È con vivo piacere che diamo risalto al comunicato stampa del Comune di Padula sulla situazione del Battistero di San Giovanni in Fonte, situato a due chilometri dalla Certosa di San Lorenzo.
Il sito, tra i più preziosi reperti archeologici di epoca paleocristiana, versa purtroppo in una condizione di degrado che non rende giustizia alla sua importanza storica e religiosa. Nel Battistero, in origine, i fedeli venivano battezzati per immersione, rito che segnava l’ingresso nella comunità cristiana.
Chi lo ha visitato recentemente ha potuto constatare di persona il suo stato critico, con un inevitabile senso di imbarazzo verso chi, affascinato dai racconti, si aspettava di trovarvi un luogo valorizzato e rispettato. Per questo motivo cresce l’attesa per i progetti di recupero che possano restituire al Battistero la dignità che merita.
Il tavolo tecnico del 28 agosto 2025
Si è svolto questa mattina, presso l’aula consiliare della Certosa di San Lorenzo, il tavolo tecnico promosso dall’Amministrazione Comunale per affrontare il tema della carenza idrica che interessa il Battistero di San Giovanni in Fonte, uno dei simboli identitari e culturali del Vallo di Diano.

All’incontro hanno preso parte rappresentanti istituzionali, religiosi, tecnici e cittadini, tra cui:
- Giuseppe Tierno, consigliere comunale delegato all’Ambiente
- Beniamino Curcio e Mariano Alliegro, presidente e direttore del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano e Tanagro
- Monica Rosciano, titolare della Società Agricola La Fonte
- Domenica Ferrari, assessora all’Istruzione di Sala Consilina
- Giuseppe Perito, presidente del Comitato Civico di Padula
- Don Vincenzo Federico e don Giuseppe Radesca, in rappresentanza della comunità ecclesiale
- Antonio Fortunati, assessore al Turismo di Padula
- Il professor Germano Torresi, la consigliera del Consorzio Maria Amato e l’ingegnere Brunetti.

I temi emersi
- Collaborazione istituzionale:
Il consigliere Tierno ha sottolineato l’importanza di un’azione corale: «Quello di oggi è solo il primo passo di un percorso che dovrà coinvolgere tutti i soggetti interessati. Sul Battistero occorre programmare interventi condivisi con un unico obiettivo: preservare un bene unico al mondo». - Riduzione del livello delle acque:
La titolare della Società Agricola Monica Rosciano ha denunciato un progressivo abbassamento della sorgente, dovuto sia a fattori ambientali che all’emungimento delle acque sotterranee. «La fonte – ha detto – non è solo risorsa agricola, ma parte integrante dell’ambiente fluviale da cui trae origine». - Assenza di monitoraggio:
Il presidente del Comitato Civico Perito ha ricordato come già nel 2017 fosse stata segnalata una grave crisi idrica. «Senza sensori è difficile comprendere la reale portata del problema. È fondamentale ripristinare il sistema di rilevamento». - Replica del Consorzio di Bonifica:
Il presidente Curcio ha respinto le accuse: «Gli impianti irrigui risalgono a trent’anni fa e sono stati approvati dai ministeri competenti. Le oscillazioni del livello idrico sono di pochi centimetri. La vera causa è il cambiamento climatico». Ha comunque confermato la disponibilità a riattivare i sensori in collaborazione con la Soprintendenza.
Le conclusioni
Il confronto si è chiuso con un impegno condiviso: costruire un percorso di tutela e valorizzazione del Battistero di San Giovanni in Fonte, integrando la salvaguardia della risorsa idrica con la protezione del monumento. La Soprintendenza di Salerno e Avellino ha già manifestato la propria disponibilità a collaborare, in un’azione comune che unisce responsabilità verso la storia e attenzione per il territorio.



