le cicatrici invisibili della costa cilentana
Una passeggiata invernale lungo il Cammino del Parco diventa occasione per riflettere sugli effetti della trasformazione edilizia e sulle risposte – spesso illusorie – all’avanzare del mare. Tra porti, palafitte, barriere di pietra e villette a ridosso del bagnasciuga, la costa tra Casalvelino Marina e Ascea mostra i segni di uno sviluppo che ha sottratto spazio al mare e ora ne subisce la reazione.
Camminare come esperienza di lettura del territorio

Camminare è una passione che riserva sorprese, conferme e occasioni per riflettere. È accaduto anche durante l’ennesima passeggiata lungo un tratto del Cammino del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nella sua parte costiera che va da Pioppi ad Ascea Marina.
Una giornata inondata dal sole dicembrino ha reso il percorso piacevole, confermando quanto sia possibile muoversi a piedi lungo la costa lontano dal traffico, dai rumori estivi e dall’affollamento delle spiagge.
Casalvelino e l’avanzata verso il mare
La sorpresa più evidente è stata osservare come Casalvelino Marina abbia avanzato il proprio fronte verso il mare, sottraendo spazio all’acqua con la realizzazione di un porto turistico e commerciale e di ampi piazzali che hanno modificato radicalmente il rapporto tra costa e mare.

Questo ha costretto il mare a cercare nuovi spazi dove esercitare la propria forza naturale. Da qui la posa delle barriere di massi parallele alla spiaggia, nel tentativo di difendere arenili e stabilimenti.
Barriere, palafitte e il fragile equilibrio
Il mare, però, non si lascia contenere facilmente. Tra barriere al largo e marciapiedi a riva, la costa appare oggi incastonata in una struttura rigida fatta di lidi su palafitte, murature, cemento e ferro.

Le mareggiate hanno iniziato a presentare il conto: muretti scardinati, pali che cedono, strutture rinforzate con ulteriori colate di cemento. Un ciclo che mostra tutta la fragilità di una difesa che tenta di opporsi alla dinamica naturale invece di dialogare con essa.
Ascea Marina e le villette sul bagnasciuga

Ad Ascea Marina, il mare insidia direttamente le abitazioni costruite a ridosso della spiaggia: villette bifamiliari che hanno preso il posto di un vero lungomare, chiudendo ulteriormente l’accesso e riducendo gli spazi naturali.
Paesi che si svuotano, coste che si riempiono
Mentre la costa si riempie di seconde case, Casalvelino e Ascea piangono la perdita di abitanti nei centri storici, svuotati da decenni di politiche urbanistiche che hanno favorito la pianura e la costruzione diffusa.
Le responsabilità sono collettive: amministratori, piani regolatori, cittadini che hanno assecondato la corsa al “posto al sole”. Oggi resta il dubbio su quante di quelle scelte, fatte con i risparmi di una vita, siano state davvero lungimiranti.
Quando la natura chiede il conto
Con la natura, prima o poi, i conti tornano.
Il mare oggi chiede nuove risorse per manutenzioni, adattamenti, rinforzi, in una spirale che rende sempre più evidente quanto sia difficile correggere scelte compiute senza un reale progetto di equilibrio tra uomo e ambiente.



