Padula tra storia, sapori e contrasti: Carlo V e la “frittata delle mille uova”
Reportage dal Vallo di Diano
Il Vallo di Diano torna a vestirsi di storia e leggenda per accogliere la rievocazione di un episodio unico: la famosa frittata delle mille uova di Padula, preparata in onore dell’imperatore Carlo V d’Asburgo dai monaci della Certosa di San Lorenzo.
Un imperatore “sul quale non tramontava mai il sole”

Carlo V (1500-1558), Sacro Romano Imperatore, Re di Spagna, Napoli, Sicilia e Sardegna, principe dei Paesi Bassi e capo della Casa d’Asburgo, dominava un impero vastissimo, tanto da ispirare il celebre motto: “Sul suo regno non tramontava mai il sole”.
Nel 1535, reduce dalla vittoriosa campagna di Tunisi, attraversò il Vallo di Diano diretto a Napoli. Per accoglierlo, i monaci certosini realizzarono una frittata gigante passata alla storia, oggi simbolo della tradizione culinaria campana.
La tappa amara a San Giovanni in Fonte

Con un gruppo di amici, il viaggio verso Padula inizia con una deviazione a San Giovanni in Fonte, straordinario battistero paleocristiano per immersione, costruito sopra una sorgente d’acqua purissima.
L’accoglienza, però, è deludente: l’acqua, un tempo viva e frizzante, appare stagnante; i canali sono colmi di fango, l’area interna invasa da escrementi di piccioni e l’esterno in stato di abbandono.
La cartellonistica è in parte illeggibile, il verde trascurato, le protezioni del sentiero divelte. Un gioiello archeologico del patrimonio culturale campano lasciato al degrado, orfano di custodia e assistenza turistica.
La Certosa di San Lorenzo in festa

Il tono cambia arrivando alla Certosa di San Lorenzo di Padula, capolavoro architettonico e tra le principali attrazioni turistiche in Campania, dove i preparativi per la rievocazione storica sono già in fermento.
Nel giardino della residenza del Priore, turisti e visitatori cenano in attesa dello spettacolo. Alle 22, squilli di tromba e fuochi pirotecnici annunciano l’arrivo del corteo storico. Cavalieri in costume, sbandieratori e figuranti accompagnano l’imperatore e la consorte fino al grande portale del monastero, da cui escono i monaci per rendere omaggio.
Mille uova per un imperatore

Al centro della scena, una padella monumentale a forma di conchiglia, governata da leve, carrucole e un braciere imponente. Dopo aver scaldato una tanica d’olio, vengono versate le mille uova già sbattute.
Gli addetti controllano con attenzione ogni fase della cottura, mentre la voce narrante racconta le gesta di Carlo V.
Quando la frittata è pronta, un applauso fragoroso accompagna il primo assaggio dell’imperatore, seguito dal resto del pubblico. La macchina “infernale” resterà esposta fino alla prossima edizione, prevista per agosto 2026.
Tra gloria e incuria
La giornata si conclude tra sorrisi e fotografie, con il sapore della storia di Padula e della convivialità ancora vivo. Ma resta l’amarezza per un patrimonio, come quello di San Giovanni in Fonte, che meriterebbe la stessa cura e orgoglio dedicati alla rievocazione della frittata delle mille uova.

Carlo V, l’imperatore che per primo unificò sotto un unico grande impero l’intera Europa, rivive a Padula la sua eterna gloria. Nel Vallo di Diano viene rievocato lo straordinario evento della “frittata delle mille uova”! Furono i monaci della Certosa di San Lorenzo a Padula a preparare l’incredibile “frittata” in occasione del suo passaggio per il Vallo di Diano mentre risaliva verso Napoli. L’imperatore proveniva dall’Africa dove aveva posto d’assedio e conquistata la fortezza di Tunisi.
Carlo V d’Asburgo (nato a Gand, il 25 febbraio 1500 – morto a Cuacos de Yuste, il 21 settembre 1558) è stato Sacro Romano Imperatore Germanico e arciduca d’Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe sovrano dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506[6]. Re di Napoli, di Sardegna e di Sicilia.
Inoltre, è stato a capo della Casa d’Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu imperatore di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e i regni aragonesi di Sardegna, Napoli e Sicilia, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero germanico esteso su Germania e Nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe.
Con Gina, Maria e Alfredo, arriviamo nel “Vallo” con ampio anticipo … L’obiettivo è fermarci a San Giovanni in Fonte, un gioiello architettonico che è elevato a protezione della sorgente eletta a Fonte battesimale, per immersione, in epoca paleocristiana.
È una vera delusione arrivare con gli amici presso l’unicum archeologico che è la Fonte Battesimale per immersione che risale ad epoca paleocristiana … L’acqua che emerge accompagnata dalle bollicine che restituiva una frizzante sensazione di allegria appare smorta nella sia staticità.
I canali nei quali, di solito, si incanalava l’acqua sorgiva mostrano il fondo melmoso; la passerella che consente ai visitatori di scrutare il fondo della fonte, è deserta di visitatori; l’interno dell’antica struttura è dominato da escrementi di piccioni che spadroneggiano di giorno alternandosi con i pipistrelli che la occupano di notte; La cartellonistica che a chi legge storia e utilizzo del luogo è, a tratti, illeggibile; l’area verde esterna che circonda il “battistero” è in avanzato stato di disarmo;

La palizzata che dovrebbe proteggere chi frequenta il sentiero della Via Istmica, che corre a monte della strada sterrata, anch’essa abbandonata, è divelta.
I turisti, adulti e bambini, arrivati lungo lo sterrato al sito, si aggirano straniti badando a non farsi prendere dallo scoramento…
Insomma, un disastro annunciato da quando i servizi di guardiania e assistenza ai turisti affidati a giovani volenterosi furono soppressi … attualmente il sito è del tutto incustodito!
Adiacente all’area, prospera la struttura di accoglienza dove è molto attivo anche un allevamento di trote con diverse vasche d’acqua proveniente dalla stessa sorgente che, dopo aver fatto il suo “lavoro” viene riversata nell’alveo del fiume più a valle.
Con queste considerazioni ci avviamo verso la Certosa dove fervono già i preparativi dell’evento annunciato …
Nell’ampio giardino sul quale si affaccia il portico della residenza del Priore è in pieno fermento “culinario” … i tavoli sono presi d’assalto dai turisti che approfittano, come anche noi, di cenare anche per ingannare l’attesa del fatidico evento … l’accensione dei fuochi è prevista per le ore 22.00.
Squilli di trombe preannunciano che il corteo si è incolonnato nello stradone che porta alla Certosa. Centinaia di turisti si accalcano sulla “balconata” che si affaccia sull’ingresso dell’area destinata ai visitatori del complesso religioso.
Fuochi pirotecnici rimbombano in ogni direzione, scalpiccio di zoccoli di cavalli, a stento trattenuti dai cavalieri in costumi d’epoca, rendono realistica la rievocazione. Sbandieratori e scorta di Carlo V si muovono lentamente per rendere più “magnificante” la scena. All’ingresso nel cortile esterno del corteo anche il grande portale del monastero si schiude per far uscire un monaco di bianco vestito.
La controfigura del Re prende possesso del seggio a lui destinato; al suo fianco, un po’ defilata, siede la consorte e dietro prende posto il seguito; le altre decine di comparse si dispongono lungo le mura a fare coreografia.
Anche le controfigure dei monaci escono e, in processione, vanno a rendere omaggio al sovrano vittorioso.

All’annuncio della voce narrante, gli addetti alla maestosa padella in ferro mettono in moto i complicati ingranaggi necessari a governare la macchina complessa che accoglierà al suo interno le “mille” uova sbattute destinate a diventare una prodigiosa “frittata”.
Il braciere viene accesso e spinto sotto la grande padella a forma di “conchiglia” … dentro viene versato una tanica d’olio che verrà portato alla temperatura giusta prima di accogliere le “mille” uova già sgusciate e pronte all’uso.
Intanto, il bravo “dicitore” si dilunga nel presentare al Re il mondo in cui il destino lo ha voluto “portare”. Decine di addetti al braciere, con l’aiuto di leve e carrucole aprono e chiudono, sollevano e rivoltano, controllare e ricontrollare il punto di cottura … l’annuncio che la “frittata” è “fatta” solleva un boato e un grande applauso della platea di gente accorsa per l’evento e occupa l’intero cortile esterno della Certosa.
Carlo V apprezza, i figuranti sono sudati ma soddisfatti di aver reso un servizio all’illustre ospite, cavalieri e armigeri si possono rilassare e, tutti insieme si apprestano ad assaporare uno “spicchio” della frittata, ovviamente, dopo che l’imperatore avrà esercitato il diritto del primo assaggio.

La macchina “infernale” ricostruita per la cottura delle mille uova, dopo averla fatta raffreddare, sarà esposta in uno spazio adiacente alla Certosa a favore di chi vorrà constatare personalmente che esiste … per vederla all’opera dovranno venire a Padula alla prossima esibizione nel mese di agosto del 2026.
Anche noi, soddisfatti di aver passato una bella giornata in compagnia, un po’ amareggiati per lo stato in cui abbiamo trovato “San Giovanni in Fonte e comunque allegri per essere stati testimoni di un evento che sa di storia vissuta … prendiamo la via del ritorno a Paestum dove non mancheranno altre occasioni per stare insieme e gioire in compagnia.



