In un giorno qualsiasi del mese di agosto 2025, come mi accade abbastanza spesso da qualche anno, arrivo a Piaggine, situato al punto più vicino alla montagna (circa 700 m sul livello del mare) e trovo la piazza Vittorio Veneto, semi occupata da un palco con la ribalta rivolta all’ingresso del bar e le spalle ai “purcili,” … così è chiamata in gergo popolare la piazza Umberto I a forma circolare più frequentata dai Piagginesi … chiainari per usare ancora il “gergo”.

Già alla sua prima uscita avevo fatto notare con un articolo che il fatto appariva come la negazione del significato di “piazza” … luogo di incontro, confronto e di passeggio. Si levarono delle critiche nei confronti di chi lo aveva scritto, soprattutto da parte dei giovani che sono i maggiori fruitori dell’evento musicale che si sarebbe ripetuto, a distanza di un anno, nella tarda serata.
Dopo aver cenato a casa, con Gina mia moglie, esco in piazza e decido, d’istinto, di avviarmi verso la “chiazza,” situata in fondo alla discesa di corso Umberto I …
Arrivo davanti al comune, mi guardo intorno e mi sento stranito dal silenzio interrotto da poche voci provenienti dall’unico tavolino occupato davanti al bar … con Gina passiamo oltre con l’obiettivo di entrare in chiesa e poi ritornare sui nostri passi.
Proprio davanti alla chiesa di San Nicola, che mi ha visto vestire i panni di chierichetto quando la parrocchia era retta da Don Giuseppe, intravedo due volti conosciuti … Nicola e … che risalivano la via per recarsi ai “purcili,” e godersi un po’ di vita vissuta regalatele dai “migranti di ritorno” per le feste d’agosto.

D’impulso decido che sarà nella “chiazza,” che consumeremo al tavolino qualcosa che contribuisca a renderla meno vuota. Con Franco e Antonietta Petraglia, che risiedono da 50 anni a Siena (un luogo dove le piazze hanno fatto la storia) parliamo dei tempi andati.
Franco mi ha visto nascere nella casa dei miei nonni, Antonia e Antonio, dove i miei genitori Giuseppina e Giuseppe, si sistemarono appena sposati nei primi mesi del 1955. I suoi genitori, parenti dei miei nonni, abitavano qualche portone più avanti sul lato opposto della via intitolata al maestro Biagio Bruno.
La sua andata a Siena come agente di pubblica sicurezza, trascinò verso la Toscana altri componenti della sua famiglia e della moglie … diventarono punti di riferimento anche di tanti giovani che presero la strada delle Toscana per andare a studiare all’università …

I racconti si confondono con i ricordi tranne per alcuni fatti che lasciarono il segno … come la morte improvvisa di mio padre all’ospedale policlinico di Siena per un ictus … la famiglia di Franco, suo fratello Nicola e sua Sorella Carmelina fecero in modo che al dolore non si sovrapponessero anche tutte le formalità burocratiche necessarie per far intraprendere alla salma e mia madre il viaggio di rientro della salma e di noi tutti a Piaggine, …
Gli argomenti si fanno più allegri quando si parla di altre vicende come la laurea di M. Carmela, mia sorella, e i ricordi legati alle saltuarie visite nella città del “palio” fatte nei decenni a venire.
Gina e Antonietta decidono di tornare verso la chiesa di San Nicola per rifare la visita insieme, mentre con Franco restiamo ancora a sfogliare le storie che emergono dalle parole.
Altri due tavoli, intanto, sono stati occupati … il titolare del bar si avvicina cortese e ci serve da bere.
Lasciamo la “chiazza,” risalendo il corso Umberto I che, da bambino, percorrevo ogni giorno per andare a scuola nell’”edificio” fatto erigere dal sindaco del dopoguerra, Custode Petraglia.
Arrivati ai “purcili,” la serata musicale non è ancora iniziata, quella goliardica, invece sì!
Infatti, i capannelli davanti al Bar Vairo, formati da giovani che già fanno ondeggiare i calici per rivitalizzare i loro contenuti, sono già ammassati e vocianti.
Il “resto del mondo” è andato ad occupare le panchine disseminate lungo l’ovale del marciapiedi e i tavoli che straripano sulla piazza dai marciapiedi opposti dove è situato l’altro bar “Al Cavallino“.

La “chiazza,” invece, si riprende il ruolo di baricentro del paese in occasione delle celebrazioni religiose in onore di Santa Filomena e Madonna del Carmine. Sarà allora che la banda musicale, l’esibizione del cantante famoso e il canzoniere finale riporteranno un’aria di festa che un tempo era ordinaria amministrazione.
Restano memorabili, poi, gli scontri tra fazioni politiche che si sono contrapposte per la conquista del “municipio” … a parte rare eccezioni, il paese aveva un ben precisa demarcazione territoriale: quelli di “Sotto” e quelli di “Sopra”! La “chiazza,” era base operativa, “culturale” ed elettorale con la maggior parte dei consensi nella parte bassa del paese e “purcili,” erano territorio di caccia quasi esclusivo nella parte alta.

Dal dopo guerra e fino all’inizio degli anni settanta, l’alternanza al potere nel paese si basava su poche decine di voti che, per ragioni contingenti, si spostavano da un blocco all’altro.
La vitalità della vita politica amministrativa, che spesso sfociava in vere e proprie “faide” molto spesso, si trasferiva anche all’interno delle famiglie. In realtà, i risultati “basculanti” dipendevano dalla percentuale dei “chiainari” che non si “dichiaravano” ed esprimevano (succede anche adesso) un voto di “opinione” nel segreto dell’urna che rendeva avvincente la “battaglia” elettorale.
In occasione delle elezioni sovracomunali, provinciali, regionali, nazionali … entravano in campo altri fattori, ma sostanzialmente quelli di “sotto” e quelli di “sopra” si trovavano sempre in fronti contrapposti: Socialisti e Democratici Cristiani! Il terzo incomodo era il PCI che aveva attratto molti giovani con Antonio Nigro a fare da “chioccia”.

Poi c’è stato un cambiamento profondo che ha trasformato radicalmente l’assetto urbanistico di Piaggine, … lo sviluppo edilizio verso la “Madonna delle Grazie” ha svuotato letteralmente la parte bassa del paese spostando verso l’alto il baricentro della vita sociale, economica del borgo …
Un fenomeno è comune a tanti borghi del Cilento, dove lo spopolamento ha segnato non solo la demografia ma anche l’urbanistica nei borghi, cancellando lentamente pezzi di memoria collettiva.
Oltre alle scuole: due asili, la scuola elementare e la scuola media, che già richiamavano le giovani generazioni verso la parte alta del paese, fu istituito l’istituto magistrale che segnò l’inizio di una nuova era per la vita sociale ed economica dei Piagginesi.
Ho tralasciato di menzionare la “terza” e la “quarta” gamba sulle quali ha camminato la “storia” del paese: il “ponte” e le vie parallele a monte e a valle del Corso Umberto I.
C’è da riconoscere l’onore al merito di chi ha realizzato il collegamento viario tra il Ponte e la Tempa rendendo accessibili dal lato del fiume molte case a valle del Corso Umberto.

Intuizione ha salvato la possibilità di continuare a vivere nei due borghi antichi, Il Ponte e la Tempa, che hanno visto passare migliaia di ovini e bovini che scendevano dai pascoli in autunno e tornavano in primavera ai piedi del monte Cervati per la transumanza.
La mia generazione è figlia di quel mondo che consentì, grazie alla pastorizia, a molti di evitare la penosa via dell’emigrazione in terre straniere in Europa e nelle Americhe.
Le altre due vie “complanari” che si “sternecchiano” al sole primaverile e autunnale a secondo della posizione, partono dalla piazza Vittorio Veneto, e scendono parallele verso il fiume … via Gaetano Ricci e via S. Anna, in alto; poi a scendere fino a S. Giuseppe; dall’altra parte da via S. Sebastiano fino alla Lungo Calore.

Oggi la “chiazza,” ritorna ad essere protagonista solo in occasione di feste religiose, nozze, funerali e il giorno del mercato domenicale. Per il resto, fa specie che il “salotto” di un tempo sia utilizzato solo come parcheggio per i residenti e per chi si reca al municipio.
Per quel che mi riguarda, d’ora in poi cercherò di non dimenticare di tenere accesa la fiammella che, per quanto esile, facendomi vedere più spesso in uno dei luoghi dell’anima che, insieme al “ponte”, mi hanno cresciuto per quello che sono.
Non sarà certo sufficiente per far rivivere i fasti del tempo che fu, sarà invece importante per me recuperare uno spazio che mi suggerirà ricordi di luoghi e persone che non aspettano altro di essere portati a “galla” …