A consolidare e a innalzare il livello competitivo del turismo nel Cilento può contribuire in maniera considerevole lo sviluppo e la valorizzazione della montagna. Chi opera nel settore turistico sa che in un territorio come il Cilento, da sempre vocato al turismo balneare, è sbagliato lasciarsi andare a facili entusiasmi, ma è pur giusto riconoscere la crescente consapevolezza che i cilentani hanno delle risorse offerte dalla montagna.
Le aree montane rappresentano una risorsa preziosa per tentare di destagionalizzare un turismo basato su una stagione estiva che si fa di anno in anno sempre più corta. Combattendo scetticismi comprensibili e una grandissima frammentazione dell’offerta, il sistema dell’organizzazione turistica montana nel Cilento, nel Diano e negli Alburni potrebbe in breve tempo fare un enorme progresso e potrebbe rappresentare l’unico modo per destagionalizzare il turismo. Prendere atto, con ottimismo, dell’enorme potenzialità delle montagne, accettare la sfida di un turismo delle aree interne, dodici mesi l’anno, consentirebbe di offrire nuove opportunità a un territorio gravemente provato dallo spopolamento. Mettere in moto processi reali di cambiamento può rivelarsi il motore del turismo nel Cilento. Per essere reali promotori del cambiamento occorre partire da una lettura corretta delle attuali condizioni, che non permettono, oggi, di considerare il turismo come una vera opportunità di sviluppo per l’economia dell’intero territorio. In un mercato internazionale in cui migliaia sono le destinazioni turistiche il turismo del Cilento, preservando le sue radici forti, la sua capacità ospitale e la sua cultura dell’accoglienza, deve sviluppare un modello di gestione che assecondi le esigenze di una domanda sempre più evoluta e complessa, integrando turismo balneare e turismo montano in un territorio fra i pochi a poter vantare una così straordinaria e variegata bellezza paesaggistica che spazia dalla costa alla montagna. Occorre insomma avere una visione strategica del futuro e del turismo attraverso azioni di qualificazione e innovazione dell’offerta che non possono non considerare l’enorme potenzialità delle aree interne.
Le possibili scelte sono due: una di timorosa attesa, nella speranza che il turismo balneare giunto al suo massimo sviluppo e oramai in fase calante possa reggere il colpo della concorrenza internazionale; l’altra, valorosa, è invece quella di riflettere, con realismo e coraggio, e credere fino in fondo alle straordinarie opportunità della montagna, trasformando le attuali difficoltà economiche in opportunità di sviluppo e di crescita.
Condividere una comune visione di sviluppo, aree costiere e aree montane insieme, riprogettare il turismo cilentano senza campanilismi e concorrenze interne, deve diventare l’importante, condiviso obiettivo dei cilentani: accettare una sfida che si trasforma in grande opportunità.
i gravi problemi che il turismo cilentano ha incontrato nell’estate appena passata deve diventare un’occasione per la riorganizzazione strategica dell’offerta turistica, che deve credere nella potenzialità della montagna quanto in quella del mare, nelle stagioni invernali quanto in quelle estive. Il turismo nel Cilento come offerta di offerte nella quale coesistono e si intrecciano il mare e la montagna. Il Cilento è un territorio che può offrire vacanze anche non in alta stagione, e lo spopolamento che affligge la montagna può, deve essere occasione per cambiare, per sviluppare il turismo montano. Per la montagna cilentana, tutta ancora da scoprire e valorizzare, si può pensare realisticamente a uno sviluppo che si fonda sulla qualità e sull’autenticità, uno sviluppo che può avere un impatto positivo e, chissà, magari perfino contrastare il preoccupante fenomeno dello spopolamento.




1 commento
Il “Cilento che verrà ” non può temere con siffatte presenze critiche che ammoniscono e presagiscono urgenze e rotte… Macte virtute!