Finalmente due buone notizie per chi vive nell’area del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni … L’Aeroporto di Salerno, Pontecagnano, Bellizzi, Battipaglia … si chiamerà Salerno, Costa D’Amalfi e del Cilento. È arrivata anche la conferma delle 13 Bandiere Blu
- Casal Velino – Lungomare-Isola, Torre Dominella
- Pisciotta – Ficaiola/Torraca/Gabella, Pietracciaio/Fosso della Marina/Marina Acquabianca
- Pollica – Acciaroli, Pioppi
- Positano – Spiaggia Fornillo, Spiaggia Arienzo, Spiaggia Grande, Spiaggia Laurito
- Castellabate – Baia Ogliastro, Punta Inferno, Pozzillo – San Marco, Marina Piccola, Lago Tresino
- Montecorice – Baia Arena, Spiaggia Capitello, Spiaggia Agnone, San Nicola
- Ispani – Capitello
- Agropoli – Lungomare San Marco, Spiaggia Libera Porto, Trentova, Torre San Marco, Licina
- Ascea – Torre del Telegrafo, Piana di Velia, Marina di Ascea
- Sapri – Lungomare San Giorgio
- Vibonati – Santa Maria Le Piane, Torre Villammare, Oliveto
- Camerota – Cala finocchiara, San Domenico-Lentiscelle
- Centola – Palinuro (Porto/Dune e Saline), Marinella/Baia del Buon Dormire
- San Mauro Cilento – Mezzatorre
che potranno essere issate sui pennoni degli stabilimenti balneari da Agropoli in giù.
Promossi anche i porti turistici (Agropoli, Palinuro, Casal Velino, Acciaroli, Marina Camerota, Policastro e Sapri) che con la loro realizzazione, oltre a garantire l’ormeggio a barche a vela e motore di varie stazza, hanno anche consentito la “cementificazione di interi tratti di costa e “ricacciato” il mare a largo per fare spazio a delle vere e proprie “piazze d’armi” in cemento deserte per la maggior parte dei mesi dell’anno. Ovviamente restano al palo quelli di Agnone, San Nicola, San Marco di Castellabate, Pisciotta, Scario … Infatti, chenon sono contemplati nell’elenco di cui sopra, ma che sono stati realizzati a dimensione dei bisogni dei pescatori e dei residenti appassionati di “mare”.

I due riconoscimenti sono un “grande” successo di immagine e un sostanziale riconoscimento al territorio che è il retroterra culturale e ambientale compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.
Infatti, tra le tante manifestazioni di soddisfazioni, spicca quella del presidente dell’Ente Parco che ha sede a Vallo della Lucania nel palazzo Mainenti, Giuseppe Coccorullo…
IL presidente, esprime anche la sua soddisfazione, ringraziando l’Enac, che ha accolto la richiesta presentata dai Sottosegretari ai trasporti Antonio Iannone, e Tullio Ferrante, ringraziando tutti “per aver reso giustizia al nostro meraviglioso territorio che da oggi ha un’arma in più per la sua valorizzazione.
Ora tocca a noi continuare a lavorare per rendere la nostra offerta sempre più organizzata ed attrattiva. È un traguardo importante che consentirà di valorizzare la costa cilentana e le aree interne del Parco, ricche di bellezze naturalistiche, ambientali, culturali che caratterizzano i tanti bellissimi borghi e che hanno determinato i numerosi riconoscimenti da parte dell’UNESCO”.
Dall’elenco dei comuni destinatari della Bandiere blu, rimane fuori Capaccio Paestum che, presumibilmente, paga lo scotto del commissariamento da settembre 2024 del comune e, pertanto, non ha potuto essere attivo nella fase di predisposizione dei dossier per la presentazione della candidatura … Ovviamente, è già cominciata la caccia grossa alle colpe ed ai colpevoli! (ma questa è tutta un’altra storia …).

Sempre a proposito di spiagge e mare, proprio domenica scorsa, con Gina, ho percorso a piedi il bel lungomare realizzato negli anni passati, per poi inoltrarci nella pineta proseguendo fino a foce Sele!
La spiaggia è stata ripulita fino al “barbaro insediamento” che interrompe l’andare perfino sul bagnasciuga. Dopo di che il “diluvio” di alberi, pietre e “scheletri fuori dagli armadi” non si contano, come dimostrano le foto messe a corredo dell’articolo.
Vale anche la pena ricordare che il turismo balneare riesce a muovere grandi flussi turistici verso il Cilento fin da quando il Parco non era ancora scritto nel libro dei sogni …
Erano gli anni ’60 del secolo scorso quando il Club Mediterranee insediò un suo “villaggio” Palinuro. Allora la “Costa del mito” rese un ottimo servizio all’intero Cilento che ha “campato” di rendita fino ai giorni nostri!
Nemmeno la creazione di insediamenti abitativi estesi, che hanno occupato l’area pianeggiante dei paesi situati in collina prendendo la denominazione “marina di …” sono riusciti a smitizzare la Costa Cilentana!

Poi arrivò l’istituzione del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni che diede una nuova “identità” all’intero territorio situato a Sud del fiume Sele … Con La Vincenzo, presidente; Domenico Nicoletti, direttore; e Alfonso Andria, presidente della provincia fu presentata la candidatura delle aree archeologiche di Paestum, Velia, Certosa di San Lorenzo a Padula e il Paesaggio del Cilento interno per il riconoscimento di “Patrimonio UNESCO” che arrivò a completare la cornice culturale, ambientale e storico della realtà in cui noi ancora oggi viviamo.

Ma il letargo in cui è caduto il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni si trascina ben oltre la stagione estiva in quanto è del tutto evidente che per nessuno dei temi che dovrebbero essere affrontati dal presidente, direttivo e Comunità del Parco è stato avviato un piano che tenti almeno di contenere i danni la disaffezione che l’ente parco non ha saputo arginare nel tempo della sua diffusione. Sono pochi quelli che ancora scommettono che il precorso sia ancora reversibile:

- nessun bilancio “sociale” su come sono e se sono impiegati i beni del parco affidati ai comuni;
- nessuna idea per mettere a sistema i musei creati nei comuni del parco;
- l’abbandono in cui è decaduto il Centro per lo studio della biodiversità realizzato in località Montisani a Vallo della Lucania;
- Risultati prossimi allo zero nella “guerra” dichiarata per l’abbattimento controllato della fauna selvatica: oltre 500 sele-controllori non sono riusciti ad incidere significativamente sul numero dei cinghiali in circolazione;
- Dei progetti finanziati da tempo si sono perse le tracce: per esempio anche relativamente alla via Istmica, della quale sono disseminati a cartelli lungo la SS 166; e del Sentiero Italia, che punta da Piaggine al Cervati, si perdono le tracce non appena ci si mette in cammini per seguirli!

Pertanto, al fattivo presidente del Parco, Giuseppe Coccorullo; al direttivo, i cui componenti hanno fatto di tutto per farne parte; e al presidente della Comunità del Parco, Stefano Sansone, eletto dai suoi colleghi sindaci; mi sento di fare un appello: “concentratevi su come far sentire “fattivamente” l’essenzialità che il valore ha l’area protetta a chi risiede negli 80 comuni compresi nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni e le delle due Aree Marine protette di S. Maria di Castellabate e Baia Infreschi e della Masseta.
La sola gestione delle risorse assegnate all’ente, per quanto ingenti, da sole e senza un’anima; non potranno in alcun modo invertire la tendenza percepita come “declino” dagli abitanti residenti.
Per la verità, la piccola “frana” è già uno smottamento e si appresta ad assumere i connotati di slavina cha ha trascinerà a “valle” molte delle speranze riposte nell’ente al momento del riconoscimento del territorio come area protetta.
Se pur la responsabilità del disastro non può essere addebitata solo a chi è arrivato al parco da poco più di un anno, certamente, la stagnazione in cui si è impantanato l’ente non riuscirà a risollevarne le sorti né potrà essere usata come alibi per giustificare il disastro, più volte, annunciato!