In tempi eccezionali saltano riferimenti e paradigmi. Ancoraggi e routine. Lo straniamento – di ciascuno rispetto al proprio “speciale quotidiano” e di un’intera collettività rispetto a luoghi e contesti prima liberamente attraversati e condivisi – rende “stranieri” alla propria esperienza, segnando profondamente un modo necessariamente “altro” di abitare. Un abitare che disequilibra frequenze e frequentazioni, dilata e sospende impreviste distanze, rende intensi – a volte inaspettatamente densi – spazi ravvicinati di relazione. In tutto questo i bambini, ancora una volta, ci chiedono attenzione dedicata. Sono qui, accanto a noi. Immersi, insieme a noi, in un paesaggio inizialmente sfocato, in breve…
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