Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati informa che, lo scorso 27 maggio, ha partecipato al seminario “L’inclusione scolastica: problemi e prospettive”, organizzato da Proteo Fare Sapere e dalla FLC CGIL, un’importante occasione di confronto sul tema dell’inclusione scolastica, alla luce delle recenti novità normative introdotte dalla Legge 106/2024, attuativa del DL 71/2024. All’incontro, riferisce il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, sono intervenuti il prof. Fabio Bocci, la prof.ssa Simona D’Alessio e la prof.ssa Marianna Piccioli, che hanno offerto contributi fondamentali per analizzare criticamente la situazione attuale. Al centro del dibattito, in particolare, gli articoli 6, 7 e 8 della Legge 106/2024, che suscitano profonde perplessità e sollevano importanti criticità rispetto ai principi fondanti dell’inclusione scolastica. È stato evidenziato come i nuovi corsi Indire per il sostegno si configurino come percorsi “sanatoria”, totalmente online e privi di un reale valore formativo, mettendo a rischio la qualità della preparazione degli insegnanti. A destare forte preoccupazione è anche il tema della continuità didattica, oggi sempre più compromessa. La sua gestione distorta finisce per svilire il ruolo professionale del docente di sostegno, spesso percepito ancora come “docente dell’alunno con disabilità” e non come contitolare dell’intera classe. Un’impostazione che rischia di considerare ulteriormente l’alunno con disabilità come l’alunno del docente di sostegno e non di tutto il consiglio di classe. Il prof. Bocci ha sottolineato come le università, oggi fortemente sotto finanziate, siano costrette a ricorrere all’autofinanziamento. Ha, inoltre, criticato l’equivoco secondo cui l’inclusione si garantirebbe semplicemente aumentando il numero di docenti di sostegno, trascurando la dimensione culturale e organizzativa che tale processo richiede. La prof.ssa Simona D’Alessio ha portato la voce dei dirigenti scolastici, sempre più in difficoltà nell’applicazione delle indicazioni ministeriali, spesso calate dall’alto senza preavviso e senza una visione coerente. Ha sottolineato la necessità di un’azione dall’interno, capace di sensibilizzare l’intera comunità scolastica: la scuola siamo noi e solo noi possiamo cambiarla. Infine, la prof.ssa Marianna Piccioli ha ricordato che il diritto all’istruzione di qualità riguarda tutti gli alunni, e in particolare quelli con disabilità. L’inclusione, se autentica, non si limita a integrare ma a trasformare profondamente i contesti. Oggi, però, questo cambiamento sembra sempre più lontano. È quindi urgente pensare a una mobilitazione collettiva, a una grande manifestazione che faccia convergere tutte le forze per difendere i diritti, la dignità e il futuro della scuola pubblica. Durante il seminario, il Collettivo è intervenuto leggendo un comunicato firmato da alcuni rappresentanti dell’inclusione, in cui si ribadiscono le preoccupazioni condivise e le richieste di azioni concrete per tutelare la qualità della scuola e dei percorsi inclusivi. Segue il testo del comunicato letto pubblicamente. Questi i firmatari: Primarosa Bosio, Rosaria Brocato, Nicola Striano, Rosita Lanciotti, Michele Minenna, Paola Mura, Lisetta Silini, Palma Egidi, Pasquale Moliterni, Fernanda Fazio, Roberta Passoni, Manuela Scandurra, Dario Ianes, Massimo Nutini, Adriana De Luca, Paola di Michele. Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, confermano i Membri con questa nota, ribadisce con forza il proprio impegno per un’inclusione vera, costruita attraverso formazione di qualità, riconoscimento professionale e un sistema educativo equo e partecipato. Invitano tutte e tutti a unirsi a questa battaglia di civiltà.
Seminario di approfondimento e formazione: “L’inclusione scolastica, problemi e prospettive”
A fronte della emanazione del DM 75 e del Decreto Interministeriale 77 del 24 aprile 2025, attuativi del DL 71 2024 e della Legge 106/2024, e in attesa dell’esito dei ricorsi presentati contro i suddetti atti legislativi, le persone sottoelencate, attive nei diversi movimenti e associazioni per l’inclusione scolastica, intendono aderire pubblicamente alle numerose voci critiche già emerse, tra cui anche quella autorevole del CSPI, ed esplicitare la propria preoccupazione in specifico sui seguenti punti: 1) Nonostante l’affermazione del Ministro Valditara “Il nostro obiettivo è assicurare a ogni studente con disabilità docenti adeguatamente formati”, i “mini-corsi di specializzazione” istituiti ci paiono una soluzione rabberciata, una toppa malamente concepita per far fronte ad una situazione problematica oggettiva, senza alcuna riflessione sulle motivazioni di tale emergenza. L’aumento delle certificazioni e della richiesta di insegnanti di sostegno è un fenomeno complesso, che riflette tanto il riconoscimento di bisogni educativi reali quanto le difficoltà del sistema scolastico nel garantire inclusione senza passare da una diagnosi. È su queste criticità strutturali che bisognerebbe intervenire, non con percorsi emergenziali e semplificati come quelli proposti da INDIRE. 2) I corsi proposti devono terminare, e tutte le norme sopra citate lo ribadiscono, entro il 31 dicembre 2025, e ci devono essere garanzie che sia effettivamente così. Inoltre non devono più essere attivati corsi di questa tipologia. In rete infatti, nonostante le numerose criticità segnalate da più parti, circolano già pareri entusiastici su questa formula formativa – poche ore, tutte online, in tempi brevissimi – come soluzione ottimale e all’avanguardia per tutta la formazione docente: “… sebbene i corsi rappresentino una risposta a una situazione emergenziale, non mancano di valore e potrebbero addirittura diventare strutturali; è cruciale adottare un approccio pragmatico per affrontare le carenze immediate nella formazione dei docenti, gettando le basi per un futuro sistema di formazione più robusto.” (Daniela Nicolò di Uniti per Indire, pubblicato in La Tecnica della Scuola, 19.03.2025). 3) Ammesso che i corsi riescano a partire in giugno (cosa che ci pare difficile visto lo stato dei lavori) e concedendo a docenti e corsisti un mese di pausa estiva, risulta un impegno assai gravoso, considerando i tempi di vita e di lavoro delle persone; come può essere fruttuosa una tale formazione? Di fronte a questa deriva, crediamo sia urgente una riflessione collettiva, una sorta di Stati generali dell’inclusione, con particolare attenzione alla formazione non solo dei docenti di sostegno, ma di tutti i docenti: in una scuola pluriculturale con classi ricche di diversità ma anche di potenziali conflittualità, abbiamo bisogno di, abbiamo diritto a, una formazione di qualità, che implementi la capacità progettuale dei singoli e degli organismi collegiali per essere in grado di gestire la complessità. I/le docenti se lo meritano, anche per l’impegno con cui affrontano ogni giorno il loro lavoro.



