III domenica di Pasqua

- Credono di vedere un fantasma. “Un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”

Buoni o cattivi i fantasmi hanno avuto ampio successo nella letteratura e nel cinema di ogni tempo, ricordano ciò che non è più!

Cilento venerdì 12 aprile 2024
di Lucia Garifalos
Interno di una chiesa
Interno di una chiesa © Settimanale Unico

 Fantasma, tutta la vita può essere caratterizzata dalla presenza di fantasmi. Non sempre sono solo fantasie, spesso sono qualcosa che ci spaventa perché non sappiamo come affrontarla. Possiamo associare questa parola allo scorrere del tempo. Fantasmi del passato sono ad esempio le angosce, le paure, che, pur essendo passate, tornano a tormentarci. Fantasma del presente è qualcosa di lusinghiero che ben presto svanisce quando si rivela effimero, tutt’altro che facile. E poi ci sono i fantasmi del futuro, termine usato anche dal Leopardi per trasmettere un senso di realtà illusoria e inesistente ……

Mamma mia, un fantasma! Frase che forse abbiamo pronunciato tutti, frase presente anche nei miei ricordi di bambina quando una notte, avevo la febbre molto alta, nel dormiveglia, mi sembrò di vedere seduta accanto a me una donna che mi accarezzava. Pensai fosse mia nonna. Ma al mattino mi dissero che avevo sognato. Il mio dolce fantasma io lo avevo davvero visto! E non mi aveva fatto paura!

Buoni o cattivi i fantasmi hanno avuto ampio successo nella letteratura e nel cinema di ogni tempo, ricordano ciò che non è più e riflettono il rapporto umano con la concezione dell’aldilà e la questione dell’immortalità dell’anima.

Nel passo del Vangelo odierno leggiamo per due volte la parola fantasma.

Mentre i due discepoli di Emmaus, ritornati di corsa a Gerusalemme raccontano quanto era loro accaduto, Gesù appare agli   apostoli che, chiusi nel Cenacolo, provano spavento misto a sorpresa e incredulità. Credono di vedere un fantasma.  Ancora una volta viene messa in risalto la fatica a credere alla risurrezione. Anche la gioia è presentata come un ostacolo alla fede.

Perché i discepoli possano crederLo vivo Gesù allora li rassicura. Non è uno spirito. “Un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. Mostra le mani e i piedi con i segni delle ferite, li invita a toccare, non ci viene detto se veramente i discepoli lo abbiano toccato, e mangia con loro.

La scena allora cambia. Si passa dalla paura alla certezza, dalla tristezza alla gioia. I discepoli restano in silenzio, solo Gesù parla e apre loro le menti, ci racconta l’evangelista Luca. Li invita infatti a leggere e a capire bene quella parte della Bibbia scritta prima della sua venuta, a comprendere come la sua morte e risurrezione fanno parte di un piano concepito da secoli, di un grande disegno divino.

Senza la croce il cammino di Gesù sarebbe rimasto incompiuto e le promesse della Scrittura non avverate.

Il passo del Vangelo si conclude con le parole di Gesù: ”Di questo voi siete testimoni”.  E’ qui introdotta la missione, parte integrante dell’evento della salvezza e della natura stessa della chiesa nascente.

Anche per noi, dopo aver riconosciuto Gesù come Risorto, fondando la nostra fede su una relazione con Lui di tipo esistenziale, cercandoLo nella quotidianità e seguendo i suoi insegnamenti, rimane l’obbligo di essere testimoni di quegli eventi ai quali non siamo stati presenti, ma che ci hanno raggiunto attraverso la testimonianza di fede di chi li ha raccontati con le parole e soprattutto con la vita. E’ perciò importante conoscere le Sacre Scritture. E’ importante inoltre non soltanto leggerle o averle lette ma viverle pure! Riflettiamo su questo!

Santa domenica in famiglia.  

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