Breve riflessione di Lucia Garifalos sul Vangelo
Il passo del Vangelo secondo Giovanni di oggi non è soltanto un discorso di Gesù: è una promessa, e come tale rappresenta il fondamento della fede cristiana.
La salvezza non è una probabilità, ma una certezza radicata nell’amore di Dio, che ci vuole salvi.
Gesù dichiara che “non perderà nulla” di quanto il Padre gli ha affidato.
E aggiunge: “Chi crede in Dio ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.”
Parole che ci invitano a riflettere sulla speranza e sulla comunione con i defunti attraverso la fede.
La fede in Cristo e nella Resurrezione ci offre la promessa della vita eterna, e la celebrazione eucaristica, in modo particolare, unisce i vivi e i morti nel Corpo di Cristo, superando ogni barriera temporale e fisica.
La vita che non finisce
Gesù ha promesso che l’ultima parola sull’esistenza non è la morte.
Per chi rimane nell’amore di Cristo, la vita dopo la morte entra nella sua pienezza e verità definitive.
L’amore che ci unisce — quello che vince la bruttura, la disperazione e ogni distanza — è l’unica forza credibile capace di vincere la morte.
Un ricordo che illumina
La Commemorazione dei Defunti, celebrazione profondamente radicata nella nostra cultura cristiana, ci invita a vivere con consapevolezza della fragilità della vita e con speranza nella vita nuova.
È un momento di riconoscenza e di fede, in cui onoriamo i nostri cari scomparsi, certi che li ritroveremo “nell’altra vita”.
Pregare per loro significa rinnovare il legame che la morte non spezza, ma trasforma.
È anche un modo per imitare i loro esempi, raccogliere la preziosa eredità che ci hanno lasciato e trasmettere ai più giovani il valore della memoria, della vita e delle relazioni autentiche.
I segni che parlano
La visita ai luoghi in cui riposano i nostri cari, mai così affollati come in questo 2 novembre, è un gesto di amore e continuità.
I fiori, simbolo della bellezza e della brevità della vita, e i lumini accesi, segno della luce eterna, non sono semplici riti di calendario: sono segni di affetto che alleggeriscono la tristezza e la nostalgia del tempo che passa.
In questi gesti rivive la speranza, si rinnova la fede, si consola il cuore.
Recitiamo con raccoglimento l’Eterno Riposo, ricordando che pregare per i morti è celebrare la vita.



