Il comitato dichiara oltre 400 edesioni per contestare il biodigestore che produrrà bio-metano
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Auletta,“Auletta Casa Mia” e il sindaco Pessolano già sulle barricate

Il Comitato dichiara che "nel piano di approvvigionamento presentato dalla società sono presenti aziende del Lazio, dell'alta Campania (province di Caserta, Napoli e Benevento) e persino da Umbria e Veneto

Ambiente
Cilento lunedì 08 gennaio 2024
di Bartolo Scandizzo
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Una frazione di Auletta © Unico settimanale

“Il metano di dà una mano” recitava uno spot pubblicitario coniato qualche decennio addietro.

Si trattava di un gas utile a riscaldare case, appartamenti, scuole, ospedali … e a soddisfare le necessità energetiche di fabbriche e industrie con un impatto ambientale molto basso. I piccoli borghi dell’Italia “povera” ne sono stati esclusi per lungo tempo e solo recentemente, quando si sono del tutto desertificati, i tubi si vedono "spuntare" davanti a migliaia di case già da tempo abbandonate!

Ci sono anche realtà decine di aziende e qualche migliaio di abitanti, come Fonte di Roccadaspide, dove i tubi sono ancora lontani da essere stesi …

Al contrario, da una ventina di anni, nella piana del Sele non si riesce ad individuare una soluzione per lo smaltimento del letame prodotto dalla “popolazione” bufalina disseminata a decine di migliaia di capi in un territorio anche fortemente urbanizzato. La regione Campania ha dovuto continuare a prorogare le autorizzazioni date alle aziende zootecniche a “spandere” i liquami prodotti da bufale e bovini sui terreni agricoli in misura che va ben oltre il consentito per evitare di dover sanzionare le aziende: “siccome non si può rispettare la legge, la si <<evira>> dell’aspetto sanzionatorio!”

Inoltre, la crisi dovuta alla recente guerra scatenata dalla Russia con l’invasione dell’Ucraina ha fatto impennare il prezzo dell’energia con il rischio di dover fermare gli impianti industriali e spegnere le luci nelle case.

Di necessità virtù … ed ecco che progetti di estrarre metano dal letame, per altro già funzionanti nelle regioni padane, hanno smosso le “coscienze” ambientaliste di allevatori ed associazioni di categoria oltre che di amministratori ai quali non è parso vero di poter fare di “necessità virtù”: ridurre una problematica ambientale e creare un indotto industriale da affiancare alla rendita delle aziende agricole.

Nella realtà di Capaccio Paestum, il portabandiera di questa idea è un agricoltore ambientalista e presidente della Coop Paestum di Spinazzo, Orlando Mandetta. Infatti, la Coop ha acquistato il terreno, individuato un’azienda del settore per farsi affiancare nella fase progettuale ed esecutiva ed ora è in attesa dei permessi Comunali per dare seguito ai lavori del primo dei tre progetti immaginati nella Città dei Templi.

Al contrario, nel vicino comune di Albanella, nel giro di due anni si è già arrivati alla messa in funzione dell’impianto che a breve sarà inaugurato.

Nella località Cerreta, ad Auletta, piccolo paese in provincia di Salerno, a ridosso del Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano e in mezzo a una zona agricola di oliveti e aziende agricole, è prevista la costruzione di un impianto a biometano di 500 metri cubi all'ora di metano.

L’impianto è progettato per trattare a regime tra le 60mila e le 80mila tonnellate l'anno di scarti di aziende agricole, zootecniche, inclusi fanghi.

La cittadinanza di Auletta ha scoperto del progetto lo scorso giugno tramite un articolo di giornale, in cui veniva resa di pubblico dominio una delibera di giunta, guidata da Pietro Pessolano, che dava l'ok politico all'avvio di una conferenza dei servizi per la modifica del PUC necessaria per poter avviare l’iter burocratico amministrativo.

A questo punto alcuni cittadini di Auletta danno vita ad un comitato che vuole vederci chiaro sul come e il perché questo progetto è stato approvato e si costituisce il comitato “Auletta Casa Mia” che, come dichiarano i dirigenti, avrebbero raccolto oltre 400 adesioni in poco tempo.

Le preoccupazioni del comitato che attendono delle risposte chiare ed esaurienti in quanto

·La quantità della materia prima necessaria a rendere conveniente quantità non è presente nel raggio di 50km come chiede l'Unione Europea; per cui il progetto è insostenibile economicamente e ambientalmente;

·Nel piano di approvvigionamento presentato dalla società, infatti, sono presenti aziende del Lazio, dell'alta Campania (province di Caserta, Napoli e Benevento) e persino da Umbria e Veneto. Contattate dal comitato Auletta Casa Mia, la metà delle aziende non ha mai firmato alcun accordo con la società.

 

Intanto, “Auletta Casa Mia” continua ad incalzare l’amministrazione comunale per essere rassicurata sul fatto la “salute dell’aria, dei terreni, delle case, dei nostri prodotti … il nostro futuro non siano a rischio. Infatti, con l’entrata in funzione dell'impianto Auletta non sarà più la stessa.”

Il comitato è convinto che “il territorio subirà dei gravissimi danni ambientali economici e d'immagine; case, terreni dove i nostri nonni genitori hanno fatto sacrifici si svaluteranno, i prodotti della nostra terra come il carciofo bianco, olio extravergine d'oliva, il fagiolo tondino … non verranno più considerati allo stesso modo”.

Per “Auletta Casa Mia”, Buccino, Pertosa, Caggiano, Salvitelle, Petina … il momento di unirsi e di farsi sentire per fermare questa grave speculazione che porterebbe profitti a pochi e danni per tutti!”

Ecco perché è stata convocata l’intera comunità di Auletta e dintorni a partecipare attivamente al prossimo incontro pubblico convocato per mercoledì 10 gennaio ore 16:00.

Una piccola comunità come Auletta (poco più di 1000 abitanti) ha in sé le potenzialità per venire a capo con intelligenza e capacità di discernimento per venire a capo della situazione ed evitare il paese “precipiti” nel vuoto dell’incomunicabilità che è la premessa di ben altri e più gravi sviluppi con strascichi che potrebbero condizionare la vita del paese nei prossimi dieci anni.

Il sindaco, l’amministrazione comunale e il comitato “Auletta Casa Mia” sono già pronti per infilarsi sul piano inclinato in fondo al quale arriveranno solo gli stracci.

L’amministrazione che ha approvato il progetto e la società che lo ha proposto hanno il dovere di spiegare meglio e bene come la realizzazione dell’impianto non intaccherà l’ambiente e il territorio, anzi porterà ricchezza e lavoro per fare il bene di Auletta. Il comitato ha il dovere di ascoltare e controbattere con proposte alternative sia sul piano tecnico che concettuale.

Un gruppo di lavoro misto potrebbe addentrarsi in aspetti tecnici che in un’assemblea è impossibile approfondire.

Solo dopo, se sarà il caso, si potrà pensare ad un eventuale referendum confermativo che metta tutti con gli animi in pace …

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