Don Gianluca Cariello e la nuova sfida pastorale tra fede, territorio e identità
Con le ultime due celebrazioni eucaristiche presiedute da Don Gianluca Cariello, si sono conclusi tutti i “riti” dei passaggi di consegne tra i due ex parroci titolari delle parrocchie di Roccadaspide centro e Fonte, con le altre frazioni annesse.
La missione che attende Don Gianluca, già parroco di San Mauro Cilento, è titanica e allo stesso tempo essenziale.
Egli ha un grande campo da arare, seminare, raccogliere, distribuire, integrare, amalgamare e far risorgere, dando una nuova configurazione pastorale e comunitaria alle realtà che gli sono state affidate dal Vescovo di Vallo della Lucania, Mons. Vincenzo Calvosa.

Una comunità da ricomporre
Don Gianluca dovrà affrontare una sfida non solo spirituale ma anche sociale: superare il “modo di essere separati in casa” che per decenni ha contraddistinto la vita di intere generazioni di fedeli dello stesso comune.
Al momento della riunificazione nelle mani del nuovo parroco, solo tre realtà rappresentavano punti di riferimento comuni per tutto il territorio:
il Sindaco di Roccadaspide, Gabriele Iuliano, la dirigente scolastica Rita Brenca e il cimitero.
Tutto il resto era frammentato, diviso tra capoluogo e contrade – Serra, Carretiello, Doglie, Tempalta, Isca, Cesine e Fonte – ciascuna con la propria identità e storia.
Queste comunità, da sempre a vocazione agricola, hanno conosciuto negli ultimi decenni un importante sviluppo economico, commerciale e imprenditoriale, trasformandosi in entità con specifiche vocazioni che “trattano” direttamente con il resto del “mondo”.

Un territorio in trasformazione
Occorrerà tempo perché il nuovo parroco possa orientarsi nel complesso mosaico sociale di Roccadaspide, segnato da incrostazioni storiche consolidatesi da oltre un secolo.
Inoltre, lo sviluppo edilizio degli ultimi 50 anni ha trasfigurato il territorio, accompagnato dalla crescita di attività artigianali e commerciali e dalla trasformazione del settore agricolo con l’inserimento di quello zootecnico.
Questi cambiamenti hanno determinato mutamenti epocali anche nel settore delle costruzioni private, diventate signorili; e delle aziende produttive, che operano a 360° nell’ambito provinciale a sud di Salerno.
Nel tempo libero, i giovani e i meno giovani tendono sempre più a spostarsi verso Paestum, Agropoli o altre località turistiche della Costiera Cilentana e Amalfitana, mentre resta viva la partecipazione alle celebrazioni liturgiche consolidate nel tempo che si susseguono dalla primavera all’autunno.
I “gemelli di Dio” e il valore della memoria

I “gemelli di Dio” rocchesi, Don Cosimo e Don Luigi, che insieme contano 110 anni di sacerdozio, nel 2025 sono entrati nel ruolo di pastori nobili e testimoni del tempo.
La loro esperienza e conoscenza dei parrocchiani è un patrimonio prezioso che potrà essere messo a disposizione di Don Gianluca per accompagnarlo in questo nuovo cammino.
Il valore della comunità
La ricchezza e la povertà economica di una comunità non possono essere separate da quella spirituale, né possono procedere su traiettorie parallele.
Devono incontrarsi, convivere e riflettersi anche nelle celebrazioni liturgiche, che restano la base di ogni rinnovamento umano e pastorale.
Sarebbe presuntuoso dare consigli a un sacerdote esperto, ma è chiaro che solo abbattendo le barriere dei pregiudizi reciproci si potrà avviare un vero cammino di unità.
Occorrerà camminare a piedi, metaforicamente e realmente:
- capire dopo aver visto,
- invitare dopo aver visitato,
- rialzare dopo aver consolato,
- accogliere dopo aver ascoltato,
- spiegare dopo aver compreso,
- giocare dopo aver studiato,
- agire dopo aver capito,
- sognare dopo aver vissuto,
- chiedere dopo aver già dato,
- pregare dopo aver gioito …
Le difficoltà del territorio
Negli ultimi decenni, al di là della costruzione di edifici scolastici nelle contrade (alcuni oggi chiusi per denatalità) e della posa di lampioni per la pubblica illuminazione, non si sono registrati altri interventi strutturali significativi da parte del Comune.
In molte contrade mancano marciapiedi e fognature, la rete idrica non garantisce un flusso continuo d’acqua, e le aziende produttive sono sorte in modo disordinato, “a macchia di leopardo”, senza un vero piano di insediamento produttivo.
Le strade verso il capoluogo sono pericolose, costellate di altarini votivi in memoria delle vittime di incidenti stradali sono lì a testimoniarlo.
L’ultimo tragico episodio, accaduto a Fonte, ha visto la morte di due giovani e il ferimento grave di un terzo ragazzo: oltre 3.600 cittadini hanno chiesto interventi concreti alle istituzioni, ma le richieste di attivarsi per aumentare la sicurezza stradale restano inascoltate.
Una comunità senza luoghi di incontro

A Roccadaspide non esistono più sezioni di partiti politici, né luoghi di aggregazione che stimolino giovani e anziani a uscire di casa per incontrarsi.
La pratica sportiva è ridotta quasi esclusivamente al calcio, e perfino nelle scuole, di ogni ordine e grado, non viene svolta con regolarità.
Una lettera aperta
Caro Don Gianluca,
con questo articolo non voglio scaricare sulle sue pur forti spalle il peso di tanti “dover fare”.
È piuttosto un invito alla speranza, nella convinzione che il futuro – prossimo e remoto – della nostra Città di Roccadaspide possa orientarsi nella direzione giusta, valorizzando ciò che di buono è stato fatto e affrontando con coraggio ciò che resta ancora da costruire:
una vera comunità in cammino, unita nella fede, nella solidarietà e nella crescita civile.



