Prima del divieto l’uso dei cellulari nelle classi era consentito soltanto per attività didattiche specifiche, come l’utilizzo di fotocamere, video e internet,sempre sotto la supervisione del docente. La circolare del 2025 ha esteso il divieto anche a questi usi. A partire da quest’anno scolastico è posto veto all’uso dei cellulari nella scuola, anche nel secondo ciclo d’istruzione. “..Tale intervento, recita la disposizione del Ministro Valditara, appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche. Sull’argomento sono sempre più numerosi gli studi, così come risulta una sempre maggiore attenzione da parte degli organismi internazionali e delle istituzioni sanitarie sulla necessità di adottare politiche in grado di contrastare i preoccupanti fenomeni che tali ricerche mettono in luce…” A partire dal 1° settembre 2025, nelle scuole secondarie di secondo grado italiane è entrato in vigore il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari durante l’orario scolastico e le attività didattiche, come disposto dalla Disposizione Ministeriale Prot. n. 3392 del 16/06/2025. Questo provvedimento impone il divieto di uso di cellulari, smartphone e altri dispositivi mobili, prevedendo sanzioni disciplinari progressivamente più severe che possono includere note sul registro, sospensioni e calo del voto di condotta, a seconda della reiterazione dell’infrazione. I docenti devono attenersi a questo divieto, ma sono anche responsabili di farlo rispettare e di gestire le violazioni disciplinando gli studenti. L’uso dei dispositivi è consentito solo in casi eccezionali, come esigenze didattiche documentate o necessità personali legate a salute e disabilità, come previsto dal Piano Educativo Individualizzato (PEI) o dal Piano Didattico Personalizzato (PDP). E’ chiaro quindi che viene posto divieto a tutti, docenti compresi. Questi ugualmente sono, in linea di massima, tenuti ad astenersi dall’uso del cellulare e altri dispositivi elettronici durante l’orario scolastico, come ribadito dalla circolare del 16 giugno 2025. I Proff. hanno responsabilità educativa e devono operare al fine della prevenzione e alla sensibilizzazione. Cosa dovrà fare il docente in caso di infrazione? In caso di violazione da parte degli studenti, il docente dovrà: richiedere di riporre il dispositivo, dovrà invitare lo studente a riporre subito il cellulare spento. Se il comportamento si ripete, il docente può scrivere una nota disciplinare sul registro elettronico. In caso di reiterazione, il Consiglio di Classe può decidere sanzioni che vanno da una sospensione da tre giorni e fino a un massimo di quindici giorni. Alla base del divieto vi sono una serie di motivazioni: Concentrazione e apprendimento, l’esito scolastico, il benessere psicofisico. Il divieto nasce dalla necessità di ridurre le distrazioni e migliorare la capacità di concentrazione e di apprendimento degli studenti.
L’uso eccessivo dello smartphone può influire negativamente sui risultati scolastici. Si mira anche a contrastare i rischi di ansia, insonnia, isolamento sociale e comportamenti di dipendenza legati all’uso eccessivo dei dispositivi. In via eccezionale è consentito l’uso dei cellulari solo se strettamente necessario per fini didattici documentati o per esigenze personali legate a salute, disabilità, o disturbi specifici di apprendimento, come previsto da PEI o PDP. Nel dettaglio, diversamente, è diffusamente vietato fare uso dei telefoni cellulari e dei dispositivi mobili per qualsiasi scopo, anche se collegati all’attività didattica, per tutto l’orario scolastico. Il divieto si applica anche all’intervallo e include tutti i dispositivi. In caso di gravi violazioni, come la diffusione di immagini o video non autorizzati, la sanzione potrà portare a sospensioni più lunghe o a misure più severe. Le ragioni, alla base del divieto, mirano a favorire la concentrazione, l’apprendimento, migliorare i risultati scolastici e a ridurre l’ansia e l’isolamento sociale. Le istituzioni scolastiche sono invitate a mettere in pratica il divieto attraverso i propri regolamenti. Alcune scuole prevedono che gli studenti ripongano i cellulari in appositi contenitori o cassetti. Segue la nota integrale, a firma Valditara, delle del divieto dell’uso degli smartphone:“Facendo seguito alla nota ministeriale n. 5274 dell’11 luglio 2024, riguardante il primo ciclo di istruzione, con la presente circolare si dispone anche per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo del telefono cellulare durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico. Tale intervento appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche. Sull’argomento sono sempre più numerosi gli studi, così come risulta una sempre maggiore attenzione da parte degli organismi internazionali e delle istituzioni sanitarie sulla necessità di adottare politiche in grado di contrastare i preoccupanti fenomeni che tali ricerche mettono in luce. In proposito, appare utile richiamare uno studio dell’OCSE condotto nel 2024, “From decline to revival: Policies to unlock human capital and productivity”1, i cui risultati evidenziano gli effetti negativi dell’uso di smartphone e social media sul rendimento scolastico. L’OCSE ritiene quindi necessario adottare programmi per un uso responsabile di Internet e riforme delle politiche educative che potrebbero attenuare tali effetti, contrastando il calo del livello degli apprendimenti, rilevabile dai punteggi PISA e in parte imputabile proprio all’uso improprio delle tecnologie digitali, favorendo la crescita del capitale umano. Similmente, l’Organizzazione mondiale della sanità, in base ai risultati del Rapporto denominato “A focus on adolescent social media use and gaming in Europe, central Asia and Canada” (2024), ha evidenziato come l’uso problematico dei social media tra gli adolescenti abbia subito un notevole incremento, con significativa diffusione di fenomeni di dipendenza quali l’incapacità di controllare l’uso degli smartphone, sintomi da astinenza e il trascurare altre attività con conseguenze negative sulla vita quotidiana. Anche l’Istituto Superiore di Sanità afferma che, tra le dipendenze comportamentali, l’uso problematico dello smartphone colpisce oltre il 25% degli adolescenti, con effetti negativi su sonno, concentrazione e relazioni e, nel Rapporto ISTISAN 23-253, evidenzia che, nella fascia di età compresa tra i 14 e i 17 anni, la dipendenza dai social media è associata a un peggiore rendimento scolastico rispetto a chi non ne è dipendente. Sulla base di tali evidenze, sono sempre più numerosi i Paesi che, nell’ottica di migliorare i processi di apprendimento e di ridurre il tempo complessivo di connessione dei giovani alla rete, hanno introdotto o stanno introducendo misure per limitare, e in diversi casi proibire del tutto, l’uso dello smartphone in ambito scolastico, rivedendone anche i parametri di impiego nelle diverse forme di didattica digitale. A tal proposito ho presentato (ndr il Ministro valditara) in occasione della riunione del Consiglio Istruzione della UE del 12 maggio scorso la richiesta alla Commissione europea di elaborare una proposta volta a adottare una raccomandazione da parte del Consiglio che dia priorità al benessere e allo sviluppo cognitivo degli studenti attraverso un utilizzo appropriato delle tecnologie, vietando l’uso degli smartphone a scuola. Tale richiesta ha ottenuto un ampio riscontro da parte di numerosi altri Paesi Membri della UE. Alla luce di tutto quanto rappresentato, le istituzioni scolastiche provvederanno, pertanto, ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto. È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione. Resta inteso che l’uso del telefono cellulare sarà sempre ammesso nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento, ovvero per motivate necessità personali. Analogamente, l’utilizzo del telefono cellulare rimane consentito qualora, sulla base del progetto formativo adottato dalla scuola, esso sia strettamente funzionale all’efficace svolgimento dell’attività didattica nell’ambito degli specifici indirizzi del settore tecnologico dell’istruzione tecnica dedicati all’informatica e alle telecomunicazioni. Esclusivamente per finalità didattiche resta ovviamente confermato l’impiego degli altri dispositivi tecnologici e digitali a supporto dell’innovazione dei processi di insegnamento e di apprendimento, come pc, tablet e lavagna elettronica, secondo le modalità programmate dalle scuole nell’esercizio della propria autonomia didattica e organizzativa. Sotto tale profilo, le istituzioni scolastiche avranno cura di sfruttare in maniera ottimale le potenzialità degli strumenti digitali, ormai largamente diffusi in ambito scolastico grazie ai notevoli investimenti avviati negli scorsi anni, per migliorare la qualità degli insegnamenti e favorire l’apprendimento. Appare infine utile evidenziare che l’attuazione del divieto generalizzato dell’impiego del telefono cellulare non esaurisce il fondamentale ruolo che la scuola è chiamata a svolgere per assicurare il benessere psicofisico e la crescita dei nostri studenti. È necessario, infatti, rafforzare le azioni finalizzate a educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali. Notevole attenzione andrà anche dedicata alle tematiche connesse alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale, ivi inclusi i suoi impieghi nelle attività didattiche e nei processi di apprendimento, al fine di promuoverne un uso efficace. Per tali finalità, occorre fare particolare riferimento a quanto disposto dalle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, adottate con decreto ministeriale 7 settembre 2024, n. 183. Grato per la collaborazione”. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, prima della scorsa estate, nel corso della riunione del Consiglio dell’Unione europea dedicata all’Istruzione, esattamente il 12 maggio u.s., ha presentato la proposta per una raccomandazione europea che scoraggi l’uso degli smartphone in classe in tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado dell’Unione. Il Ministro Valditara ebbe a dichiarare in quella sede: “I risultati degli studi scientifici dimostrano che l’abuso di dispositivi mobili durante l’infanzia e la preadolescenza incide negativamente sullo sviluppo cognitivo, causando perdita di concentrazione e memoria, riduzione delle competenze linguistiche e del pensiero critico. Oltre al calo delle performance scolastiche, l’uso eccessivo degli smartphone in età precoce è riconosciuto come una delle principali cause di isolamento sociale. È giunto il momento di intervenire con decisione per tutelare il benessere e l’apprendimento dei nostri giovani. In quella occasione Valditara aggiunse: “A partire da settembre 2024, è stato disposto il divieto di utilizzo degli smartphone in classe per tutti gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado. Rimane consentito l’uso dei dispositivi previsti nei piani didattici personalizzati per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento. Se vogliamo davvero bene ai nostri figli, dobbiamo garantirgli a scuola una pausa dai cellulari. E’ necessario ora un approccio coordinato a livello europeo anche sul tema dell’accesso ai social network per contrastare fenomeni come il cyberbullismo, la pedopornografia, gli atti di autolesionismo e la violenza di genere”.



