L’amore per il paese natìo non muore mai

Vito Tommasino, nel 1963 raggiunse il padre Francesco in Germania, accompagnato da Guido Baione

Vive in  Germania , Brühl bei Köln (Colonia ), con la moglie Waltraud sposata nel 1974 ed ha due figli e 5 nipoti. In questi ultimi anni torna spesso ad Altavilla

Personaggi
Cilento lunedì 03 luglio 2023
di Bruno Di Venuta
Immagine non disponibile
L'automobile di VitoTommasino © Unico Settimanale

 

Vito Tommasino figlio di Maria Gargano e Francesco Tommasino, abitava in via Borgo, al vicolo 5, detto “sott i case”.  Il padre Francesco emigrò in Germania nel 1956. Nel 1963, dopo l’infanzia altavillese Vito raggiunse il padre in Germania, a Krefeld, accompagnato da Guido Baione.

Nel 1967 anche la madre e il fratello Giovanni emigrarono in Germania e la famiglia tutta si ricompose.

Vito appena arrivato in Germania, quattordicenne incominciò a lavorare. Imparò presto il mestiere di elettricista presso la Deutsche Bundesbahn. Fino al 1967 ha lavorato come di controllore dei contatori dell'elettricità e dell'acqua. Dopo un apprendistato presso Eisenbahn, Wohnung Gesellschaft, oggi Vonovia (società immobiliare), fino al 2015, ha avuto il compito, di ispezionare e gestire appartamenti sia privati che da locare. Dal 2016 al 2020 ha svolto attività di consulenza e di formazione. Da tre anni Vito ha deciso di godersi meritatamente la pensione.

Vive in  Germania , Brühl bei Köln (Colonia ), con la moglie  Waltraud sposata nel 1974 ed ha due figli e 5 nipoti. In questi ultimi anni torna spesso ad Altavilla.   Vito mi dice “… qui sono le mie radici e ho tanta gioia nel rivedere tanti amici e conoscenti, in particolare della mia età e della mia generazione. Rivedere i luoghi in cui ho vissuto da ragazzo suscita tanti ricordi bellissimi.  E’ un peccato che tanti giovani del paese oggi non abbiano, qui ad Altavilla, l'opportunità di costruire la propria vita e l’esistenza e, anche se difficilmente, mi auguro che qualcosa possa cambiare nei prossimi anni. Dopo tanti anni ho rivisto la festa di Sant’Antonio e mi sono emozionato ma sono anche rimasto un po’ deluso quando la confronto con il mio ricordo. Tra oggi e ieri ci sono mondi in mezzo. All’epoca Altavilla era popolatissima e tante persone dai paesi vicini venivano qui per godersi feste ed avvenimenti come le fiere.  Oggi mi sembra un po' tutto strano, e vedo un campanilismo tra capoluogo e contrade molto accentuato, e credo sia una cosa veramente negativa per il futuro della collettività. Nel mio passato tutto questo non succedeva! Il paese era tutta una famiglia… Comunque ritornerò sempre ad Altavilla perché non si possono dimenticare le proprie origini .”

Padre Guglielmo Di Agresti, domenicano altavillese, che ha svolto la sua opera in Toscana e poi a Milano, in un suo scritto diceva: “Son via da quarant'anni. Con che diritto posso ancora parlare di Altavilla? Con un solo diritto, quello del cuore che vi ho lasciato nel  parti re:   la casa, gli affetti, i volti, quell'aria natia che ad ogni ritorno sembra farti ringiovanire. Strappare le radici ad un albero lo fa  morire; lo potete trapiantare, si  abituerà ad altri climi e ad altre condizioni, ma non può perdere le sue radici se vuol sopravvivere...”

L’amore di Vito per Altavilla, come si vede nelle foto, è impresso/esternato  anche sui suoi abiti e sulla sua auto .  

 Grazie Vito e arrivederci presto in Via Borgo.

 

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