“Gran Sasso -Valle Subequana” ABRUZZO

Ri-costruzione dell'economia rurale

Acciano, Calascio, Capestrano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castel del Monte, Castel di Ieri, Castelvecchio Calvisio, Castelvecchio Subequo, Collepietro, Fagnano Alto, Fontecchio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli...

Unico patrimonio
Cilento lunedì 26 febbraio 2024
di La Redazione
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Abruzzo © Unico

L’area, ricompresa all’interno di un Parco Nazionale, il “Gran Sasso-Laga” e un Parco Regionale, il “Sirente-Velino”, è ricca di storia, cultura, tradizioni e emergenze archeologico-monumentali e naturali che la caratterizzano come “unica” per le sue peculiarità.

Sotto l’aspetto naturalistico l’area vanta la presenza di due parchi che generano una grande varietà floristica e faunistica. Le imponenti vette de Gran Sasso e del Sirente, gli altipiani di Campo Imperatore e del Sirente, costituiscono emergenze di particolare rilievo. La zona Subequana è attraversata dal fiume Aterno, il principale fiume d’Abruzzo, che con le sue acque ha inciso in maniera netta l’ambiente fisico ed è stato per molto tempo strumento economico principale peri piccoli centri distribuiti lungo il suo asse.

Lo scenario desiderato è la progressiva “ri-costruzione” dell’economia rurale, ed il miglioramento della vivibilità dell’area, arricchendo e potenziando l’offerta dei servizi primari: scuola, sanità, mobilità.

La sfida è di attivare dinamiche volte alla gemmazione di un peculiare “Distretto Turistico-Rurale” in grado di favorire uno sviluppo di qualità dell’area.

Il nuovo scenario deve esaltare e promuovere l’originale mosaico rurale che connota l’area e rinverdire, in un’ottica nuova, la pluralità delle micro-filiere produttive e le molteplici culture rurali rimettendo in moto le filiere agricolo-zootecniche, che da sempre hanno contribuito ad alimentare l’economia dell’area, e coniugandole con il turismo. Il settore turistico deve contribuire ad affermare la multifunzionalità e l’eco-compatibilità dell’azienda agricola e a diffondere e promuovere i diversificati prodotti tipici locali. Il comunitarismo, il senso di appartenenza, costituiscono riferimento per strutturare una moderna ed efficace reti di servizi in grado di migliorare la vivibilità dell’area e di favorire il positivo dispiegamento delle attività produttive.

Le inversioni delle tendenze che si vogliono generare, fanno leva, pertanto su due macro-direttrici:

- Miglioramento, sotto il profilo quali-quantitativo, dei servizi primari.

- Valorizzazione ed innovazione delle molteplici ed originali risorse territoriali

Il “fare rete” è lo strumento più importante per promuovere innovative strategie di coesione, sviluppando logiche collaborative tra tutti gli attori della filiera cognitiva e favorendo la “ri-cucitura” territoriale. Sotto tale aspetto diventa dirimente unire in logiche di rete i tanti e suggestivi borghi dell’area, dotandoli di nuovi servizi di base e inserendoli in un sistema sentieristico d’area.  Il binomio borghi + sentieri si presta ad interessanti azioni di valorizzazione turistica.  Rilevanza centrale assume la formazione, che va orientata verso i settori a vocazione territoriale e utilizzata come leva per promuovere sviluppo e impresa, estendendo il tradizionale rapporto “formazione-occupazione” al più complesso rapporto “formazione-sviluppo locale”.

Nuova ruralità e turismo sono gli assi portanti della strategia di rilancio dell’area attraverso l’innalzamento della qualità e della quantità dei servizi di cittadinanza, e allo stesso tempo azioni volte a favorire la permanenza/il rientro delle giovani generazioni nei comuni di residenza, facendo leva sul miglioramento del contesto e sulla creazione di nuova occupazione.

La creazione di nuove opportunità di lavoro è l’unico per frenare l’esodo demografico e attrarre nuovi residenti e far tornare i discendenti degli emigrati sparsi nel mondo, portandoli a vivere esperienze nel loro territorio d'origine. Solo la presenza dei giovani può attivare fenomeni di ri-generazione dei comuni dell’area, soprattutto di quelli più piccoli, e riattivare positive dinamiche sociali e culturali.

Pertanto, l’inversione delle negative tendenze in atto presuppone:

- Garantire ed innovare i servizi di cittadinanza, il benessere dei residenti e arrestare il declino demografico;

- Rivitalizzare le filiere locali, facendo leva sull’integrazione, su processi di distrettualizzazione e di rete e agendo sulla leva formativa;

- Favorire la permanenza/il rientro dei giovani sul territorio creando nuove occasioni di lavoro e trasformandoli in catalizzatori/attrattori di nuove residenze.

 

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