Capaccio Paestum si appresta a “celebrare” il rito democratico della scelta del nuovo sindaco e del nuovo consiglio comunale.

Chi sarà il successore di Francesco Alfieri a prendere possesso dell’ufficio del sindaco al palazzo di città, oggi non è dato sapere … ce lo diranno le urne!
Quello che è certo, però, è che chiunque sarà eletto dovrà fare i conti con una situazione complessa che, purtroppo, è stata molto semplificata e ridotta a schemi contrapposti che sono molto lontani dalla realtà delle cose che, comunque, dovranno essere affrontate.
Intanto, bisogna ricominciare dall’unico dato certo; il riequilibrio di bilancio che ha spalmato in 20 anni i debiti contratti dall’amministrazione Alfieri che sono andati ad aggiungersi a quelli ereditati dalle amministrazioni precedenti. Infatti, già dall’inizio del terzo millennio, tutti i sindaci hanno dovuto fare i conti con la difficoltà di recuperare crediti verso i cittadini e imprese che, a vario titolo, hanno creato un contenzioso che inesorabilmente è diventata una “voragine”.
Per cui, il futuro sindaco o la futura sindaca, dovranno passare molto tempo a far quadrare i conti delle entrate “attingendo” al grande bacino del contenzioso e dell’evasione. Urge la necessità di aumentare l’opera di recupero per pagare i debiti ma anche per tentare di non far mancare alla macchina amministrativa la percentuale “vitale” per fare “politica” ed evitare di ridurre la qualità delle prestazioni e dei servizi ai cittadini.
Poi c’è la necessità impellente di completare opere che, già finanziate, aspettano solo di essere messe a disposizione della comunità che le ha attese per lungo tempo.
Dopotutto, una città che regge la sua economia di turismo non può esimersi dall’offrire servizi all’altezza e strutture culturali adeguate a sviluppare un interscambio con i mondi della cultura, dello sport, del tempo libero, dell’agricoltura, dell’edilizia … tutte azioni che servono a rivitalizzare il commercio e l’attrattività di una destinazione turistica in grado di garantire servizi all’altezza ai visitatori provenienti a livello regionale, nazionale e internazionale.
Le “opere” ci parlano, ci osservano, ci richiamano … esse pretendono attenzione! Le “opere”, se sono lasciate andare alla deriva, trascineranno l’intero sistema Capaccio Paestum a fondo e le conseguenze dovranno pagare i cittadini e il sistema economico produttivo senza trarne “benefici”.

Ecco perché, al di là della voglia di farla “pagare” a chi, nel bene e nel male, ha amministrato la Città dei Templi negli ultimi 20 anni, è ora il momento di guardare avanti e indicare le strade che si vorranno imboccare per fare bene il “bene” della comunità di Capaccio Paestum.

Le “opere” ci “parlano” … sia quelle realizzate sia quelle candidate a finanziamenti … come il “Lungomare, i parcheggi a monte della via Posidonia, il servizio navetta per e dalle spiagge pubbliche e private, lo sfoltimento della pineta a ridosso della spiaggia (che deve essere completato pena il collasso generalizzato), l’ex Tabacchificio, la sistemazione dell’acquedotto a Capaccio Capoluogo, la promozione culturale della biblioteca comunale, il completamento dei cine-teatro e l’intero comparto di piazza Santini, il raccordo sistematico con il Consorzio di Bonifica di Paestum, l’ammodernamento di viabilità e servizi nelle contrade: l’adeguamento dei plessi scolastici periferici, la realizzazione del sottopasso ferroviario a Paestum, l’avvio del trasferimento del Mercato ortofrutticolo da viale della Repubblica alla contrada Cerro a ridosso dell’area PIP, l’attivazione del servizio trasporto pubblico che collega il centro alle contrade e le contrade al centro, la manutenzione del verde pubblico indicato a modello a livello provinciale ed anche oltre …

Inoltre, c’è anche da attivare un modus operandi per garantire la sistematica gestione degli spazi sopra e a ridosso della cinta muraria, internamente ed esternamente, perché così come vengono gestiti a singhiozzo è del tutto fuori da ogni logica: sia a livello archeologico sia in considerazione del fatto che sono il biglietto da visita dell’intera area archeologica per chi vi entra da ognuna della quattro porte.
Vale anche la pena ricordare che, da tempo immemorabile, è chiuso il “Museo narrante” e l’intera area archeologica di “Hera Argiva” scoperta da Umberto Zanotti Bianco e Paola Zancani Montuoro, negli anni ’30 del secolo scorso è lasciata andare di nuovo verso l’oblio da dove l’avevano tratta i valorosi archeologi confinati a Paestum dal regime fascista..
Poi c’è da considerare il comparto bufalino e quello turistico … due settori che trainano l’economia della città e garantiscono praticamente la “piena” occupazione muovendo risorse importanti che andrebbero accompagnate con un incoraggiamento ad adottare sempre più consapevolmente protocolli all’altezza dei cambiamenti sui quali il “turismo” e il “gusto” si sono incamminati: attenzione all’ambiente (è sempre più urgente la realizzazione di bio-digestori per la trasformazione dei liquami in energia) e adeguamento dei servizi alla persona. Ricordandosi anche che le maestranze che vivono a contatto del “pubblico” che pagano per prestazioni all’altezza delle “promesse” e non possono ritrovarsi i “musi lunghi” di chi è sottopagato se non addirittura retribuito in nero.

Il riequilibrio di bilancio approvato con “coraggio” dal consiglio comunale uscente su proposta della Vice sindaco M. Antonietta Di Filippo, prima di dimettersi, garantisce che potranno essere completate e messe a disposizione del sistema Capaccio Paestum.
Sono questi i temi da affrontare, analizzare e portare all’attenzione degli elettori suggerendo correttivi in grado di poter “marcare” significativamente il modo di pensare al futuro della città da parte di chi si propone in alternativa all’amministrazione precedente; o, se si vuole dare continuità a quanto fatto finora, completando il tutto seguendo lo schema di chi le ha immaginate, realizzate, finanziate o anche solo progettate.
L’avviso ai “naviganti” è chiaro … non esistono scorciatoie e si potrà sempre additare gli errori fatti da chi li ha preceduti a “palazzo di città”. Chi ha deciso di mettersi in gioco non avranno scampo: dovranno dimostrare con i fatti che hanno le idee chiare per “governare” la complessità della situazione!