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    La Scuola

    Scuola, il Dl PNRR è legge

    È stato approvato definitivamente dal Parlamento il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 45/2025, dedicato alle “Disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del PNRR in materia di istruzione e merito e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026”. Valditara “promuove il merito, tutela la legalità, valorizza chi vi lavora”. Critica la posizione di FLC CGIL. Si tratta di “Un provvedimento che non risolve in modo efficace e definitivo le tante questioni aperte nei settori della conoscenza a partire dalle misure relative alla precarietà che anzi sono peggiorative, opera drastici tagli al fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche per finanziare misure assai discutibili e intervenie in maniera blanda sul versante delle scuole paritarie”.
    Di Emilio LA GRECA ROMANO di Romano8 Giugno 20258 Min Lettura47 VisiteNessun commento
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    È stato approvato definitivamente dal Parlamento il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 45/2025, dedicato alle “Disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del PNRR in materia di istruzione e merito e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026”. Questa la dichiarazione del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “Poniamo finalmente termine al vergognoso fenomeno dei diplomifici”, chi pensa di poter comprare un titolo di studio deve sapere che lo Stato non resterà più a guardare. Con queste misure imponiamo regole chiare, controlli stringenti e tolleranza zero per un’istruzione di qualità. Vogliamo una scuola in cui ogni diploma sia frutto di impegno e competenze reali. Parallelamente, portiamo avanti una serie di interventi concreti: sosteniamo le famiglie in difficoltà incrementando i fondi per l’acquisto dei libri di testo, promuoviamo l’internazionalizzazione degli ITS. Diamo risposta alle legittime aspettative degli idonei nei concorsi per docenti; aumentiamo la retribuzione di risultato dei dirigenti scolastici; liberiamo risorse per Enti locali al fine di reinvestirle in scuole più sicure e investiamo nello sviluppo degli asili nido. Infine, estendiamo la carta docenti ai supplenti con incarico fino al 31 agosto. Questa è la nostra idea di Paese: un’Italia che non lascia indietro nessuno, che investe sui giovani, promuove il merito, tutela la legalità, valorizza chi vi lavora. E su questa strada andremo avanti, con coraggio e determinazione”. Appena convertito in legge con il voto di fiducia il DL 45/2025 ha registrato diffuse critiche. Secondo FLG CGL si tratta di un provvedimento che “non risolve in modo efficace e definitivo le tante questioni aperte nei settori della conoscenza a partire dalle misure relative alla precarietà che anzi sono peggiorative, opera drastici tagli al fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche per finanziare misure assai discutibili e intervenie in maniera blanda sul versante delle scuole paritarie”. La Legge di conversione del DL 45/2025 riporta le più rilevanti misure per scuola e università. Determina importanti tagli tagli al funzionamento delle scuole, attua il riordino degli istituti tecnici senza risorse aggiuntive e con un ulteriore taglio di 560 posti. Si tratta di un intervento politico scolastico che non interviene fattivamente col fine della riduzione del precariato. La sigla sindacale FLG CGL, esprime un giudizio assai negativo sia nel metodo, sia nel merito: “Nel metodo, sostengono, sia lesivo il fatto che, dopo l’approvazione dell’emendamento Occhiuto Cattaneo da parte della Commissione VII del Senato al DL 45 in fase di conversione, con un colpo di mano parlamentare, si andrà ad incidere profondamente sul futuro delle ricercatrici e dei ricercatori universitari con un dispositivo di legge che non riguarda l’Università e in assenza di una vera discussione parlamentare e negli Atenei. Nel merito dichiarano: “Non avendo potuto proseguire sulla strada tracciata dal DDL 1240, la “Cassetta degli attrezzi”, a causa delle proteste e soprattutto degli esposti alle autorità europee da parte di FLC CGIL e ADI, il Governo cerca di risolvere il problema del pre ruolo universitario per giustificare il taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario, inserendo accanto al Contratto di ricerca, che ha sostituito l’Assegno di ricerca, due nuovi istituti. Invece di eliminare la condizione precaria della docenza che conta oggi 30 mila contratti di insegnamento che vanno ad assegnisti, RTDA e altre figure si sceglie di non ricorrere al reclutamento di posizioni tenure-track RTT per le quali riteniamo invece necessario un investimento di risorse”. Su questa linea prosegue: “In definitiva, vengono introdotte due figure assimilabili a quelle che erano state abolite, l’assegno di ricerca e l’RTDA e si preclude la piena applicazione da parte degli Atenei del contratto di ricerca rischiando di creare ulteriori sacche di precariato in un contesto già fortemente segnato da un’elevata percentuale di personale precario. Noi riteniamo che la ricerca sia un lavoro e quindi che qualunque rapporto di lavoro per ricercatrici e ricercatori a termine o a progetto non può che essere inquadrato in un normale rapporto di lavoro a tempo determinato, con tutte le relative tutele. Per questo abbiamo presentato nei giorni scorsi una segnalazione alla UE di reversal sul PNRR di violazione delle norme comunitarie sul lavoro precario e di infrazione della normativa europea, la Carta Europea dei Ricercatori, sulla parità di trattamento economico”. La Legge di conversione del DL 45/2025, in estrema sintesi, introduce diverse disposizioni urgenti per l’attuazione delle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026. Le disposizioni che interessano la scuola riguardano  il reclutamento dei docenti: il provvedimento stabilisce l’integrazione delle graduatorie dei concorsi PNRR con i candidati risultati idonei, nella misura del 30% dei posti messi a concorso. Sono inoltre previste proroghe per le assunzioni dei docenti inseriti in graduatorie concorsuali; il riordino degli istituti tecnici: la riforma prevede la definizione del profilo educativo, culturale e professionale dello studente e del curricolo dei percorsi di istruzione tecnica. La riforma sarà introdotta a regime dall’a.s. 2026/2027; la carta del docente: si introduce la possibilità di utilizzare la Carta docente anche per l’acquisto di prodotti dell’editoria audiovisiva. Tuttavia, è prevista una riduzione dell’importo nominale della Carta; le scuole paritarie: il provvedimento stabilisce che non potrà essere autorizzata l’attivazione di più di una classe terminale collaterale per ciascun indirizzo di studi già funzionante in una scuola paritaria. Le misure che riguardano l’università, interessano la ricerca: la norma introduce due ulteriori figure precarie, gli incarichi post-doc e gli incarichi di ricerca, apportando modifiche alle leggi esistenti. Tuttavia, la FLC CGIL esprime un giudizio estremamente negativo su queste misure, considerandole peggiorative per la condizione dei ricercatori universitari. Altre misure riguardano l’edilizia scolastica, la formazione docenti, la fornitura dei libri di testo.  In merito all’edilizia scolastica si prospetta l’ incremento del Fondo unico per l’edilizia scolastica per realizzare interventi urgenti di messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici. Con riferimento alla formazione docenti si destinano risorse per definire percorsi di formazione e informazione destinati ai docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado per la prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti e del disagio giovanile. In merito alla fornitura libri di testo si registra un incremento degli stanziamenti per riconoscere la gratuità o semi-gratuità dei libri di testo agli alunni che assolvono l’obbligo scolastico. L’intervento politico fornisce un nuovo quadro, dunque, della struttura curricolare edell’orario degli Istituti Tecnici. Modifica la sostanza dell’architettura formativa. In tale ambito, infatti, viene adesso fatta una duplice distinzione: si parla di area di istruzione generale nazionale comune a tutti i percorsi e di area di indirizzo flessibile per entrambi i settori economico e tecnologico-ambientale,per quanto riguarda la prima area si parla di 1.221 ore nel primo biennio, 990 ore nel secondo biennio, 462 ore nel quinto anno; per quanto riguarda la seconda, la struttura curricolare considera 891 ore nel primo biennio, 1.122 ore nel secondo biennio, 528 ore nel quinto anno. Sembra che alle istituzioni scolastiche verrà concessa l’autonomia del 20% dell’orario complessivo, con specifico calcolo per distinta area, escludendo ogni ulteriore onere per la finanza pubblica. Sarà flessibilmente possibile l’attivazione di tirocini, stage e convenzioni con ITS Academy; assumeranno un ruolo sempre più rilevante i termini collaborativi con le  imprese e le università,nel limite del 30% del monte ore del quinto anno. L’azione innovativa,  partirà nell’anno scolastico 2026/2027, si compirà nel 2030/2031. Il P.E.Cu.P., ovvero il Profilo Educativo, Culturale e Professionale dello studente, regolamento ministeriale, traccerà l’ordinamento degli istituti tecnici. Fra gli altri, il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 45/2025,riserva spaio alla carta docente. La carta potrà essere utilizzata anche per l’acquisto di prodotti dell’editoria audiovisiva. A decorrere dal 2025/2026, criteri e modalità di assegnazione della Carta nonché l’importo nominale della stessa saranno definiti da apposito decreto. Si estenderà l’impiego della carta, ma si ridurrà l’importo. Altro provvedimento interessa  le scuole paritarie: “Il provvedimento stabilisce che dall’a.s. 2025/2026 non potrà essere autorizzata l’attivazione di più di una classe terminale collaterale per ciascun indirizzo di studi già funzionante in una scuola paritaria. L’attivazione della classe collaterale sarà inoltre subordinata all’ autorizzazione dell’Ufficio scolastico regionale, previa motivata richiesta del soggetto gestore, da presentare entro il 31 luglio precedente all’anno scolastico di riferimento. Si prevede inoltre che saranno rafforzati i controlli sugli esami di idoneità, prevedendo che, in caso di salto di due anni, la commissione sia presieduta da un dirigente scolastico esterno. Si estende infine anche alle scuole paritarie l’obbligo del protocollo informatico, promuovendone la digitalizzazione e la trasparenza amministrativa”. Secondo FLC CGIL le misure sono insufficienti. Non bastano questi interventi  per risolvere il problema dei diplomifici e delle certificazioni false. “Occorre infatti, secondo FLC CGIL,  dare risposte più efficaci anche alla luce dei recenti e ripetuti fatti di cronaca che hanno fatto emergere comportamenti diffusi di dubbia legalità per quanto riguarda l’acquisizione di titoli, la certificazione dei servizi ecc. Le modifiche alla legge sulla parità devono intervenire su più fronti: attraverso l’adozione di un sistema trasparente di reclutamento del personale docente e ATA, con la costituzione di graduatorie per titoli analoghe a quelle delle scuole statali e rendendo vincolante, ai fini dell’acquisizione della parità, l’utilizzo di CCNL sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacale realmente rappresentative. Resta fondamentale l’abolizione della facoltà di ricorrere a personale volontario, che si traduce in tantissimi casi in prestazione gratuita di lavoro in funzione di un’ipotetica successiva assunzione. FLC CGIL ritiene,inoltre, che sia necessario un rafforzamento dell’organico ispettivo, la sistematicità dei controlli, la razionalizzazione dei flussi informativi fra scuole e ministero, l’inasprimento delle sanzioni fino alla revoca definitiva delle autorizzazioni qualora si riscontrino evidenti violazioni delle norme.

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