L’UNESCO, mentre ricorda l’assassinio delle sorelle Mirabal, richiama a una data, quella del 25 novembre 1999, il giorno della istituzione della Giornata internazionale della violenza contro le donne. Il 25 novembre del 1960, le sorelle Mirabal furono tragicamente assassinate per la loro lotta contro l’ingiustizia sotto il dittatore dominicano Rafael Trujillo. La loro eredità ispirò un’azione globale, portando le Nazioni Unite nel 1993 a definire la violenza di genere e, nel 1999, a istituire il 25 novembre, come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “In questa Giornata, sollecita l’UNESCO, dobbiamo riaffermare il nostro impegno comune a prevenire ogni forma di violenza di genere, ovunque si manifesti. Ogni donna e ragazza ha il diritto di godere di libertà e sicurezza sia online che offline.” La Giornata del 25 novembre dedicata alle donne è stata adottata nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 48/104 che definisce la violenza contro le donne come: “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata.” Per celebrare questa giornata l’UNESCO si unisce alla campagna UNITE to End Violence against Women di UNWomen che ogni anno promuove 16 giorni di attivismo, dal 25 novembre al 10 Dicembre. Quest’anno a questo riguardo accende i riflettori su una forma di abuso in rapida crescita: la violenza digitale contro le donne e le bambine. Lo spazio digitale, purtroppo, si rappresenta una vera e propria arena. In esso, infatti, quotidianamente un imprssionante numero di donne viene fatto oggetto di persecuzioni, abusi e forme di controllo. L’intelligenza artificiale viene trasformata in un’arma capace di creare deep fake per intimidire e silenziare le donne. La scuola italiana non resta a guardare, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel suo videomessaggio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha speso queste parole: “Oggi è la Giornata internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne e il fatto che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia scelto proprio questa formulazione per designarla è sommamente significativo. Essa, infatti, non si limita a descrivere la terribile natura del fenomeno ma indica anche chiaramente un obiettivo: la sua eliminazione. È un obiettivo politico nel senso più largo e più alto della parola. Un’urgenza imprescindibile per chiunque abbia a cuore il destino della polis, della convivenza civile e umana. È molto importante che non si smarrisca questo senso proattivo e imperativo della giornata di oggi: sradicare la violenza contro le donne in tutte le sue forme, dalla persecuzione fisica alla discriminazione professionale, alla discriminazione sociale e culturale. È la precondizione per realizzare compiutamente alcuni valori cardine della nostra civiltà. Primo fra tutti l’inviolabilità e la dignità intrinseca di ogni persona. A maggior ragione allora, al centro di questo processo deve esserci quella scuola costituzionale che guarda ai valori fondamentali della nostra Carta, tra cui appunto l’intangibilità della persona umana. Per questo abbiamo innanzitutto introdotto l’educazione alle relazioni e al rispetto per la donna, così come l’educazione al contrasto della violenza di genere, proprio come obiettivi di apprendimento specifici all’interno delle nuove linee guida sull’Educazione civica. Ho constatato con soddisfazione un’adesione massiccia del nostro sistema scolastico a questo programma. Nel 90% delle Scuole secondarie di secondo grado sono stati attivati questi percorsi e nel 90% dei casi si è trattato di lezioni curricolari, quindi parte integrante a tutti gli effetti del percorso di studi, ma il risultato più incoraggiante è che quasi il 70% dei docenti ha riscontrato un’evoluzione positiva nei comportamenti degli studenti, un maggior rispetto degli studenti verso le compagne. Ora, anche nelle nuove Indicazioni nazionali abbiamo ridato centralità al valore del rispetto, così come all’educazione alle relazioni, all’empatia, al contrasto della violenza di genere. L’obiettivo è affermare una cultura del rispetto autentica basata sulla condivisione. Abbiamo poi avviato un protocollo con Indire e con l’Ordine degli Psicologi per la formazione specifica dei docenti e per promuovere il peer tutoring, quel metodo educativo dove gli studenti diventano loro stessi protagonisti attivi in un confronto tra pari. Solo una ritrovata centralità del dialogo e del consenso, di quel potere allo stesso tempo creativo e razionale della parola che sta alla base della nostra civiltà, solo il ripristino di confini all’io, l’insegnamento del significato decisivo di un no, può contrastare adeguatamente la subcultura della sopraffazione e del maschilismo. Inoltre, sono cruciali le collaborazioni che abbiamo istituito con realtà che affrontano ogni giorno quella che le Nazioni Unite hanno definito una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti. E queste collaborazioni hanno consentito di svolgere nelle scuole nuove attività di informazione. Sono solo alcune delle iniziative che abbiamo messo in campo, ma oggi il punto non è l’elenco dei provvedimenti, oggi il punto è mantenere lo sguardo fermo sull’obiettivo, l’eliminazione della violenza sulle donne, per far sì che davvero ogni persona abbia garantito il diritto fondamentale alla vita, alla libertà, alla sicurezza, all’autodeterminazione”. Il 10 novembre u.s. è stata pubblicata l’indagine del Ministero dell’Istruzione e del Merito sulle iniziative promosse dalle scuole secondarie di secondo grado per il contrasto alla violenza contro le donne. L’indagine, svoltasi tra il 15 e il 29 maggio 2025, ha coinvolto le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado di tutto il Paese. Il MIM informa in merito ai risultati della indagine: “I risultati evidenziano un’adesione ampia e diffusa: 2.322 scuole statali, pari all’86,7% del totale delle scuole secondarie di secondo grado, hanno partecipato all’indagine, confermando l’attenzione costante della scuola verso i temi della parità, del rispetto e della prevenzione della violenza sulle donne. Quasi il 97% ha avviato attività specifiche per sensibilizzare al rispetto delle donne e per educare alle relazioni, così come previsto dalle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica. Complessivamente, le attività hanno coinvolto la quasi totalità delle scuole secondarie di secondo grado: un dato che testimonia la crescente sensibilità dei giovani su questi temi. I progetti si sono svolti sia durante le ore di lezione (87,4%), sia come iniziative extracurricolari (12,6%), attraverso laboratori, seminari, gruppi di discussione, performance artistiche e campagne di sensibilizzazione. Inoltre, il 47,4% delle scuole che hanno partecipato all’indagine, ha dichiarato di avere anche buone pratiche da segnalare. I risultati del monitoraggio mostrano un impatto positivo: nel 68,5% degli istituti si è registrata una maggiore attenzione ai comportamenti relazionali, un uso più consapevole del linguaggio e una diminuzione di episodi di bullismo o violenza di genere. I percorsi educativi avviati in attuazione delle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica hanno contribuito a promuovere un ambiente scolastico più inclusivo, rispettoso e consapevole, confermando la scuola come un presidio educativo e culturale fondamentale nell’educazione al rispetto e alle relazioni e nel contrasto alla violenza sulle donne”. I femminicidi, in Italia, in considerazione dei più recenti dati del Viminale, sono calati da 91 a 73. Si rileva però che ben sessanta donne sono state uccise nel nucleo familiare o affettivo. Fra queste 44 donne sono morte per mano del partner o l’ex compagno. Di fatto si contano soltanto 4 femminicidi in meno rispetto al 2024. Le donne muoiono per le violenze in casa propria. Una donna su tre ha subito almeno una violenza fisica o sessuale. E una su due l’ha subita dal compagno. L’ Onu lancia l’allarme. Nel 2024, nel mondo, sono state uccise 50mila donne. Bisogna porre freno a questo fenomeno; nel mondo ogni 10 minuti una donna viene uccisa dal partner, ex partner o da un parente stretto.
25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
La scuola si mobilita contro la violenza alle donne. Il contenuto del videomessaggio del Ministro Valditara. Pubblicata l’indagine del Ministero dell’istruzione e del merito sulle iniziative promosse dalle scuole secondarie di secondo grado per il contrasto alla violenza contro le donne e per l'educazione alle relazioni. I femminicidi, in Italia, in considerazione dei più recenti dati del Viminale, sono calati da 91 a 73. Sessanta donne sono state uccise nel nucleo familiare o affettivo. Fra queste 44 sono morte per mano del partner o l'ex compagno. Le donne muoiono per le violenze in casa propria. Una donna su tre ha subito almeno una violenza fisica o sessuale; una su due l'ha subita dal compagno. L' Onu lancia l’allarme. Nel 2024, nel mondo, sono state uccise 50mila donne. Bisogna porre freno a questo fenomeno; nel mondo ogni 10 minuti una donna viene uccisa dal partner, ex partner o da un parente stretto.
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