L’inesauribile animatore della vita politica e sociale di Induno Olona, il 2 febbraio del 2024, ha cessato di vivere.
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Emilio Vanoni, un fabbro incommensurabile saldatore di relazioni politiche, sociali e umane

Un vero maestro su come si può essere protagonista della vita e politica e sociale di una comunità in modo originale e indipendentemente dalle responsabilità amministrative che si ricoprono e all’attività lavorativa che si pratica

Politica
Cilento domenica 04 febbraio 2024
di Bartolo Scandizzo
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Emilio Vanoni con Padre Pintacuta, Ermanno Maculan e Bartolo Scandizzo © Roberto Sala

Pronto … Sono Roberto Sala! Un attimo di sbandamento per cercare di capire chi c’è all’altra parte del telefono, ma la voce mi toglie dall’imbarazzo comunicandomi che Emilio Vanoni, l’amico l’inesauribile animatore della vita politica e sociale di Induno Olona, il 2 febbraio del 2024, ha cessato di vivere.

Subito mi torna alla mente il ragazzo che “inseguiva” Angelo Sala, corrispondente de “la Prealpina” dalla Valceresio (suo padre), armato di macchina fotografica. Di Angelo, Roberto prende il posto quando il papà decide che è tempo di andare in pensione …

Nel giro di poche ore mi invia una selezione di articoli nei quali Vanoni è stato protagonista, in alcuni casi, anche con il sottoscritto al suo fianco.

Infatti, dal 1090 al ’94, non c’era giorno che Emilio non mi chiamava per aggiornarmi su come e su cosa il gruppo di “Comunità Democratica”, da lui fondato e che conquistò due posti in consiglio comunale, avrebbe dovuto impegnarsi dentro e fuori del Consiglio. Sindaco era Luciano Angelini (anch’egli deceduto nel 2020) ed io, a seguito delle dimissioni del capolista, dovetti farmi carico sulle spalle del ruolo di “capogruppo” in un consiglio comunale composto da personaggi che avevano fatto la storia di Induno O, come l’ex sindaco Fiorenzo Bonicalzi.

Vanoni mi “trovò” durante un incontro organizzato da lui nella biblioteca comunale dove capitai per caso. Feci un intervento relativo alla gestione della palestra comunale, mi notò, mi parlò e mi convinse a candidarmi nella lista civica con la quale aveva in mente di rientrare nella politica attiva della cittadina che lo aveva visto agire anche nel ruolo di candato sindaco sotto le insegne del PCI.

Avevo già sentito parlare di Emilio in occasione della sua campagna per soccorrere, accogliere e curare i bambini che erano stati esposti alle radiazioni in occasione dell’incidente della centrale nucleare di Cernobyl …

Lo conobbi direttamente quando iscrisse la sua bambina alla 1^ media dove io insegnavo; cominciai a frequentarlo per curiosità quando scoprii che il suo lavoro era lavorare il ferro …

Pur non avendo molto tempo, accettai la candidatura per riempire una delle tante caselle “scoperte” della lista (era l’ultima volta che si votava ancora il sistema proporzionale). Ma non avevo fatto i conti con il “vulcano” che era il mio capolista; già al primo incontro catechizzò tutti su come avrebbe voluto impostare la campagna elettorale.

Tra le tante iniziative messe in cantiere, ce ne fu una che segnò per sempre la mia esistenza: come forma di propaganda diretta verso le famiglie di Induno O. diede il via alla redazione di un giornale che sarebbe stato stampato e distribuito, “porta a porta”, in ogni casa della cittadina. Ognuno di noi si sarebbe “preoccupato” di depositare la copia cartacea nelle cassette della posta … anzi, la consegna era quella di bussare e consegnare l’opuscolo nelle mani dei residenti che abitavano nella zona assegnataci!

Un po’ per mancanza di tempo, un altro po’ per una certa reticenza nel dover “entrare” nella sfera riservata delle persone, certo di non aver alcuna possibilità di essere eletto, tentai di farmi “esonerare” dal “servizio”.

Cedetti solo per “spirito di corpo” ma mantenendo tutte le mie riserve.

La sorpresa fu grande quando la gente, affacciandosi sugli usci, prendeva in mano il “giornale”, lo sfogliava velocemente e poi interloquiva con fare interessato. Il secondo numero fu stampato e distribuito con un altro spirito … Le elezioni furono vinte dall’alleanza tra il PCI e Comunione e Liberazione; Comunità Democratica e PSI andarono all’opposizione. Non so come fu possibile, ma fui eletto insieme a Vanoni alla carica di consigliere comunale. Il fatto fece scalpore perché, pur abitando ad Induno da un decennio, non conoscevo molta gente … insegnavo ad Arcisate e svolgevo le mie attività di presidente della UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) a Varese e mi ero tenuto sempre lontano dalla politica. Vanoni, dopo due sedute di dimise e gli subentrò Ermanno Maculan, io dovetti assumere anche il ruolo di capogruppo.

Vanoni mantenne per sé il ruolo di coordinatore e capo indiscusso del gruppo composto da noi consiglieri, dai candidati non eletti e da alcuni sostenitori storici che lo avevano seguito nella sua azione politica.

Riunioni prima del consiglio precedute dalla richiesta ricolta a me di andare a prelevare copia della documentazione depositata relativa agli argomenti in discussione; analisi dettagliata delle problematiche da porre all’attenzione del sindaco tramite interrogazioni o interpellanze; programma di eventi da organizzare nella comunità indunese per tenere viva la presa sull’opinione pubblica … una su tutte l’annuale “castagnata” fatta presso il centro anziani da poco aperto.

Sul piano politico, in quel tempo tutto era in movimento: La Democrazia Cristiana di sfaldava, il PCI entrava in crisi dopo il crollo del Muro di Berlino, il PSI era inseguito dai suoi guai giudiziari … Emerse la figura di Leoluca Orlando e di Padre Pintacuda, il suo “profeta”. Quest’ultimo arrivò ad Induno su suo invito e insieme lo ascoltammo in una sala gremita …

Nella stessa sala accogliemmo gli ex alunni di Don Milani che raccontarono alla nostra comunità l’esperienza di Barbiana che promuoveva una scuola con “molte valutazioni e nessuna bocciatura!” IN quel tempo a Induno andava per la maggiore il “mito” di Don Luigi Giussani!

Ho voluto ricordare i fatti elencati per dare atto al “fabbro” Emilio Vanoni di essere stato un vero maestro su come si può essere protagonista della vita e politica e sociale di una comunità in modo costruttivo e originale indipendentemente dalle responsabilità amministrative che si ricoprono e all’attività lavorativa che si esercita per procurarsi un reddito.

Quando ho lasciato Induno Olona per tornare nella “terra dei padri”, l’ho fatto arricchito di molte esperienze lavorative che ho svolto nella scuola, nella UISP e in strutture private come piscine e palestre. Ma l’esempio di Emilio e la sua amicizia mi hanno reso molto sensibile alle problematiche sociali e, soprattutto, su come farsene carico agendo nel mondo.

Quando arrivai a Paestum, scartai a priori un eventuale impegno in politica, ma decisi che impegnarmi per dare alla comunità dove mi ero reinserito la possibilità di essere informato su quello che succedeva nel territorio dal punto di vista politico, ambientale e sociale.

Nel 1995, oltre al mio lavoro di docente, avviai un’attività editoriale che ancora oggi è attiva: quella intuizione di Emilio Vanoni di portare direttamente nelle case delle persone io la misi in pratica … oggi, l’avventura editoriale che ebbe inizio poco meno di 30 anni fa è ancora attiva!

Emilio Vanoni ed Angelo Sala, due personaggi che hanno fatto la storia della Valceresio e che ebbi il piacere di conoscerli da vicino negli ultimi 5 anni della mia permanenza in provincia di Varese, hanno lasciato una traccia di abnegazione e di amore per il lavoro e l’impegno politico e sociale che, ancora oggi, è un esempio limpido da onorare nel resto del tempo che mi sarà dato di vivere.

Alla famiglia, agli amici, ai “compagni” di tante battaglie “vinte e perse”, un abbraccio formidabile come lui lo avrebbe voluto ricevere … senza altro chiedere in cambio del suo impegno …

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