Tematica fra le più amate dai poeti, la Natura è protagonista dei versi di Scelly. “Non esiste un fioraio che vende papaveri” è l’ultima raccolta di una sensibile poetessa, Francesca Martuscelli, che sotto pseudonimo pubblica versi che ruotano intorno a una poetica della natura carica di travolgente stupore. Una natura, quella di Scelly, che è soggetto centrale e fonte di ispirazione, che suscita emozioni profonde, che seduce il lettore e lo trascina per campi, per boschi.
I papaveri, a cui hanno dedicato poesie anche Christian Bobin, John Keats e Pablo Neruda, danno il titolo alla raccolta. E col titolo della raccolta che riecheggia nella mente mi predispongo a passeggiare in un campo di fiori, poesia dopo poesia: all’ albeggiare, Scelly ci invita ad andar per more (“Andar per more è cogliere il rito magico // dell’alternanza delle stagioni, // aspettare e rispettare il dogma // che non c’è regola senza eccezioni”), incontriamo la Bella di notte, che splende “senza paura”, ci avviciniamo al mare e scorgiamo il Vesuvio, scopriamo “nel tempo geologico la storia più vera” e che “per ogni bosco che brucia si spegne una favola antica”; e ci lasciamo meravigliare dalla natura, a cui ci abbandoniamo. Scopriamo la carruba e il suo valore: (“Nell’antica Grecia, per pesare monete d’oro e gemme preziose // c’era bisogno di un’unità di misura, // un peso specifico che indicasse una dose”). Dello sguardo dei poeti, necessario oggi più che mai, scrive nella prefazione Alfredo De Dominicis: “Oggi, c’è urgente bisogno dello sguardo dei poeti. Oggi, dove tutto è in continuazione ripreso e postato e reso pubblico in una fredda condivisione, il loro sguardo privato, pieno di perenne e rinnovato stupore, è diventato ancora più necessario … Ai poeti non interessa descrivere le cose come sono, né interessa fotografare la realtà, che sanno essere ben più profonda di qualsiasi poesia, ma piuttosto sfiorare, carezzare il segreto che essa racchiude. E questo Scelly lo fa, come appunto sanno fare i poeti”.
E viene da pensare che la scelta dell’ Autrice di utilizzare uno pseudonimo in un’epoca di sovraesposizione mediatica racchiuda un invito a riscoprire i lenti, antichi e affascinanti ritmi della natura!
Guardando l’indice colpisce subito l’ordine alfabetico dei titoli delle poesie, e la coerenza di un immersivo viaggio poetico nella natura in cui Schelly, Guida ambientale escursionistica, ci conduce per mano pagina dopo pagina. Ho sempre in mente il titolo della raccolta, e scorrendo le poesie cerco la lettera “N”. Trovo “Non colpite i gerani”: una poesia che colpisce me ( “Nella casa d’infanzia il geranio invadeva ogni angolo // di gioco con arroganza, // circondava minacciosa, la sua frenesia di crescere,//spazi che non erano mai abbastanza. // ‘Non colpite i gerani, attenti col pallone!’ // La sua bellezza mi era oscura e non comprendevo //tanta attenzione” ).
La poesia che segue è quella dedicata ai papaveri, quella che dà nome alla raccolta, quella che, incuriosita, cercavo: (Non esiste un fioraio che vende Papaveri, // che bella follia. // Sparsa nei prati verdi, nei campi incolti, //tra i binari del treno, // in ogni dove la natura si diverte // a dipingere spontanei capolavori di fantasia). I papaveri fanno capolino, disinvolti, adorni di “una bellezza senza sfoggio, senza vanto”, che è fragile, irriverente, scompigliata e senza difese. Che il papavero è rosso, invece, Scelly non lo dice, e mentre rileggo invano i versi in cerca di questo aggettivo che mi aspettavo di trovare, lo sguardo si posa sul colore vivo del disegno realizzato da uno dei figli dell’Autrice. Nella poesia di Scelly sono racchiusi solo significati profondi e mai scontati: (“Quel che il papavero non sa, //, è che ogni suo fiore dura un giorno soltanto; // non esiste un fioraio che vende Papaveri, // che prezioso incanto”).
E le poesie rapiscono l’una dopo l’altra, fino all’ultima, avvolgente, che chiude la raccolta con un’immagine luminosa che celebra, suggellandolo, il connubio fra natura e poesia: “nel profumo di Zagare in fiore: // la poesia – come un albore.”




2 commenti
Una recensione che svolge egregiamente il suo istituzionale ruolo, quello di suscitare attenzione verso il libro di cui parla tale da indurre il lettore a desiderare di leggerlo. Complimenti!
Complimenti per la recensione..Poeticamente allettante e invitante a leggere il testo.