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La qualità dell’informazione in Italia si è ridotta a questo squallore, affidata poi a personaggi invasati, come Giletti, che approfittano dello strumento televisivo per sfogare le proprie frustrazioni.
A Emanuele Kant (Konigsberg, 22 aprile 1724, Konigsberg 12 febbraio 1804) figlio di Johann Georg della città Konigsberg che della “ragione” ne fece “tribunale” fecondo … il mio saluto!
Lo spettacolo a cui abbiamo assistito, non solo tra anonimi esperti sui media, ma anche tra accademici di livello nazionale, non è stato educativo per chi ha ascoltato pareri opposti, su argomenti scientifici, sconosciuti ai più.
Ho visto nel sogno, che alla guida degli schieramenti, c’erano solo uomini di Stato e non da platee televisive, con una visione della politica concentrata sul presente, ma già proiettata nel futuro.
Il libero arbitrio, di cui l’uomo è dotato, fa sì che non ci sono regole precise e codificate nei suoi comportamenti, per cui, di volta in volta, l’uomo sceglie come comportarsi, difronte alle situazioni che deve risolvere.
Già con Socrate e i sofisti si compiva il passo falso verso quell’antropocentrismo che, ergendo l’uomo a misura di tutte le cose, non disdegnava di indicare nella civiltà la vera finalità dell’esistente.
La televisione e la politica, sono il palcoscenico dove vediamo meglio primeggiare una presunzione senza freni e senza limiti.
Il governo avrà commesso sicuramente i suoi errori ma gode della buona compagnia di tutti i governi degli altri Paesi del mondo, che hanno commesso gli stessi errori nei confronti del virus.
In tutte le interviste che rilascia, ripete sempre il solito “ritornello” sulla differenza tra il ricco ed il povero, squallido dal punto di vista sociale, riprovevole e ripugnante dal punto di vista umano.


