
Dal Cavaliere Attilio De Lisa del Comune di Sanza (Sa) quale cattolico cristiano praticante della diocesi di Teggiano-Policastro di cui onora con grande gioia il doppio prodigio avvenuto oggi al Duomo di Napoli ed espone la vicinanza sia al Cardinale emerito Crescenzio Sepe che all’Arcivescovo Metropolita di Napoli Domenico Battaglia e alla Curia diocesana.
Come dai media. Miracolo di San Gennaro, il sangue si è liquefatto durante l’apertura della settimana liturgica nazionale.
Scolto il sangue di San Gennaro doppio prodigio a Santa Patrizia.
Ale 17.52 l’abate Vincenzo De Gregorio ha annunciato la liquefazione del sangue di San gennaro. Bacio delle reliquie da parte del Cardinale Crescenzio Sepe e del Segretario di Stato Vaticano Cardinale Pietro Parolin di cui è stato comunicato anche alla Santa Sede, alla Segreteria dello Stato Vaticano, alla Santa Romana Chiesa, alla Diocesi di Roma con il Vescovo Papa Leone XIV e alla Conferenza Episcopale Italiana.
“Nel momento in cui è stata prelevata la teca con la reliquia del Santo, il sangue si è presentato completamente liquido”. Con queste parole, pronunciate alle ore 17.52, l’abate della cappella del Tesoro di San Gennaro , monsignor Vincenzo De Gregorio, ha annunciato la liquefazione del sangue del patrono di Napoli davanti ai fedeli riuniti nel Duomo.
Il prodiglio, che la Chiesa non definisce miracolo ma prodigio, ha suscitato emozione e applausi prolungati tra i presenti, testimoni di un evento che va oltre le tradizionali celebrazioni legate al santo.
Dopo l’annuncio ufficiale, la teca contenete il sangue di San Gennaro è stata offerta al bacio del Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin e del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli.
Successivamente, l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, è sceso dall’altare e ha mostrato la reliquia ai fedeli, che hanno accolto il gesto con un lungo applauso.
Il clima di commozione e devozione ha accompagnato un momento che resterà nella memoria dei partecipanti, reso ancor più significativo dalla cornice solenne dell’apertura della Settimana liturgica nazionale.
Oggi 25 agosto 2025 c’è stata la coincidenza con Santa Patrizia, infatti quella odierna è stata una giornata straordinaria per la Città di Napoli. In precedenza si era infatti verificata anche la liquefazione del sangue di Santa Patrizia, altra patrona della città, proprio nel giorno della sua ricorrenza. Due eventi prodigiosi nello stesso giorno hanno dato un segno di particolare intensità spirituale alla celebrazione, confermando ancora una volta il legame profondo tra i santi e la comunità napoletana.
Settimana liturgica nazionale: omelia card. Mimmo Battaglia in suffragio di Papa Francesco (Napoli piange il Cardinale Jorge Mario Bergoglio. L’accorata melodia dell’arcivescovo: “È vivo nel cuore della Chiesa che ha tanto amato”. Tra i partecipanti alla funzione anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi) “la speranza ha il volto del Crocifisso Risorto e di chi, come S. Gennaro, testimonia che l’amore è più forte della violenza”.

“Anche la liturgia è e può esser sempre più culla di speranza. E questo perché la liturgia non è un orpello antico, non roba da iniziati, non è un rito freddo. Anzi, è un incendio. È la memoria viva di un Amore che ha attraversato la morte, che l’ha vinta, e che ogni giorno continua a risorgere nei frammenti della nostra vita. Sì, la liturgia è il grembo in cui si genera la fede, la mensa su cui si nutre la carità, la casa dove abita la speranza. Una speranza che non si compra, non si fabbrica, ma si riceve come dono, come respiro, come promessa fedele”. Lo ha detto, stasera, il card. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, nella celebrazione dei vespri in cattedrale, che ha aperto la 75ª Settimana liturgica nazionale, sul tema “Tu sei la nostra speranza. Liturgia: dalla contemplazione all’azione”.

E, ha sottolineato il porporato “questa speranza ha un volto. Ha il volto del Crocifisso Risorto. E ha anche il volto di chi, come S. Gennaro, ha testimoniato fino alla fine che l’amore è più forte della violenza, che la mitezza è più ostinata del potere, che il sangue versato in nome di Cristo è seme e non la fine. Napoli lo sa. Napoli lo porta nel cuore, nel grembo, nel petto. Perché il sangue del suo vescovo non è solo reliquia, ma parola che continua a parlare, che continua a scuotere, che chiede ancora oggi: ‘Per chi dai la vita? Per cosa sei disposto a sanguinare?’”.
Per il card. Battaglia, “il vescovo e martire Gennaro ci insegna che esiste anche una liturgia del corpo che si spezza e del sangue che si dona. Pur avendo poche notizie della sua vita, possiamo davvero immaginare che seppur in modo e forma diverse dal nostro tempo, Gennaro abbia vissuto la mensa eucaristica e la preghiera come una vera liturgia della vita, in cui ogni gesto era offerta, ogni respiro sacrificio, ogni giorno una comunione”. Gennaro “non ha separato il culto dalla vita, ma ha fatto della sua vita un culto. Il martirio non è stato un’improvvisazione eroica – non lo è mai -, ma il compimento naturale di una esistenza fatta dono. In lui, la preghiera si è fatta sangue, la fede si è fatta carne, l’amore si è fatto dono, resistendo al male, all’insignificanza, alla disperazione di un potere che può uccidere il corpo ma non può nulla sul cuore, sull’anima”.

Cavaliere Attilio DE LISA