Don Cosimo Cerullo, parroco di Roccadaspide; e Don Luigi Quaglia, parroco di Fonte, hanno speso una vita di sacerdozio al servizio della comunità
Le origini e l’ordinazione
Era il mese di agosto del 2020 quando Don Cosimo Cerullo e Don Luigi Quaglia festeggiarono il cinquantenario della loro ordinazione sacerdotale.
Nati nella stessa via in due case che si tenevano per “mano” nel centro storico di Roccadaspide, nel tempo in cui la vita vissuta non era ancora “emigrata” nella parte alta della città.

I “gemelli di Dio” avevano, allora, ancora anni di missione sacerdotale nel loro paese di nascita: il primo nel centro abitato, il secondo a Fonte ed altre contrade … due mondi che si conoscono poco e si riconoscono ancora meno!
In quel tempo, in seminario con loro c’era anche don Alfonso Anzivino, ordinato sacerdote qualche anno prima di loro: se fosse ancora tra noi conterebbe il suo 55° anno di servizio sacerdotale. Don Alfonso era prefetto in seminario negli anni in cui anch’io ero a Vallo della Lucania come giovanissimo seminarista …
Un ministero lungo 55 anni
Don Luigi e Don Cosimo furono ordinati sacerdoti nel 1970 e, dopo un inizio di “carriera” diversificato, si sono ritrovati nel loro paese ad esercitare la loro missione sacerdotale, interpretando le due anime di una comunità poco propensa a farsi docile gregge da condurre lungo gli aridi pascoli della società contemporanea.

Allo stesso tempo, hanno dovuto “modellare”, di volta in volta, il loro andare per le strade del mondo. Loro quelle strade conoscevano bene i grandi cambiamenti imposti dalla modernità. Come i papi che li hanno interpretati a partire dal Concilio Vaticano II, convocato da Giovanni XXIII, portato a termine da Paolo VI, appena sfiorato da Giovanni Paolo I e reso concreto da Giovanni Paolo II.
Infine, con l’arrivo di Papa Francesco, hanno dovuto ripensare al ruolo della Chiesa in un mondo diventato un “altro mondo”.
La festa della comunità
La festa che l’intera comunità ha voluto fare a Don Cosimo è stata imponente. Essa è stata organizzata dopo che il vescovo di Vallo Della Lucania, Mons. Vincenzo Calvosa, ha “giubilato” i due sacerdoti per raggiunti limiti d’età!
La chiesa della Natività era stracolma di fedeli e autorità che hanno reso onore all’uomo e al sacerdote che ha caratterizzato mezzo secolo di storia di Roccadaspide.
La missione che dovrà assumere su di sé Don Gianluca Cariello, già parroco di S. Mauro Cilento, è titanica e allo stesso tempo essenziale.
«Egli ha un grande campo da arare, seminare, raccogliere, distribuire, integrare, amalgamare, far risorgere a nuova comunità … si tratta di salire in cattedra e rivoluzionare un modo di essere “separati in casa”.»
Le sfide pastorali
Per il nuovo e unico parroco dell’intera comunità di Roccadaspide ricondurre sotto lo stesso cielo non sarà facile, perché le forze centrifughe che seguono logiche e interessi consolidati restituiscono una comunità che vive nella separatezza, ma che ha bisogno di curare ferite profonde negli animi di chi vive nello stesso comune.
Don Gianluca è animatore spirituale di lunga esperienza e ha curato numerosi approfondimenti di carattere biblico su Tv2000 per il programma Beati Voi – Tutti Santi. Per questo ha gli strumenti per indicare la strada che, come ha detto durante la giubilazione di Don Cosimo (per Don Luigi sarà organizzata un’altra festa a Fonte di Roccadaspide), sarà una lunga traversata pastorale.
Il valore della comunità
La ricchezza e la povertà economica di una comunità non possono essere separate da quella spirituale, né avere traiettorie parallele destinate a non incontrarsi nella vita quotidiana. Esse devono convivere nelle celebrazioni liturgiche, che sono, in ogni caso, una basilare situazione di partenza.

Nel congedo di Don Cosimo dalla carica di parroco, ma non di pastore, dopo 51 anni di servizio, la comunità ha vissuto una catarsi che riempirà per sempre il suo futuro di parroco emerito.
Le testimonianze
Il presbiterio “governato” con fermezza da Don Cosimo, è stato riempito di persone che hanno accompagnato la sua azione.
Una menzione particolare merita Gaetano, che fin da giovane ha fatto da spalla operativa al parroco: «Tra i due basta uno sguardo o un semplice cenno per capirsi.»

Ma il vero fiore all’occhiello di Don Cosimo è stato l’aver voluto il coro diretto dal maestro Sabrina Martiello e organizzato da Sergio Carrozza, trasformato in una vera punta di diamante della parrocchia.
Durante la festa hanno preso la parola numerosi rappresentanti della comunità:
- Pier Donato Galardi, portavoce del Consiglio pastorale, ha lodato l’atteggiamento paterno del parroco.
- Renato Carrozza ha ricordato l’impegno nella cura dei beni parrocchiali.
- Mimì Minella, provveditore agli studi di Salerno, ha ricordato i tempi del seminario.
- Rita Brenca, dirigente scolastica del comparto scolastico di Roccadaspide, ha raccontato dell’umanità del sacerdote e dell’amico di famiglia alla quale è stato sempre vicino nei momenti critici.
- Infine, il sindaco di Roccadaspide, Gabriele Iuliano, ha sottolineato l’approccio costruttivo del parroco nei rapporti con le amministrazioni.
Memorie e prospettive
Anche Don Luigi ha ricordato i tempi in cui i due chierichetti “vicini di casa” frequentavano la sagrestia della chiesa di S. Maria, situata nel centro storico di Roccadaspide, dove maturò la decisione di andare in seminario a Vallo della Lucania.
Infine, ha parlato ancora Don Cosimo, ricordando i tanti giovani morti della comunità e annunciando il al viva soddisfazione per il finanziamento del progetto di ristrutturazione del Convento di S. Antonio.
Don Gianluca, che aveva promesso di non intervenire, non ha potuto che abbracciare Don Cosimo per fermare l’emozione che tracimava dal cuore dei due sacerdoti.
«Don Cosimo e Don Luigi non sono più parroci, ma saranno ancora e per sempre sacerdoti al servizio della comunità.»
Un’eredità di fede
Infatti, i “gemelli di Dio”, che insieme contano 110 anni di sacerdozio, nel 2025 giungono alla fine della loro carriera di parroci, ma entrano in quella dei “padri nobili” della comunità, custodi di un patrimonio di esperienze preziose da mettere a disposizione di Don Gianluca …
Come è facile pensare che i due pensieri espressi in occasione della festa del 2022 possano essere interpretati come testamenti di vita vissuta da Don Luigi ha confessato che sente
«L’impegno del sacerdote è cambiare ogni giorno meditando su come è meglio interpretare il Vangelo; inoltre si sente arricchito dalla presenza di tanta gente: la famiglia del sacerdote è costituita dai suoi parrocchiani.»
Don Cosimo ha rivelato che …
«Vorrei non morire in due momenti: durante la messa del mattino e al momento in cui l’aurora si trasforma in alba e prende forma il nuovo giorno! Quando siamo già stati … e non siamo ancora diventati!»

L’intera cerimonia è stata trasmessa da RDC con Fabio Battagliese alle risprese!



