Ieri, in occasione della inaugurazione del nuovo anno scolastico, è stato considerato un insolito itinerario. A Napoli, nel pomeriggio, gli interventi inaugurali hanno adottato un itinerario che ha toccato le scuole dell’Istituto Penale per i minorenni di Nisida e dell’Ospedale Pediatrico Santobono – Pausilipon e l’Istituto professionale G. Rossini. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme al Ministro dell’Istruzione e del merito, Prof. Giuseppe Valditara, nella prima tappa, all’Istituto di Nisida, accompagnati dal cantante Jovanotti, hanno incontrato i ragazzi e il personale docente del laboratorio teatrale e musicale del carcere minorile. Ha fatto seguito un secondo incontro all’Ospedale Pediatrico Santobono-Pausilipon. Qui, Mattarella e Valditara, insieme all’attore Lillo, hanno incontrato i giovani studenti ricoverati nella struttura sanitaria. All’Ospedale Pediatrico Santobono-Pausilipon, nel conversare coi piccoli studenti, il Presidente Mattarella, alla domanda: “Perché nel mondo esiste la guerra?”, così ha risposto: “Perché purtroppo c’è il male, la cattiveria, la prepotenza. Se c’è, in piccolo, dentro la vita comune, ordinaria, quotidiana, c’è in grande, nella vita internazionale. Hai ragione, è una cosa incomprensibile, perché non conviene a nessuno. Perché la guerra distrugge tutto e danneggia tutti. Nessuno, in realtà, vince. Tutti ne sono vittime. Quindi è una cosa totalmente priva di ragionevolezza, di senso. Però purtroppo avviene. Occorre molta buona volontà. E in questo, anche la scuola e voi bambini, siete importanti per far crescere una convinzione fra tutti che allontani questi modi di pensare e questo pericolo”. Terza e ultima tappa della inaugurazione dell’anno scolastico 2025/2026 è stata fissata presso l’Istituto professionale statale “G. Rossini”. La fase conclusiva del “Tutti a scuola” 2025, è stata condotta, in diretta su Rai 1, da Eleonora Daniele. Nel corso della cerimonia è stata presentata “La Costituzione in Shorts”, progetto realizzato dalla Presidenza della Repubblica in collaborazione con YouTube, alla sua seconda edizione. Sette content creator hanno spiegato sette articoli della Costituzione. Brevi video, in formato short – della durata massima di 3 minuti – verranno poi pubblicati sul canale ufficiale della Presidenza della Repubblica. Il progetto vuole far comprendere l’attualità della Carta Costituzionale alle giovani generazioni, col proposito di renderle consapevoli nell’esercizio dei diritti civili e politici e sensibilizzandole alla partecipazione democratica alla vita del Paese. Di seguito i creator coinvolti nell’iniziativa sono: Gianluca Gazzoli, Samara Tramontana, Jacopo D’Alesio (Jakidale), Raissa (Raissa Russi) e Momo (Mohamed Ismail Bayed), Maria Bosco di Geopop, Camilla Ferrario di Will Media, Francesco Oggiano. Alla cerimenia hanno preso parte artisti del mondo della musica, dello spettacolo e dello sport. Questo l’itero intervento all’inaugurazione dell’anno scolastico del Presidente della Repubblica : “Rivolgo un saluto al Ministro, alle altre autorità, agli studenti e agli insegnanti convenuti, alla città di Napoli, alla scuola Gioachino Rossini che ci ospita, a chi segue per TV. Ringrazio la RAI, Eleonora Daniele, che ci ha condotto così bene, e tutti coloro che hanno partecipato a questo evento nei suoi tre momenti. Il nuovo anno scolastico è all’avvio. Dopo l’estate cambiano i ritmi della vita quotidiana dei ragazzi, delle loro famiglie, delle città e dei paesi. Potrebbe sembrare un ritorno. Invece si tratta di un nuovo inizio. Lo è certamente per i piccoli che entrano nella scuola dell’infanzia. Lo è per gli emozionati bambini della prima elementare. Lo è per chi comincia i cicli della secondaria. Ai bambini e ai ragazzi delle prime classi va un saluto speciale e un grande incoraggiamento. Il nuovo inizio riguarda tutti e ciascuno. Studenti e insegnanti. Riguarda le famiglie, riguarda l’intera società. Nuove conoscenze, nuove emozioni, nuove realtà attendono chi vive nella scuola. La scuola produce futuro. Contribuisce a formare persone e cittadini consapevoli. Prepara alla vita, alle professioni. A essere parte attiva nella comunità. Il ritmo così veloce delle trasformazioni che attraversiamo richiede sempre più sguardo aperto, disposizione al cambiamento. L’innovazione tecnologica ci consegna opportunità straordinarie, impensabili fino a pochi anni or sono. Ma anche incognite: dobbiamo individuarle, riconoscerle, per evitarne i rischi. I giovani che frequentano le scuole sono nati nell’era del digitale e sanno avvalersene con un approccio nuovo. È una grande sfida anche per gli insegnanti. Tanti ragazzi – ne è stato un esempio Carlo Acutis – sanno bene che è necessario usarne gli strumenti e non farsene usare. Per non diventarne dipendenti. L’uso della tecnologia digitale non può avvenire nel segno dell’incoscienza di suoi potenziali effetti che possono portare all’appiattimento, alla omologazione. Occorre adoperarsi perché ogni ragazzo, ogni ragazza, possano costruirsi una capacità critica, una struttura della conoscenza che consenta loro di scegliere, di avere autonomia, di sentirsi non copia di altri bensì persona, dunque irripetibile, inimitabile. La persona, ogni persona, non può realizzare sé stessa se condannata alla solitudine in una dimensione soltanto virtuale. Anche a questo riguardo si riafferma un basilare valore della scuola: costruire una comunità. I giovani hanno bisogno di amicizia. Insieme, guardandosi negli occhi, nascono idee, sgorgano sentimenti, si sperimenta la vita. L’assenza di questi elementi fa crescere disagio ed emarginazione. L’intelligenza artificiale sta alzando ancor di più la soglia di questa sfida. Lo studio, i compiti a casa, le analisi, il pensiero stesso sono messi alla prova. La tentazione della scorciatoia di affidarle la soluzione dei compiti scolastici porta alla povertà culturale, addormenta l’intelligenza di ciascuno studente. Da strumento può trasformarsi in potere contro chi lo adopera, su di lui.Non va ignorato, naturalmente, né sottovalutato che, con l’intelligenza artificiale il nostro modo di acquisire nozioni cambia, si accresce di nuove possibilità; che si tratta di una rilevantissima opportunità per l’espansione delle abilità umane. Preziosa. A patto di sfidarla, di misurare, ciascuno, cosa sappia produrre a confronto con la propria intelligenza personale. Non può risolversi in adulterazione o, peggio, in manipolazione della libertà. Come il libro anche internet è un mezzo che nasce dalla creatività dell’uomo, frutto della scienza, della storia. Al servizio dell’intelligenza umana offre straordinarie possibilità. La scuola, per definizione, è luogo dell’apertura, dell’inclusione, della scoperta. È il luogo dell’apprendimento del metodo scientifico e di ricerca che permette di promuovere il progresso. È il luogo ove si valorizzano i talenti di ciascuno, nella diversità con cui si esprimono. È il luogo in cui deve prevalere il rispetto della personalità di ciascuno. In cui deve regnare la consapevolezza che la diversità, la pluralità anche delle opinioni, sono una ricchezza di libertà da difendere. Una libertà conquistata a caro prezzo nel nostro Paese. Le scuole, in ogni parte del mondo, sono segno di speranza, non aree di esercizio di sopraffazione, di violenza. La scuola deve essere il luogo in cui ogni forma di violenza viene bandita. Gli insegnanti fanno molto, talvolta in condizioni difficili, per capire e sottrarre i ragazzi da gorghi pericolosi. Gli insegnanti e i dirigenti scolastici devono esserne consapevoli ma non vanno lasciati soli dalle istituzioni e dalla società. Talvolta la violenza si manifesta in modalità meno evidenti. Meno evidenti almeno agli occhi degli adulti, non a quelli dei ragazzi. È la violenza gratuita della prepotenza, del bullismo, che denigra, emargina, sovente aggredisce. I social sono adoperati spesso come armi che colpiscono in profondità. Il bullismo, la sopraffazione, vanno contrastati con tenacia: tanti giovani sanno che il sopruso non è prova di forza, ma di vigliaccheria. La nostra Costituzione stabilisce – abbiamo poc’anzi sentito dai magnifici messaggi dei ragazzi per il web – all’art. 34 che “la scuola è aperta a tutti”. È l’idea stessa di democrazia a illuminare questo principio. È l’affermazione di un diritto. Apertura vuol dire tenacia nello svolgimento del proprio compito, successo nell’opera di integrare in modo efficace tutti. Tutti! Oggi, con il Ministro, abbiamo visitato classi di scuole in luoghi non convenzionali: sono stati coinvolti in questo evento un istituto di pena per minori e un ospedale. Sconfiggendo ogni abbandono, occorre l’impegno affinché scuola sia davvero ovunque. Ovunque, naturalmente, nel mondo. Dove questo non è consentito, dove la scuola non è frequentabile o viene interrotta per colpa di guerre, o occupazioni militari, si realizza un’ulteriore, inaccettabile, gravissima responsabilità storica per chi muove guerre. Quindi in questo impegno di non abbandonare, di coinvolgere tutti affinché la scuola sia ovunque, vi è – da noi come altrove – l’impegno per includere chi è svantaggiato. Di qualsiasi natura sia lo svantaggio di cui il ragazzo possa essere portatore. Agli insegnanti che dispiegano il loro impegno appassionato nella scuola, va il nostro ringraziamento. Grazie – desidero dire – ai dirigenti e a tutto il personale della scuola. Le famiglie sono chiamate a costruire, anno per anno, un rapporto di fiducia con gli insegnanti, nella comune opera educativa. Con fiducia anche nei ragazzi. Hannah Arendt ha scritto che l’amore per i figli sta anche nel coraggio di non strappare loro di mano “l’occasione per intraprendere qualcosa di nuovo, qualcosa di imprevedibile per noi”. In questa stagione di mutamenti profondi di carattere davvero epocale, è necessario pensare che saranno i giovani, diversi dagli adulti, a interpretarli e a governarli. Un grande maestro dell’Università, vittima del terrorismo, Vittorio Bachelet, diceva: “Nel momento in cui l’aratro della storia scava a fondo… è importante gettare seme buono, seme valido”. La scuola è una grande, preziosa seminatrice. Buona scuola a tutti”. Di seguito l’ntervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “Signor Presidente, autorità presenti, docenti, dirigenti scolastici, tecnici, personale della scuola tutto, care studentesse e cari studenti, confesso oggi a tutti voi un’emozione non retorica, la stessa che vivo ad ogni inaugurazione di un nuovo anno scolastico. Perché da qui parte ufficialmente quella sfida che è l’essenza della nostra scuola costituzionale: accompagnare le nostre ragazze e i nostri ragazzi (o meglio, ciascuna ragazza e ciascun ragazzo) verso la scoperta, lo sviluppo e la realizzazione di sé. Non è solo una grande sfida educativa, ancor più profondamente è una grande sfida esistenziale. Che interpella ogni studente, ogni docente, ogni dirigente, ogni dipendente del Ministero e ovviamente anche chi vi parla. Il sistema della scuola è innanzitutto una grande comunità di persone, in applicazione concreta del dettato della nostra Carta costituzionale, che individua nella persona un valore supremo e inalienabile. Per questo ritengo che la scuola più coerente con la lettera e lo spirito della Costituzione, e dunque con quell’insieme di valori liberali e democratici che mai come oggi dobbiamo presidiare, sia la “scuola dei talenti”: una scuola che valorizza le tante individualità, le potenzialità, le propensioni, e le aspirazioni di ogni studente a prescindere dalle sue condizioni di partenza, siano esse economiche, sociali, o territoriali. È il senso profondo dell’articolo 34 della Costituzione, che tra l’altro afferma come “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” abbiano “il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Attenzione verso ogni persona e merito (che va inteso come il dare il meglio di sé, grazie all’impegno, merito, altro grande valore costituzionale) sono le due facce imprescindibili della stessa medaglia, quella di una scuola autenticamente democratica e realmente solidale. È lo spirito con cui abbiamo concepito e da poco ulteriormente rafforzato i progetti Agenda Sud e Agenda Nord. Ridurre i divari tra i tanti territori di cui si compone la nostra Repubblica e sostenere le scuole i cui studenti mostrano fragilità negli apprendimenti, sono due priorità per realizzare davvero una scuola costituzionale. In questo senso, la scuola deve essere un fattore decisivo di unione della nazione. I risultati importanti di Agenda Sud, e del decreto Caivano, ottenuti in particolare in questa regione, la Campania, dove gli apprendimenti delle scuole coinvolte sono doppi rispetto alle altre scuole, ci incoraggiano a proseguire nell’azione intrapresa. È importante, come è stato giustamente sottolineato, per favorire lo sviluppo integrale della persona e la lotta alla dispersione scolastica, il ruolo dello sport. Ricordo al riguardo che abbiamo investito 921 milioni di euro per 925 interventi per nuove palestre, oltre a 45 milioni di euro in attrezzature. Oltre due terzi, lo dico con orgoglio, sono fondi nazionali o strutturali. Ma vi sono altre fragilità che una scuola costituzionale deve saper affrontare: penso a quei giovani che hanno fatto scelte di vita sbagliate, e che tuttavia non devono essere abbandonati, ma devono essere messi nelle condizioni per riscattarsi. Penso anche ai tanti giovani meno fortunati che hanno dovuto affrontare la difficile prova della malattia e della ospedalizzazione. Voglio qui ricordare un esempio commovente, che mi ha molto colpito, quello di ragazze e ragazzi diciottenni ricoverati in reparti oncologici che con l’aiuto di docenti meravigliosi e con una grande forza di volontà e una straordinaria voglia di futuro hanno conseguito la Maturità, in alcuni casi con il massimo dei voti. Le visite che ho avuto l’onore di fare con Lei oggi, Signor Presidente, presso l’Ospedale Santobono Pausilipon e l’Istituto penale per minorenni di Nisida, costituiscono due momenti che hanno un profondo significato, calato nella vita, nelle sue difficoltà ma anche nelle sue meravigliose possibilità di rinascita e di riscatto. Ringrazio davvero moltissimo i dirigenti scolastici e i docenti per i risultati raggiunti da questi ragazzi. Il diritto allo studio è un “apriori” della nostra coscienza civile e nazionale, va tutelato ovunque e per chiunque: è la ragione che ci ha spinto a destinare ulteriori 45 milioni per il sostegno alla scuola in carcere e all’istruzione domiciliare e in ospedale. Così come, proprio nella giornata di oggi, voglio anche ricordare l’importanza di investire nel sostegno garantendo agli studenti più fragili stabilità dei docenti e continuità nella didattica. Vanno in questa direzione: la specializzazione di ulteriori 26.000 insegnanti di sostegno in aggiunta a quelli formati ordinariamente dalle Università, l’assunzione in ruolo di 30.000 docenti di sostegno nell’ultimo triennio e la possibilità concessa alle famiglie di chiedere la conferma del docente, misura, quest’ultima, che ha portato quest’anno scolastico a nominare per la prima volta 46.000 supplenti sullo stesso posto ricoperto nello scorso anno scolastico, garantendo così quella continuità didattica che in passato è sempre mancata. La scuola non deve lasciare indietro nessuno, deve essere il luogo del sorriso, delle braccia aperte e della gentilezza, così come del rispetto delle regole di una comunità. Ed è qui che voglio ribadire che abbiamo il dovere di combattere ogni forma di bullismo, di prevaricazione, di violenza. Nello stesso tempo, dobbiamo pretendere che ovunque nel mondo si abbia rispetto della vita di ogni giovane. La scuola deve essere sempre consapevole del suo ruolo essenziale nella costruzione delle basi di una società aperta e democratica, capace altresì di dialogare con chiunque, perché il dialogo è la premessa del rispetto e senza rispetto, senza una cultura del rispetto, non è possibile autentica solidarietà, positiva inclusione, reale integrazione, e nemmeno vera pace. Pace, valore fondamentale della nostra civiltà. Per espletare compiutamente questa missione, è necessaria ovviamente un’attenzione concreta anche alla persona del docente e di tutto il personale della scuola. È necessario procedere con il percorso, avviato in questi anni, di ripristino e tutela dell’autorevolezza degli insegnanti nonché di valorizzazione economico-sociale. In chiusura, voglio ora ritornare al concetto chiave della centralità della persona, e della persona dello studente in particolare, che è il perno della scuola costituzionale. In quest’ottica rientra il nuovo Esame di Stato, che è tornato a chiamarsi Esame di Maturità proprio per sottolineare la necessaria personalizzazione dell’istruzione e che avrà come obiettivo quello di valutare la crescita complessiva dello studente, il suo grado di autonomia e responsabilità, che sono le precondizioni per una autentica libertà. Al di là dei singoli e pur importanti snodi che ho provato qui a riassumere, oggi noi qui celebriamo con l’avvio di un nuovo anno scolastico l’inizio di un grande viaggio alla scoperta e alla realizzazione di sé stessi anche attraverso la relazione con l’altro. L’augurio migliore che posso farvi, care ragazze e cari ragazzi, è che in questo viaggio non smarriate mai la fiducia in voi e nel vostro grande valore”.
Il Presidente Mattarella, nel corso delle tappe, incontrando gli studenti dell’Istituto penale di Nisida, congratulandosi per le attività didattico-formative, ha speso parole di speranza e di incoraggiamento. “La musica è libertà, ha detto Mattarella, perché consente di superare ogni ostacolo, ogni limite della realtà”. Queste le sue parole: “Ho poco da aggiungere, perché Jovanotti ha illustrato benissimo cos’è la scuola: lo strumento, il veicolo per il futuro. E quello riguarda tutti, dovunque ci si trovi. Per questo, quest’anno l’anno scolastico viene aperto con tre tappe, in tre momenti: qui, dove c’è una scuola frequentata con profitto; in un ospedale dove ci sono bambini ricoverati a lungo, che così possono studiare seguendo le lezioni; e poi in una scuola della città. Il futuro riguarda tutti. E per questo c’è questa triplice tappa quest’anno. E, come ha detto bene Jovanotti, ci si scopre nella scuola; ci si costruisce l’avvenire; ci si trovano i propri talenti e si mettono a prova, si capiscono, si interpretano. Per questo, ragazzi, grazie di questa accoglienza e auguri. Mi è molto piaciuta l’esecuzione. Mentre ascoltavo, ricordavo quanto dicevo poc’anzi a Jovanotti prima di entrare. Il rap – come Jovanotti sa meglio di tutti, perché ne è maestro – è apparso circa cinquant’anni fa. Io avevo già più di trent’anni. Ricordo quindi questo evento. È nato come espressione di protesta, di desiderio di cambiamento. E orienta verso il futuro, anche quello. Per questo l’esecuzione della musica fatta così bene è un percorso verso il futuro, così come la scuola. Complimenti, è fatta molto bene, davvero bella. Domanda: per lei che cos’è la musica? La musica è libertà, perché consente di superare ogni ostacolo, ogni limite della realtà. Consente di andare anche col pensiero, con l’emozione che suscita, dappertutto, al di là dei limiti che la realtà impone. Adesso vado – come ho detto – in ospedale dove c’è una scuola per i bambini che sono degenti a lungo. Perché la scuola, ripeto, riguarda tutti. Riguarda loro, riguarda chi è in città, riguarda chi segue un percorso di recupero, di rilancio, come voi, costruendo già qui dentro il proprio futuro. Perché c’è una cosa a cui penso sempre: ciascuna persona, ciascuno di noi, chiunque, è una persona unica al mondo, non ce n’è al mondo un’altra uguale. Nessuno ci assomiglia, né noi assomigliamo a nessun altro, in realtà. Ora, c’è da costruire la vita, come voi state facendo qui, con la scuola, con la musica, con il teatro, che fanno superare qualunque limite e qualunque restrizione, e consentono di prepararsi a un futuro di protagonista nella vita sociale. E questo è l’augurio che vi faccio. State lavorando bene qui. Anche quel pezzo di rap che abbiamo ascoltato poc’anzi e questa fusione straordinaria tra musica e parole è il segno di una capacità creativa di grandissimo pregio. Ragazzi, ognuno di noi ha un programma di vita da sviluppare, ed è un programma che nessun altro può fare, perché nessuno – ripeto – è uguale a ciascuno di noi. Complimenti per quanto fate qua. Auguri per il vostro futuro, davvero di protagonisti nella vita. Auguri ragazzi! E un grazie gigantesco a Jovanotti”.
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