Itinerari turistici creati per offrire un’attività esperienziale unica e studiata appositamente per il Cilento: è questo il segreto per promuovere l’economia e, insieme all’economia, l’identità del territorio. Il territorio cilentano non deve essere visto soltanto come una destinazione turistica ma come un luogo capace di creare un contatto profondo e duraturo fra il turista e un ambiente naturale unico. Oltre a una bellezza naturale mozzafiato, cosa contraddistingue il Cilento? Ambienti silenziosi e privi di inquinamento; la biodiversità, animale e vegetale, da scoprire attraverso passeggiate botaniche; borghi remoti e isolati che, non più abbandonati, possono diventare risorse. Il cicloturismo, in particolare, attrae cicloturisti stranieri provenienti dal nord Europa che spesso visitano l’Italia nei periodi di medio-bassa stagione: il Cilento, per le sue condizioni climatiche favorevoli, è la meta ideale per questo turismo che rappresenta un’ importante opportunità per destagionalizzare l’attività ricettiva e, in generale,il commercio locale.
I piccoli borghi rappresentano destinazioni e attrattive architettoniche, artistiche, storiche e musicali che possono avere grande rilevanza, e così pure l’enogastronomia, capace di valorizzare ed esaltare produzioni locali che hanno antiche tradizioni.
Le destinazioni culturali, adeguandosi alle esigenze dei turisti esperienziali, che hanno necessità e desiderio di vivere un luogo nel tempo di un fine settimana, devono trovare una formula per favorire un legame sempre più dinamico con il visitatore. Quando si pianificano azioni di turismo culturale occorre infatti dare peso non soltanto alla tutela e alla conservazione del bene culturale, ma anche pensare a come renderlo fruibile dai turisti, e perché questo accada non bisogna proporre un’offerta indifferenziata che mira soltanto ad attrarre un numero elevato di persone, ma l’offerta deve mirare a una ricezione qualitativa, dove gli abitanti e il pubblico interagiscono in una comunione di intenti al fine di ottenere il risultato auspicabile: un turismo sostenibile.
Il crescente ruolo della cultura nella vita dei piccoli borghi del Cilento (penso ai poli museali, alle mostre, agli eventi, alle manifestazioni…) definisce, preziosa opportunità di aggregazione, il profondo significato dell’ identità. Cultura e creatività camminano l’una accanto all’altra. Se da un lato la creatività è una strategia che i piccoli paesi del cilento devono seguire per poter crescere e per promuovere lo sviluppo, dall’altro il turismo culturale può, e deve, diventare una via alternativa rispetto all’automatismo dell’offerta pensata di un turismo di massa. Il turismo culturale, che deve essere sempre più esperienziale, deve offrire al visitatore un’esperienza flessibile e autentica.
Ridefinire gli spazi e l’offerta creando percorsi esperienziali è importante perché i visitatori possano sentirsi abitanti temporanei di un borgo, membri di una comunità locale.Il turista culturale desidera conoscere il luogo che visita e allo stesso tempo anche divertirsi. Il fine del turismo, al di là dei fattori economici, deve essere proteggere e conservare il patrimonio, materiale e immateriale che sia, valorizzando il legame inscindibile che lo lega al territorio, alla sua storia e ai suoi abitanti.
Il turismo esperienziale prevede la partecipazione diretta del visitatore nelle attività che vengono realizzate; permette di riscoprire, valorizzare e divulgare gli elementi che costituiscono l’identità; ha spesso un carattere multisensoriale; si basa sempre sulle relazioni umane, che assumono un importante significato. In particolare, questo tipo di turismo, lento e sostenibile, favorisce la conoscenza profonda dei luoghi e degli elementi che caratterizzano l’identità di un popolo.



