L’Italia è in fiamme ed anche il nostro Parco brucia. Da metà giugno quasi 30mila roghi

Siccità e roghi, Martina: “Pronti a dichiarare lo stato di calamità”

In quest’estate infuocata dalle temperature record, brucia l’Italia e brucia anche il nostro Parco.

Ambiente
Cilento sabato 29 luglio 2017
di Massimiliano De Paola
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Maurizio Martina, Ministro politiche agricole, alimentari e forestali © n.c.

In quest’estate infuocata dalle temperature record, brucia l’Italia e brucia anche il nostro Parco. Incendi e siccità sono concatenati tra loro e portano sulle spalle anche il problema idrico in agricoltura e quello della mancanza d’acqua potabile nelle nostre abitazioni che, se vogliamo, è ancora più grave.

Incendi e siccità. E’ come un cane che si morde la coda ed Angelo Paladino ci spiega il perché

A due passi da noi è iniziata una vera emergenza idrica con il fiume Tanagro che è già a secco, per via di un drammatico calo delle sorgenti dovuto alla scarsità di pioggia e neve da un paio d’anni a questa parte. Angelo Paladino, presidente dell’Osservatorio europeo del paesaggio, denuncia una correlazione tra incendi e siccità: “L’emergenza idrica che sta colpendo anche il Vallo di Diano ed in generale tutto il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è molto grave. Sappiamo che sono fenomeni che si ripeteranno negli anni e la prospettiva è molto preoccupante, per cui bisogna correre ai ripari. Ci sono vari problemi che si innescano. Il problema degli incendi, perché l’inaridimento del territorio favorisce gli incendi. Un terreno arido è più facile aggredirlo con il fuoco che non un terreno umido. Se l’erba è verde non verrà incendiata, se diventa paglia si incendia; se tagliamo gli alberi ed evitiamo l’ombreggiatura, favoriamo la desertificazione. Il sistema ambientale è tutto concatenato. Diventa allora importante la mia battaglia di non tagliare gli alberi utili per l’ombreggiatura, per l’umidità. Aumentare il carico delle falde significa fare una battaglia generale anche a difesa dell’acqua. Occorre dunque cambiare il sistema che organizzi e distribuisca la risorsa idrica evitando sprechi e accaparramenti. Bisogna distribuirla equamente”.

Roghi dolosi

Per avere un’idea della situazione di questi giorni, i 76 grandi roghi delle prime due settimane di luglio, sono più della metà della media annuale di 170 registrata negli anni dal 2008 al 2016. L’Italia ha una superfice coperta di quasi 11 milioni di ettari di bosco, ma spesso sono aree senza controllo e del tutto impenetrabili ai necessari interventi di manutenzione e difesa. Fiamme spesso innescate da persone. I controlli sul territorio sono continui - dal primo gennaio a metà luglio sono stati quasi 4.900 (+41%) quelli dei carabinieri della Specialità forestale, con 364 denunce e 11 arresti - ma per quanto capillari possano essere pensati e tentati, l’area verde è così estesa che il più delle volte i piromani la fanno franca. Ciò nonostante, in pochi giorni, a luglio, i carabinieri hanno arrestato diversi piromani o sospetti tali. L’ipotesi di reato è quella di incendio doloso, ma ora si sta aggiungendo in qualche caso anche quella di disastro ambientale e, meno nota ma ugualmente prevista dal codice di procedura penale, quella di distruzione di habitat protetto. È il caso dell'incendio sul Vesuvio, altra area dove la devastazione portata dalle fiamme è stata immane.

Incendi per siccità

Soprattutto al Sud la siccità sta assumendo proporzioni notevoli: -83% le precipitazioni. Più in generale in Italia nel primo semestre sono caduti appena 251 millimetri di pioggia, il 30% in meno rispetto alla media di riferimento. La primavera 2017 è stata in Italia la seconda più calda dal 1800, con un’anomalia di +1,9 gradi che a giugno è diventata di +3,2 gradi e +2,9 gradi rispetto alla media di riferimento a luglio. Gli incendi finiscono col provocare danni quasi incalcolabili dal punto di vista economico ed ambientale, dovuti alla perdita di biodiversità ed alla distruzione di ampie aree di bosco che rappresentano i “polmoni verdi” del Paese e concorrono ad assorbire la CO2 responsabile dei cambiamenti climatici. Ogni ettaro di macchia mediterranea è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che con il fuoco sono andate perse.

Martina: “Pronti a dichiarare lo stato di calamità”

“Siamo in campo - ha dichiarato il ministro Martina in una nota - per tutelare i produttori agricoli che stanno subendo danni dalla prolungata siccità di queste settimane. Abbiamo sostenuto con forza l’emendamento appena approvato al Senato per l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale. È un intervento necessario anche per le aziende non assicurate per consentire l’utilizzo di strumenti concreti come la sospensione delle rate dei mutui e dei contributi assistenziali e previdenziali. Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica”.

Il presidente della Regione Lazio contro Donald Tramp per gli accordi mondiali mancati sul clima

“Il livello del lago è calato troppo e bisogna guardare alla realtà. Mi piacerebbe invitare quì Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima”. Così il presidente della Regione Lazio in merito all'ordinanza che sospende il prelievo dell'acqua dal lago di Bracciano e che costringe alla turnazione dell’acqua potabile un milione e mezzo di cittadini romani e laziali.

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