Nata nel 1995 nel cuore della Valle del Calore, la nostra esperienza editoriale ha attraversato tre decenni di cambiamenti, accompagnando la nascita del Parco Nazionale, la trasformazione delle comunità locali, l’evoluzione dei media e la sfida del digitale. Trent’anni vissuti con coerenza, radici salde e uno sguardo sempre rivolto al domani.
Autore: Bartolo Scandizzo
Paestum, Roccadaspide, Aquara, Bellosguardo, Roscigno, Corleto Monforte, Sacco, Teggiano, Sassano, Sala Consilina, Padula, Montesano sulla Marcellana, Casalbuono, Lagonegro, Lauria, Castelluccio Inferiore e Superiore, Campotenese, Castrovillari, Cassano allo Ionio, fino a Sibari.
Diciannove località principali, ma l’anima del cammino è custodita in ogni angolo che i piedi hanno toccato e lo sguardo ha potuto abbracciare.
Una visione chiara, coerente con il percorso di sviluppo che negli ultimi anni ha proiettato la BCC Monte Pruno tra le realtà più dinamiche del Credito Cooperativo.
Con la quinta tappa del format ideato da Laura Cuozzo, tra dialetti, tradizioni, sostenibilità e Metodo Cuozzo, i bambini diventano protagonisti della scoperta del territorio e della lotta alla povertà educativa
Aperianniverary : Jane Austen e Charlotte Bronte celebrate ad Ascea Marina
La mancata approvazione della mozione di sfiducia contro il sindaco Gaetano Paolino non è solo un incidente di percorso: è lo spartiacque che ridefinisce, in modo profondo, gli equilibri politici di Capaccio Paestum.
Dietro i voti espressi in aula il 3 dicembre 2025 si nasconde infatti la vera geografia del potere in città.
Il neo presidente Roberto Fico ha parlato di aree interne. Bene. Era inevitabile. Ma le dichiarazioni non bastano più. Le aree interne non hanno bisogno di compassione, hanno bisogno di scelte politiche vere.
Ha trasformato la sua vocazione in impegno concreto, dedicando la sua vita a rendere viva e accogliente la struttura che aveva ereditato, insieme al cugino Michele – anche lui scomparso prematuramente – dai loro genitori rientrati dal Venezuela.
Il dato più eclatante è, nonostante tutto, l’ulteriore calo degli elettori, che sta a significare una cosa chiara: la “gente” è stanca di un rito democratico che seleziona una classe dirigente alla quale affidare le sorti amministrative della Regione Campania senza che cambi realmente nulla.
Oggi lascia il mondo in cui ha vissuto e agito, con i segni evidenti del suo passaggio in un territorio che fa fatica a riconoscerli ancora oggi — figuriamoci negli anni Sessanta del secolo scorso
8 novembre 2025.In un giorno d’autunno Enza Marandino ha smesso di vivere. Lo ha fatto consapevolmente, perché non poteva non sapere che quella “vita non vita” che era stata costretta a stiracchiare da troppo tempo non poteva essere la sua.Già da tempo aveva abdicato alla voglia di futuro. Era accaduto quando il “mostro” aveva falciato la vita di Giovanna, sua figlia, dopo aver percorso un lungo “calvario” tra speranze e disperazione. Le stesse strade che anche Enza ha dovuto ripercorrere, quasi a voler “pagare con la stessa moneta” l’impotenza di non essere riuscita a fare nulla per trattenerla in vita…
L’evento si è tenuto il 31 ottobre 2025, dove sono arrivati, da diverse regioni dell’Italia peninsulare e dalla Sicilia, relatori, organizzatori e pubblico per assistere e accompagnare la consegna del “Premio di Cultura Mediterranea” ad un testimone e protagonista indiscusso della vita politica, amministrativa e culturale della storia recente dell’Italia dal dopoguerra ad oggi: Corrado Calabrò.


