Fondazione Agnelli: in 10 anni cresciuti i ritardi nella formazione dei ragazzi. Tra i nodi da sciogliere, il ruolo dei docenti: 3 su 10 sono precari, solo l’1% in cattedra prima dei 30 annni

Scuola media, il grande vuoto che crea diseguaglianza sociale

Dare una “missione” alla scuola media, la grande dimenticata del nostro sistema d’istruzione. La scuola media non soltanto non è migliorata ma ha perso ulteriore terreno, risultando sempre meno attraente per alunni e docenti

Cultura
Cilento venerdì 05 aprile 2024
di Bartolo Scandizzo
Alunni che dovranno iscriversi alla scuola media
Alunni che dovranno iscriversi alla scuola media © Settimanale Unico

Dare una “missione” alla scuola media, la grande dimenticata del nostro sistema d’istruzione è un "obbligo"!

Negli ultimi dieci anni, la scuola secondaria di primo grado non soltanto non è migliorata ma ha perso ulteriore terreno, risultando sempre meno attraente per alunni e insegnanti e cessando di rappresentare il ponte verso l’età matura, caratteristica che ha avuto fino all’innalzamento dell’obbligo scolastico.

L’analisi dello stato in cui versa questo segmento importante della scuola italiana, che dovrebbe rappresentare il “trampolino” verso le scelte future, anche professionali, degli adolescenti, è firmata dalla Fondazione Agnelli che, a dieci anni di distanza dal primo Rapporto sulla scuola media del 2011, è tornata ad indagare sul “triennio di mezzo”, tra elementari e superiori, oggi più che mai simile a un limbo senza un chiaro obiettivo. Stando ai dati della ricerca 2021 (disponibile su www.fondazioneagnelli.it), la scuola media italiana è un luogo dove «gli studenti imparano meno dei loro coetanei europei e degli altri Paesi avanzati» e le «disuguaglianze sociali e i divari territoriali si accentuano rispetto alla scuola primaria».

A preoccupare è soprattutto la «caduta degli apprendimenti tra scuola primaria e scuola media:  Stando a Timss (matematica e scienze), gli alunni italiani di quarta elementare raggiungono 515 punti, superiori alla media Ocse, mentre in terza media il dato scende a 497 punti, sotto la media dei Paesi industrializzati>>. Inoltre, si legge nel Rapporto della Fondazione Agnelli, «la scuola media non riesce a ridurre e spesso accentua disuguaglianze sociali, divari territoriali e di genere, differenze di origine già evidenti nei risultati della scuola primaria».

Il divario diventa ancora maggiore per gli studenti figli di genitori con un basso titolo di studio (licenza elementare o media) e per chi vive nelle regioni Meridionali.

Solo solo il 67% degli insegnanti restano nella stessa scuola da un anno all’altro, contro l’83% della primaria. Infine solo il 10% degli studenti pensa che l’ambiente scolastico sia “molto positivo”

Già in prima media, non più del 30% delle ragazze e non più del 25% dei ragazzi dà un giudizio “molto positivo” all’ambiente scolastico. Al termine della terza media, il pieno gradimento si riduce ulteriormente, non superando il 10%. 

Lo studio rivela, inoltre, che gli studenti nel passaggio alla scuola media, strutturata con tante materie e numerosi insegnanti, «è pensata per studenti più grandi, quasi fosse un mini-liceo e non per preadolescenti».

Così, a partire dalla prima media, 4 su 10 si sentono stressati dal carico di lavoro, condizione che, in terza, riguarda il 48,4% dei maschi e 56,9% delle femmine.

Anche tra gli insegnanti quasi il 30% è precario, quota che arriva al 60% del totale nel caso dei docenti di sostegno e, «a dispetto delle attese, nonostante le numerose assunzioni in ruolo della legge della Buona Scuola del 2015 e il recente aumento dei pensionamenti, non si è verificato il ringiovanimento dei docenti di ruolo della secondaria di 1° grado:  che auspicavamo nello scorso Rapporto: 52 anni nel 2011 e ora è poco di meno.

Il modello educativo proposto scimmiotta le superiori che, a loro volta, interrogano e valutano calendarizzando in base allo scrutinio intermedio e finale. 

Questo, collegato al fatto che  1 docente su 6 ha 60 anni e coloro che vanno in cattedra prima di 30 anni sono l'1%, non aiuta il necessario cambio di passo necessario per invertire la tendenza. 

 La scuola media, inoltre, è anche il grado più soggetto alla “giostra degli insegnanti”: da un anno all’altro soltanto il 67% dei docenti rimane nella stessa scuola (83% nella primaria, 75% nelle superiori, dati del 2017-18), con le prevedibili conseguenze negative per la qualità didattica».

Allora che fare?

La Fondazione Agnelli avanza una serie di proposte: «valorizzazione degli insegnanti»  e "Rendere l’insegnamento attrattivo verso i migliori laureati». 

In secondo luogo, «la didattica va modellata alle esigenze specifiche della scuola media», pensandola «come percorso di orientamento al futuro, attraverso strumenti e metodologie didattiche che favoriscano la valorizzazione delle inclinazioni personali e diano indicazioni per le scelte successive».

Infine, la Fondazione Agnelli «sostiene la necessità di un’estensione del tempo scuola alla secondaria di 1° grado, con la scuola del pomeriggio come scelta ordinamentale», con laboratori e attività sportive, artistiche ed espressive, musicali e coreutiche, teatrali. «Non sembra invece necessaria, in questa fase – conclude il Rapporto – una ristrutturazione dei cicli che porti al superamento della media: se ne è parlato spesso, ma non c’è un'evidenza convincente che la riorganizzazione possa da sola, senza un intervento sulla qualità della didattica e dei docenti, portare a benefici significativi

 

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