Il Cilento ha necessità di comunicare un’immagine fortemente identitaria dei suoi luoghi, della sua storia e delle sue tradizioni nel competitivo contesto di promozione internazionale rafforzando il senso di appartenenza dei cilentani al proprio patrimonio culturale, nel rispetto delle articolate e molteplici situazioni locali di cui i diversi “dialetti” sono ricche e nobili declinazioni.
Le articolate configurazioni paesaggistiche, culturali e di espressioni sociali del Cilento rappresentano un’opportunità di attrazione e di competitività a livello nazionale e internazionale, a patto che l’atomizzazione delle iniziative, la ridondanza delle proposte e la mancanza di una coerenza generale dei progetti non disperda il crescente impegno di promozione del territorio.
Occorre pensare alla promozione del patrimonio culturale dell’intero Cilento, una valorizzazione che penetri in tutto il territorio, che coinvolga gli abitanti, che restituisca un senso ai luoghi fantasma abbandonati, alle case dirute che custodiscono memorie e tradizioni.
Solo contrastando i campanilismi paralizzanti e ponendosi l’obiettivo di realizzare una promozione diffusa del patrimonio culturale cilentano si potranno salvare, esaltandole, le singole realtà territoriali di cui ogni borgo è irripetibile espressione. Conservazione e comunicazione della matrice identitaria dei tanti borghi cilentani: il presupposto per un dialogo comunitario. Superando l’atavico ostacolo del campanilismo si riuscirà a definire il ruolo del patrimonio culturale nella valorizzazione del Cilento e nel contrasto allo spopolamento e all’abbandono del territorio.
Edifici e strutture di notevole interesse storico, archeologico. artistico e sociale, costruzioni rurali di interesse storico, tradizioni, lingue locali… rientrano in quella definizione unitaria di patrimonio culturale, derivante da comuni riferimenti a concetti come ‘monumenti’, ‘antichità’, ‘storia’, ‘arte’ riferiti all’identità cilentana.
Impegno dei cilentani deve essere quello di tutelare, valorizzare e promuovere i siti antichi, gli edifici storici, i monumenti; conservare e rendere accessibili le collezioni di libri, opere d’arte, le testimonianze del passato; incoraggiare lo sviluppo di musei e luoghi delle arti. La cooperazione tra i comuni, le associazioni e gli enti si configura come un efficace quanto necessario elemento per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale collettivo.
Promuovere il turismo e lo sviluppo delle infrastrutture, sostenere una forte partecipazione dei cittadini nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio immateriale, creare una rete e un circuito virtuoso di sviluppo è importante, fondamentale, per salvaguardare il patrimonio culturale minore e poco conosciuto. Per siluppare una consapevolezza diffusa del grande patrimonio cilentano e della necessità della sua tutela e promozione occorre una pianificazione territoriale.
Il restauro edilizio e la salvaguardia del patrimonio architettonico hanno un ruolo di riqualificazione dei borghi e allo stesso tempo di tutela di quel patrimonio immateriale custodito dai luoghi: v’è un legame profondo tra patrimonio materiale e patrimonio immateriale: l’uno ha necessità dell’altro, per sopravvivere. La valorizzazione dell’insieme delle potenzialità fisiche, culturali, economiche, umane del territorio afferma l’identità dei luoghi, indispensabile ad uno sviluppo rispettoso. L’intervento di tutela e promozione deve avvenire in cooperazione con la collettività che abita i luoghi e che deve assumere un ruolo da protagonista nella gestione del proprio patrimonio culturale.
La tutela, la valorizzazione e lo sviluppo locale devono fondarsi sull’identità del patrimonio culturale: un patrimonio che, scrive l’antropologo Pierre Lamaison, è “un insieme di fattori sociali, di beni materiali o immateriali, di sapere organizzato, che sono trasmessi, trasformati sul territorio. La conoscenza di tutti questi elementi impone di prendere in considerazione le caratteristiche più varie, andando dalle forme dell’organizzazione economica e sociale al sapere tecnico o simbolico, dai mezzi di comunicazione ai beni materiali, si tratta di considerare ciascun elemento come parte di un tutto, di quello che si chiama cultura”.
Per valorizzare il patrimonio culturale del Cilento, materiale e immateriale, occorre investire nella conservazione fisica dei beni e del loro valore; favorire l’accesso ai beni e la diffusione della loro conoscenza, organizzare studi, ricerche, iniziative scientifiche, attività didattiche e divulgative e mostre anche in collaborazione con realtà che si trovano al di fuori del Cilento come università e istituzioni culturali di ricerca; organizzare itinerari culturali che mettano in connessione il patrimonio con i beni naturali; promuovere iniziative tese allo sviluppo delle espressioni culturali ed artistiche, anche attraverso l’impiego della tecnologia; promuovere un equilibrato sviluppo delle attività culturali tra i diversi borghi.
La pianificazione del patrimonio culturale è un campo di opportunità che il Cilento deve saper cogliere!



