Nella “Tana di volpe” a festeggiare con “La compagnia degli amici del porco nero cilentano”

Pasquale Cammarano, una vita tra Rogiti e Cavalli e Rotary

Pasquale Cammarano a cavallo aveva una in posa simbiotica sul suo destriero intento a controllare l’animale sotto di lui con un fare empatico a percorrere in lungo e in largo il nostro territorio dalla pianura alle vette...

Attualità
Cilento martedì 09 gennaio 2018
di Giuseppe Scandizzo
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Pasquale Cammarano, una vita tra Rogiti e Cavalli e Rotary © unico

Siamo nella Tenuta “Tana di Volpe” in Matinella località del comune di Albanella. Il Notaio Pasquale Cammarano, con il tocco di sua figlia Carolina, ha imbandito una tavolata a ferro di cavallo per un centinaio di persone quasi tutti maschi che si riconoscono ne “La compagnia degli amici del porco nero cilentano”. Due i fili rossi guidano i conviviali: le due le passioni del notaio, “Cavalli e Rotary. La passione per la natura, gli animali, il territorio da esplorare in sella o al pelo, e l’associazionismo finalizzato al bene comune, al filantropismo. A sette anni ha cavalcato per la prima volta, al pelo, cioè senza sella, saltando direttamente in groppa al cavallo, così si racconta nella breve intervista davanti al camino dopo un lauto pasto a base “re u puorco nìuru”. La vita di Pasquale, a chi abbia voluto partecipare alla serata cercando di carpire l’essenza dell’uomo, si è sviluppata su due fronti: a cavallo, in due staffe, in equilibrio mobile, animale; nello studio, che fin dalla più tenera età, in collegio a Cava dei Tirreni dove, come ci racconta un amico vecchio quanto lui, avvocato in pensione di Pontecagnano, studiava con serietà, dedizione e con una certa “ gelosia” del prodotto della sua intelligenza. Tutto ciò l’ha portato a svolgere la professione di notaio al più alto grado che gli è riconosciuto per la sua professionalità integerrima. Contestualmente c’è stata l’equitazione. Con gli amici a cavallo ha viaggiato in lungo e in largo, la sua Matinella, il Cilento, la Campania. la Lucania ...

Una sala bellissima, ampia, addobbata a festa, con musica dal vivo, due camini accesi che ardono e innalzano la temperatura unitamente all’ottimo vivo prodotto nella tenuta di punta Tresino. Una “Trasuta a l’andica”, come certificato sul menù scritto in dialetto, con vini ricotte formaggi bocconcini di bufala, affettati di prosciutto, capicollo, pancetta e una varietà di verdure. Tutto accompagnato con un esercito di vini bianchi e rossi. Il tutto schierato al centro della sala a dividere l’ingresso con divanetti bianchi e moderni dalla tavolata a ferro di “cavallo”. Prevale il bianco sia nell’arredo sia nel tovagliato quasi a rendere tutto immacolato, il resto si staglia colorato a stimolare l’appetito.

Il rosso e il luccichio dell’albero di Natale ed altre decorazioni natalizie chiude il cerchio all’incanto della serata. Una volta entrato in codesto contesto, nel salone allestito a banchetto, ancor prima di leggere il menù, anche dopo aver asciugato la saliva e messo a lavorare i succhi gastrici con l’antipasto appena descritto e degustato in piedi, il notaio invita gli astanti a prender posto intorno al “ferro di cavallo”. Si avvicina al microfono e comincia un monologo che dura assai … Ringrazia tutti gli invitati, quelli venuti da vicino e quelli da lontano, gli amici cavallerizzi e i rotariani. Ringrazia e ricorda, l’amicizia e le escursioni a cavallo.

Pasquale Cammarano a cavallo aveva una in posa simbiotica sul suo destriero intento a controllare l’animale sotto di lui con un fare empatico a percorrere in lungo e in largo il nostro territorio dalla pianura alle vette. Serio e professionale nelle vesti del notaio, un “meccanico” dei rapporti civili ed imprenditoriali, paternalistico con le persone anime sul nostro territorio. Nel monologo al microfono si protende verso gli invitati, li chiama per nome pur non riuscendo a riconoscerli da lontano, ricordando episodi e avventure sia umane che cavalleresca, mischiando il tutto senza mai confondere niente. A sette anni, scrivevo, è saltato sul dorso di un cavallo per la prima volta quando il padre nel pomeriggio, immagino d’estate, andava a riposarsi e lo stalliere gli permetteva di montare al pelo. La figlia Carolina, che lo “protegge con lo sguardo, cerca di interromperlo teneramente dicendo che “i fusilli sono pronti!” Ma lui ha ancora tanto da raccontare, da ricordare, da rievocare con gli amici concentrati tutti lì per una sera (evento che si ripete da 28 anni alla vigilia dell’Immacolata) a sostenerlo emotivamente anche quando ricorda quelli che non ci sono più. Tra tutti spicca quello che non cita (“mi sarei emozionato troppo” confessa) Enzo Vernieri, detto “U Bbaron” compagno cavallaro goliardico di mille e una cavalcata. Come un bambino si commuove, il grande Pasquale Cammarano, tenutario, notaio, imprenditore, uomo distinto e cavaliere. Come un bambino, ci fa emozionare tutti, perché la sua anima, il suo spirito, è rimasto tenero, decriptato dalle tenerezza delle parole della figlia che cerca di arrestare il flusso di coscienza. Lui, invece, puramente è lì a declamare il suo testamento all’incontrario, in presenza di “notai”, i suoi amici, a sciorinare sensazioni e ricordi con una purezza d’animo che lascia tutti incantati.

Non potevamo non registrare anche se impreparati all’evento, quando accade qualcosa di grandioso bisogna immortalare con le parole, le fotografie e i video al fine di restituirne almeno la fragranza alla posterità... Con l’augurio che quest’uomo sia d’ispirazione o almeno di conforto a quelli che verranno vedranno e vivranno!

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