Il Parlamento, a larga maggioranza, approvò il disegno di legge che prevedeva l’abolizione degli ambiti territoriali e i connessi incarichi triennali ai docenti da conferire attraverso la “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici, previsti dalla legge 107/15. Il tutto si connaturava nella sostanza della “buona scuola” nel corso dell’estate 2015. Il provvedimento legislativo, di fatto, aveva prodotto l’introduzione degli ambiti territoriali, prevedendo la titolarità dei docenti non più sulle singole scuole, ma sugli ambiti. Fra l’altro, questa innovazione politica, consentiva ai dirigenti scolastici di individuare i docenti necessari per la copertura dei posti vacanti nella propria scuola tra quelli titolari nell’ambito di appartenenza della scuola stessa, ritenendoli, in base ai requisiti in loro possesso, maggiormente rispondenti alle esigenze professionali del PTOF della scuola. Si trattava in sostanza di una scelta assolutamente e ingiustamente discrezionale. Il Dirigente, ritenendolo opportuno, assumeva titolo di conferire un incarico triennale nella scuola al singolo docente. Successivamente, con la legge approvata a luglio 2019, il Parlamento sancì la cancellazione degli ambiti territoriali e la connessa “chiamata diretta” dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.Oggi, il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, denuncia il ritorno mascherato della chiamata diretta. Un vero attacco alla trasparenza e ai diritti. Così il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati: “Si sta consumando un pericoloso stravolgimento nelle modalità di assegnazione dei docenti di sostegno: dietro il paravento della “continuità didattica”, si sta reintroducendo, di fatto, la chiamata diretta, abolita dopo la riforma della “Buona Scuola”. La possibilità di confermare, su richiesta dei dirigenti scolastici, i docenti già in servizio rappresenta una grave forzatura delle regole che disciplinano le graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), scavalcando punteggi, titoli e criteri oggettivi” Il Collettivo è convinto che “si parte dal sostegno, ma è evidente il rischio che questo meccanismo venga esteso progressivamente a tutto l’organico docente, aprendo la strada a scelte discrezionali, opache e potenzialmente arbitrarie, con gravi ricadute sull’equità e sulla trasparenza del sistema scolastico”. Il Governo pratica gioco forza sullo stato emotivo intenso delle famiglie, caratterizzato da frustrazione estrema e senso di impotenza e, in assenza di un serio e opportuno piano di stabilizzazione del personale, secondo i Proff. Specializzati, “..sfrutta la disperazione delle famiglie, esasperate dai continui cambi di insegnanti e la precarietà dei docenti che cercano legittimamente di tutelarsi. La cosiddetta “continuità” proposta non è una soluzione: è una toppa fragile e iniqua che rischia di aggravare le disuguaglianze. La vera continuità si costruisce con le assunzioni stabili, aggiungono, non con conferme temporanee e discrezionali. I Proff. di sostegno “..denunciamo con possanza un modello che gioca sulla pelle degli alunni con disabilità, dei loro genitori e degli insegnanti, trasformando il sostegno in un laboratorio pericoloso per sperimentare lo smantellamento dei diritti”. La richiesta del Collettivo, è finalizzata a porre fine a questo genere di soluzioni inopportune, alle deleterie pezze ripara foro e a fornire finalmente una esaustiva risposta con un giusto, rispettoso e adeguato piano straordinario di stabilizzazione. Alzando la voce, gli insegnanti di Sostegno, chiedono in coro: “L’immediato stop a queste pratiche e l’avvio di un piano straordinario di stabilizzazione per tutti i docenti precari, a partire da quelli che operano nel sostegno, troppo spesso abbandonati a condizioni lavorative inaccettabili” Aggiungono: ”Non possiamo restare a guardare. Difendiamo la scuola pubblica, trasparente, giusta e inclusiva”.
Sostegno: il ritorno mascherato della chiamata diretta. Un attacco alla trasparenza e ai diritti
Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede un piano straordinario di stabilizzazione per tutti i docenti precari, a partire da quelli che operano nel sostegno, troppo spesso abbandonati a condizioni lavorative inaccettabili. “Non possiamo restare a guardare. Difendiamo la scuola pubblica, trasparente, giusta e inclusiva”.
Articoli Correlati
Aggiungi un commento