono lo strumento scelto da Dio per espandere il suo Regno e per portare avanti la sua missione.

La liturgia di oggi ci invita a riflettere sulle condizioni esposte da Gesù per poter diventare suoi seguaci. Le sue parole possono sembrare dure, persino scoraggianti, perché ci mettono davanti alle esigenze radicali del Vangelo.
Credere o seguire?
Essere discepoli di Cristo non significa soltanto credere in Dio. Credere non equivale a seguirLo. Seguire Gesù richiede una scelta consapevole e totale: significa scegliere Lui come unico punto di riferimento, metterLo al primo posto nella nostra vita, rinunciare perfino agli affetti più cari e imparare a portare ognuno la propria croce.
Essere discepoli implica accogliere la parte fragile della nostra vita, senza cercare la sofferenza, ma senza rifiutare il dolore e le difficoltà che ci si presentano. Esse fanno parte del cammino di fede e diventano occasione per imparare ad amare.
Rinunce e libertà interiore
Gesù ripete due volte che chi non è disposto a certe rinunce non può essere suo discepolo. Nel nostro tempo, la parola “rinuncia” è vista come sinonimo di sconfitta, di resa o di fallimento. Eppure, la rinuncia evangelica non è abbandono, ma un percorso di maturità che ci conduce a scegliere la nostra vera meta.
Rinunciare all’egoismo, alla presunzione di autosufficienza, all’attaccamento ai beni materiali significa acquisire una libertà interiore che ci rende solidali, generosi e disponibili verso chi è nel bisogno.
Il vero discepolo
Essere veri discepoli significa non vivere nell’ansia e non temere di perdere la vita. Significa sperimentare la presenza viva di Gesù, ascoltare la sua voce, amarlo anche nelle situazioni di ostilità, sofferenza e ingiustizia.
Il discepolo rinuncia a priorità personali per mettere Cristo al centro. L’impresa richiede fede incrollabile, amore e carità. Solo così la sequela non sarà vissuta come una rinuncia sterile, ma come la conquista di una vita piena, libera e in pace.
Una scelta da compiere
Le parabole della torre e del re ci ricordano che la decisione di essere discepoli non è un passo superficiale: richiede consapevolezza delle nostre forze e della nostra disponibilità. Gesù non vuole adesioni facili, ma cuori determinati.
Sta a noi decidere se riconoscerci e comportarci davvero da discepoli, accettando la sfida di una vita vissuta nel segno del Vangelo.
Santa domenica in famiglia! ✨



