La vasta storia dello stato unitario contemplava anche la nascita e la propagazione dello sport con le prime scuole ginniche sodali all’ideale nazionale. Seguì poi lo sviluppo dello sport con l’affermazione della scuola pubblica nello Stato italiano. Fu proprio la politica scolastica di quei governi che riconobbe la rilevanza della Educazione fisica. La disciplina fu inserita nei programmi scolastici, col fine di offrire la sana crescita alla cittadinanza. Analfabetismo, rachitismo, malaria, pellagra, tubercolosi caratterizzarono il XIX secolo. Povertà e pessime condizioni di vita lavorativa minavano i fisici; diffusa era la scarsa conoscenza motoria.
Dopo i primi tentativi fallimentari, racconta Novecento, come quello del Generale Menabrea, che in epoca preunitaria tentò di inserire nel sistema scolastico sabaudo la ginnastica come materia scolastica, dopo l’unificazione maturò nelle istituzioni preposte la consapevolezza della necessità di introdurre il nuovo insegnamento, accanto alle materie tradizionali. La legge Casati, riferisce sempre “Novecento” che venne approvata dal parlamento sabaudo il 13 novembre 1959 e dopo l’unificazione, fu estesa all’intero territorio nazionale, prevedeva che in tutti gli istituti superiori ci fosse l’insegnamento della ginnastica e degli esercizi militari. Con il decreto 13 luglio 1861 n. 97 si dispose l’istituzione di un corso magistrale trimestrale, presso la Reale Società Ginnastica di Torino, finalizzato alla formazione degli insegnanti di ginnastica. Nel 1867, sempre a Torino, fu istituita una scuola normale di ginnastica preparatoria femminile, prima apertura storica in questa direzione. La legge n. 4442 del 7 luglio 1878, voluta da De Sanctis, introdusse l’insegnamento obbligatorio della ginnastica in tutte le scuole di ordine e grado. Fu la prima legge dedicata per intero a questa materia, con otto articoli ben dettagliati. Le leggi successive avrebbero fatto sempre riferimento ad essa. L’anno successivo nacquero nuove scuole magistrali di ginnastica. Una conquista che probabilmente non si spalmò in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, per mancanza di palestre, insegnanti, fondi. Dieci anni dopo, assicura Novecento, didattica della storia, il Ministro Boselli fece approvare tre nuovi importanti provvedimenti: fu disciplinato lo status dell’insegnante di educazione fisica, equiparato, da un punto di vista economico-giuridico, agli altri insegnanti; venne ribadita l’importanza pedagogica della disciplina; la scuola di ginnastica di Roma fu trasformata in “Regia Scuola Normale di Ginnastica educativa”. Nel 1893, aggiunge, il ministro Martini incaricò il senatore Todaro di rivedere i programmi e si provvide a rinominare l’insegnamento della ginnastica, da allora chiamata “educazione fisica”. Oggi la scuola attenziona al benessere fisico, ma anche e soprattutto alla crescita sociale, relazionale e personale degli studenti. L’attuale governo scolastico tutela l’attività motoria a scuola con l’elargizione di 45 milioni di euro per le attrezzature nei Licei scientifici a indirizzo sportivo. Il Ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara ha dichiarato che “Lo sport è una palestra di vita. Investire nelle strutture scolastiche significa investire nel futuro dei nostri ragazzi”. Lo scorso 17 settembre, in attuazione del decreto ministeriale del 27 maggio 2025, è stato pubblicato l’Avviso pubblico da 45 milioni di euro per la dotazione di attrezzature nei Licei scientifici a indirizzo sportivo, con l’obiettivo di favorire la didattica laboratoriale e il miglioramento delle competenze nelle discipline sportive. Con lo sport, ha sottolineato Valditara, fra l’altro, è possibile promuovere i talenti e fare scudo alla dispersione: “Prosegue il nostro impegno per il potenziamento delle strutture sportive a scuola. Lo sport è una vera e propria palestra di vita: migliora la salute e il benessere psicofisico, incentiva lo spirito di squadra, valorizza i talenti dei giovani e contribuisce a contrastare la dispersione scolastica. Con questo investimento di 45 milioni di euro vogliamo dotare i licei sportivi di attrezzature moderne, rafforzando un percorso educativo che promuove valori fondamentali come il rispetto reciproco, la lealtà e la sana competizione. Investire nelle palestre scolastiche significa investire nel futuro dei nostri ragazzi”. Per tuttoil 2025/26, i fondi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche permetteranno l’acquisto delle attrezzature e delle dotazioni a supporto della didattica laboratoriale e dell’apprendimento. L’investimento complessivo, riferisce il MIM, raggiunge i 921 milioni di euro per le infrastrutture e per la realizzazione di nuove palestre e spazi sportivi per la didattica. Di questi, circa 600 milioni provengono da risorse aggiuntive al PNRR, tra fondi nazionali e fondi strutturali europei, cui si aggiungono i 45 milioni riservati ai licei sportivi. L’iniziativa è finanziata dal Programma Nazionale Scuola 2021-2027, fondo FESR.
Lo sport a scuola. 45 milioni di euro per le attrezzature nei Licei scientifici a indirizzo sportivo
“Prosegue il nostro impegno, afferma il Ministro Valditara, per il potenziamento delle strutture sportive a scuola. Lo sport è una vera e propria palestra di vita: migliora la salute e il benessere psicofisico, incentiva lo spirito di squadra, valorizza i talenti dei giovani e contribuisce a contrastare la dispersione scolastica. Con questo investimento di 45 milioni di euro vogliamo dotare i licei sportivi di attrezzature moderne, rafforzando un percorso educativo che promuove valori fondamentali come il rispetto reciproco, la lealtà e la sana competizione. Investire nelle palestre scolastiche significa investire nel futuro dei nostri ragazzi”.
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