I corsi Indire per la specializzazione sul sostegno, attivati per i triennalisti e per coloro che hanno conseguito il titolo di specializzazione all’estero, sono stati ufficializzati con i decreti ministeriali n. 75/2025 e n. 77/2025. Questi corsi sono rivolti ai docenti con almeno tre anni di servizio su posti di sostegno nello stesso grado scolastico e ai docenti col titolo di specializzazione conseguito all’estero in attesa di riconoscimento con contenzioso attivo. La durata dei corsi è di almeno quattro mesi, con un costo massimo di 1.300 euro a carico del partecipante. Il numero complessivo dei posti messi a bando è di 52. 622 da suddividere per regione lungo lo stivale. I partecipanti dovranno avere maturato un servizio su sostegno per almeno tre anni nell’ultimo lustro, se pure discontinuo nelle scuole statali e/o paritarie; i corsi si articoleranno con riferimento al numero variabile da 50 a centocinquanta unità. La norma consente la partecipazione ai corsi anche a quanti possono far valere un percorso formativo sul sostegno agli alunni con disabilità, svolto prevalentemente su territorio dell’Unione europea, con durata non inferiore a 1.500 ore. Potranno prendere parte ai corsi, inoltre, coloro che vantano l’idoneità al conseguimento di almeno 60 CFU e abbiano presentato apposita istanza di riconoscimento per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, o abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso. Un gruppo di docenti, uniti per supportare i corsi INDIRE di specializzazione sul sostegno, ha espresso il proprio sostegno alla specializzazione, rispondendo alle critiche del CSPI. I Membri del gruppo hanno spiegato perché la specializzazione INDIRE sia valida, evidenziando punti chiave e rispondendo alle obiezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. I docenti, in una lettera pubblicata online, hanno chiarito che la specializzazione sul sostegno promossa da INDIRE è, malgrado le diffuse opinioni divergenti, un’opportunità valida per migliorare la qualità dell’insegnamento inclusivo. Hanno affrontato punto per punto le critiche mosse dal CSPI, dimostrando la concretezza e la validità dei corsi. Perché il supporto a questi corsi? Il gruppo ha evidenziato che i corsi INDIRE offrono formazione specifica, aggiornamento, supporto alla comunità scolastica: i corsi INDIRE mirano a fornire ai docenti le competenze necessarie per lavorare efficacemente con gli studenti con bisogni educativi speciali. I corsi offrono un aggiornamento continuo sulle metodologie e le tecniche più recenti per l’insegnamento inclusivo. La specializzazione dei docenti sul sostegno contribuisce a creare un ambiente scolastico più inclusivo e accogliente per tutti gli studenti. L’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) è un’istituzione che svolge un ruolo fondamentale nella ricerca educativa e nella formazione degli insegnanti. INDIRE sviluppa modelli didattici innovativi e promuove l’uso delle nuove tecnologie nella didattica. Forniamo ora alcune risposte del MIM in relazione al percorso INDIRE. Cosa accade se la mia domanda di iscrizione ad un percorso non è accolta perché le domande presentate a Indire o all’Università sono più numerose dei posti disponibili? L’Indire o l’Università devono stilare una graduatoria distinta per grado di istruzione secondo i criteri definiti dal DM 75/2025: priorità ai docenti con un numero di anni di servizio su posto di sostegno superiore a tre nel quinquennio di riferimento, prevalenza del docente più giovane a parità di posizione. Nel caso in cui la domanda non fosse accolta, il docente dovrà verificare la disponibilità di posti residui presso altri Atenei. Che titolo conseguo se partecipo ai corsi organizzati dall’Indire? Il titolo rilasciato da INDIRE è titolo di specializzazione non universitario per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, utilizzabile esclusivamente in ambito nazionale all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione. Ciò significa che chi consegue questo titolo si può iscrivere nelle graduatorie per le supplenze e partecipare ai concorsi per i posti di sostegno. Che titolo conseguo se partecipo ai corsi organizzati dall’Università? Il titolo rilasciato dalle Università, autonomamente o in convenzione con INDIRE, è titolo di specializzazione universitario per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. Posso iscrivermi ai corsi se completo i tre anni di servizio su posto di sostegno nell’anno scolastico 2024/2025? No, l’Allegato B del DM 75/2025 stabilisce che i destinatari dei corsi sono i docenti che alla data del 31 agosto 2024, hanno svolto un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, sul medesimo grado di istruzione. Cosa si intende per anno scolastico ai fini del calcolo del servizio per accedere ai corsi? Per anno scolastico si intende il servizio prestato per almeno 180 giorni ovvero prestato continuativamente dal 1° febbraio agli scrutini finali oppure il servizio prestato nella scuola dell’infanzia entro il 30 giugno. Quanto dureranno i corsi? Posso fare delle assenze? I corsi devono durare almeno quattro mesi e si devono concludere entro il 31 dicembre 2025. È possibile assentarsi per un massimo del 10 per cento sul totale delle attività. Ho presentato istanza di riconoscimento del titolo estero sul sostegno in data successiva al 31 gennaio 2024. Posso partecipare ai percorsi formativi attivati dall’INDIRE o dalle Università ai sensi dell’art. 7 del D.L. 71/2024? No. Il decreto interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025, attuativo dell’art. 7 del D.L. 71/2024, prevede che possono iscriversi ai percorsi di formazione coloro i quali hanno presentato istanza di riconoscimento del titolo sul sostegno conseguito all’estero per la quale, al 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento. Poiché il termine di conclusione del procedimento di riconoscimento, previsto dalla normativa di riferimento, è pari a 4 mesi, ai fini della partecipazione ai percorsi formativi di cui all’art. 7 del D.L. 71/2024 è necessario aver presentato una domanda di riconoscimento in data antecedente al 1° febbraio 2024, non conclusa dall’Amministrazione entro il 1° giugno 2024. Ho presentato istanza di riconoscimento del titolo estero sul sostegno in data antecedente al 1° febbraio 2024, ma ho ricevuto un provvedimento conclusivo del procedimento prima del 1° giugno 2024. Posso partecipare ai percorsi formativi attivati dall’INDIRE o dalle Università ai sensi dell’art. 7 del D.L. 71/2024? No. Per poter partecipare ai percorsi formativi di cui all’art. 7 del D.L. 71/2024 è necessario che l’istanza di riconoscimento, alla data del 1° giugno 2024, non sia stata conclusa dall’Amministrazione con un provvedimento espresso. Ho presentato istanza di riconoscimento del titolo estero sul sostegno in data antecedente al 1° febbraio 2024, ma ho ricevuto un provvedimento conclusivo del procedimento dopo il 1° giugno 2024. Posso partecipare ai percorsi formativi attivati dall’INDIRE o dalle Università ai sensi dell’art. 7 del D.L. 71/2024? Si. Per poter partecipare ai percorsi, i requisiti previsti dalla normativa devono essere posseduti alla data del 1° giugno 2024. Eventuali provvedimenti conclusivi emessi in data successiva al 1° giugno 2024, non hanno rilievo ai fini della partecipazione ai percorsi. Ho presentato istanza di riconoscimento del titolo estero sul sostegno in data antecedente al 1° febbraio 2024, conclusa con un provvedimento espresso prima del 1° giugno 2024. Tuttavia, ho impugnato il provvedimento e, alla data del 1° giugno 2024, risultava pendente un contenzioso con l’Amministrazione avente ad oggetto l’annullamento del provvedimento emesso. Posso partecipare ai percorsi formativi attivati dall’INDIRE o dalle Università ai sensi dell’art. 7 del D.L. 71/2024? No. Per poter partecipare ai percorsi, è necessario avere pendente, alla data del 1° giugno 2024, un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione di un provvedimento espresso, vale a dire un giudizio sul silenzio dinanzi al giudice amministrativo. Non è possibile partecipare ai percorsi se, alla data del 1° giugno 2024, risultava pendente un contenzioso avente ad oggetto l’impugnazione di un provvedimento espresso emesso dall’Amministrazione. Ho presentato istanza di riconoscimento del titolo estero sul sostegno tramite la Piattaforma online “Riconoscimento Professione Docente” e sono in possesso dei requisiti previsti dal decreto interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025. Ai fini della partecipazione ai percorsi formativi, posso presentare rinuncia all’istanza tramite PEC? No. L’art. 5, comma 2, del decreto interministeriale prevede espressamente che la rinuncia alle domande formulate all’Amministrazione tramite la Piattaforma “Riconoscimento Professione Docente” deve essere comunicata esclusivamente per il tramite della richiamata Piattaforma, attraverso l’apposita funzione “Rinuncia” della cui attivazione si darà notizia con apposito avviso. Sono in possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025 ed ho maturato un anno di esperienza professionale in qualità di docente su posto sostegno sul grado per il quale intendo iscrivermi ai percorsi di formazione di cui all’art. 7 del D.L. 71/2024. Quanti crediti formativi devo conseguire all’esito del percorso? Ai sensi dell’art. 3, comma 2, del decreto interministeriale coloro i quali sono in possesso di tutti i requisiti previsti ed hanno maturato, alla data di presentazione della domanda di partecipazione ai percorsi, almeno un anno di esperienza professionale in Italia, in qualità di docente su posto sostegno sullo specifico grado di interesse devono conseguire 36 crediti formativi, intendendosi assolto il tirocinio con il servizio effettivo. Sono in possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025 ma non ho maturato un anno di esperienza professionale in qualità di docente su posto sostegno sul grado per il quale intendo iscrivermi ai percorsi di formazione di cui all’art. 7 del D.L. 71/2024. Quanti crediti formativi devo conseguire all’esito del percorso? Ai sensi dell’art. 3, comma 2, del decreto interministeriale coloro i quali sono in possesso di tutti i requisiti previsti e non hanno maturato, alla data di presentazione della domanda di partecipazione ai percorsi, almeno un anno di esperienza professionale in Italia, in qualità di docente su posto sostegno sullo specifico grado di interesse devono conseguire 48 crediti formativi, di cui 12 relativi all’attività di tirocinio. Ho svolto attività di insegnamento in Italia su posto sostegno sullo specifico grado di interesse durante l’anno scolastico in corso (2024/2025). Rientro tra coloro che hanno maturato almeno un anno di esperienza e che devono, dunque, conseguire 36 crediti formativi, intendendosi assolto il tirocinio con il servizio effettivo? Il tirocinio si intende assolto per coloro che, alla data di presentazione della domanda di partecipazione ai percorsi formativi, hanno maturato almeno un anno scolastico in Italia quali docenti su posto sostegno sullo specifico grado di interesse. Per anno scolastico si intende il servizio prestato per almeno 180 giorni ovvero prestato continuativamente dal 1° febbraio agli scrutini finali ovvero, per la scuola dell’infanzia, entro il 30 giugno. Sono in possesso dei requisiti previsti dalla normativa ed ho presentato ad un’Università domanda di iscrizione ai percorsi formativi. Tuttavia, non sono stato ammesso a causa di una eccedenza di iscrizioni. In questo caso, mi è preclusa la possibilità di partecipare ai percorsi? No. Ai sensi dell’art. 3, comma 1, del decreto interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025 l’effettiva partecipazione ai percorsi formativi deve essere garantita a tutti coloro i quali sono in possesso dei requisiti prescritti e presentano domanda di partecipazione. Pertanto, è espressamente previsto che, in caso di eccedenza di iscrizioni presso le Università, queste ultime provvederanno a trasmettere le domande eccedenti all’INDIRE. Questa poi la testimonianza di “Anna”, una docente di sostegno presso la scuola media che domanda al Ministro Valditara l’attivazione dei corsi Indire, perché – riferisce nel suo scritto – i precari hanno lavorato e lavorano mettendoci davvero il cuore. «Buongiorno, sono una giovane docente di sostegno precaria da 5 anni e vorrei raccontare la mia storia… Dopo essermi laureata a pieni voti, poiché ho sempre amato studiare, e dopo aver conseguito i 24 cfu per l’insegnamento, oltre ad aver seguito un importante corso di formazione sul sostegno degli alunni con disabilità, mi sono iscritta nelle graduatorie di istituto, scegliendo una regione che dista circa 1000 km da casa dei miei cari genitori (oggi ultra settantenni). Era il giorno 8 ottobre del 2019 quando il mio telefono squillò: era la segreteria di una scuola, che mi diceva di essere stata destinataria di una supplenza di sostegno e che dovevo prendere servizio, se interessata, entro due giorni. Chiesi di darmi 15 minuti di tempo… Andai subito a verificare da cellulare i voli disponibili e prenotai veramente in modo tempestivo un biglietto aereo per essere a scuola entro due giorni, e mi dichiarai immediatamente disponibile ad accettare l’incarico, anche in assenza del titolo di specializzazione. Soltanto dopo alcune ore raccontai ai miei familiari che sarei partita per un anno… Fu così che iniziò la mia prima supplenza di sostegno che durò poi un anno intero, 1000 km lontana da casa. Nel mese di marzo 2019 arrivò per la prima volta il Covid e si passò alla Didattica a distanza. Tantissima gente fuggì, compreso il Preside, per ritornare nella propria regione e famiglia. Io invece decisi di rimanere lì, a dare sostegno ai miei tre alunni con la Didattica a Distanza. Nulla infatti mi fermò dal voler lavorare e fare compagnia ai miei alunni: ero sola, senza nessuno per davvero, e non avevo portato con me la mia macchina. I miei genitori piangevano spesso al telefono pensando a me, al mio coraggio e al fatto che comunque stavo rischiando la vita restando lì per tanti mesi, da sola, con i casi di Covid e di morti giornaliere veramente in aumento….. ma io volevo continuare a lavorare fino a giugno!. Tornai nella mia regione il 15 giugno perché la supplenza era purtroppo finita… ma io pesavo 7 chili in meno perché quell’esperienza comunque in qualche modo mi segnò. Nei tre anni successivi, continuai sempre ad accettare supplenze di sostegno e ad aiutare tanti bambini, anche coloro che avevano importanti difficoltà e venivano sempre emarginati. Sono stata infatti anche la docente di sostegno per ben due volte, di bambini tetraplegici, quando invece tanti colleghi avevano da subito rifiutato la supplenza. I miei cari alunni mi hanno sempre ben accolta e sono stati felici di avermi come insegnante. Ma soprattutto loro hanno reso felice me… Il tfa sostegno l’ho sempre ritenuto un corso validissimo e che andava fatto ma, purtroppo, a causa dell’impostazione direi un pò “vincolante” per me e per tanta gente con importanti problemi familiari e di altra natura, non l’ho mai potuto seguire ma ho sempre desiderato conseguire la specializzazione sul sostegno. Quello che chiedo al Ministro è l’attivazione dei corsi Indire, perché noi precari abbiamo lavorato, mettendoci davvero il cuore. Io sono felice di quello che ho fatto in questi anni e rifarei di nuovo tutto quanto appena raccontato. È giusto che qualcuno dia ascolto alle storie di noi docenti precari ma anche a quelle dei colleghi che hanno fatto tanti sacrifici per prendere l’abilitazione all’estero. Perché se una persona lavora bene e facendo sacrifici, non arrecando danno agli altri, non capisco il motivo per cui debba essere denigrata da chi, invece, ha avuto la possibilità di conseguire il tradizionale titolo di specializzazione, però magari non ha la nostra esperienza sul campo. Noi e’ da anni che lavoriamo, aiutando i bambini in difficoltà e che ogni anno o più volte durante un anno scolastico, sono costretti a cambiare in continuazione insegnante di sostegno, soffrendo sicuramente perché io ho sempre visto i miei alunni piangere quando io e altri colleghi di sostegno siamo andati via. I nostri alunni si affezionano e sono speciali perché hanno una sensibilità probabilmente superiore a quella degli altri compagni di classe. Oltre a dare supporto scolastico e morale ai miei cari alunni, ho sempre desiderato aiutare il resto della classe e quindi l’ho sempre fatto, collaborando con tanti colleghi curricolari. Sono sempre andata a lavoro, non ho quasi mai chiesto permessi tranne se stavo veramente male. Mi dispiacerebbe, dopo tutto ciò che ho fatto, e tutti i sacrifici che ho fatto, dover cercare un nuovo e diverso lavoro…. cancellando questi cinque anni della mia vita…. Ognuno di noi ha una storia… la mia è questa e anche se non mi andava di raccontarla, adesso l’ho fatto e non me ne vergogno perché è una storia VERA e piena di DIGNITÀ ma soprattutto di AMORE per il lavoro che ho sempre fatto e che spero di poter continuare a fare. Nel ringraziarvi per l’attenzione, porgo i miei cordiali saluti».
A difesa della propria idea ci si unisce in gruppo. L’unione fa la forza! Capita anche per tutelare le idee degli aspiranti corsisti INDIRE. Il Gruppo Docenti Sostegno Uniti per Indire, è nato a novembre 2024; è oramai una importante realtà del mondo scolastico con l’intento di unire tutti i docenti, senza categorie e divisioni e tutelare i diritti dei docenti sia specializzati in Europa che con esperienza con oltre tre anni di servizio. il Gruppo Docenti di Sostegno “Uniti per Indire”, chiede l’avvio immediato dei corsi Indire, con l’obiettivo di affrontare e risolvere le questioni cruciali del mondo della scuola che riguardano migliaia di docenti precari, studenti in condizioni di disabilità e famiglie italiane, nella speranza di ottenere soluzioni immediate, concrete e condivise. Intanto il MIM recentemente ha prorogato i termini di presentazione della manifestazione di interesse delle Università “Oggetto: Proroga dei termini – Attivazione dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, ai sensi dell’art. 6 e 7 del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106. Al fine di favorire una più ampia partecipazione delle Università per l’attivazione dei percorsi di specializzazione in oggetto, i termini di cui agli avvisi prot. 20365 e prot. 20366 del 22 maggio u.s. sono prorogati al 7 giugno p.v..”. Al momento, dunque, i tempi per l’attivazione dei corsi INDIRE si allungano. Gli atenei dovranno aspettare il consenso del Ministero dell’istruzione e del merito, successivamente pubblicheranno i bandi. La fase ulteriore delle iscrizioni comporterà ancora attesa, il controllo dei requisiti, inoltre, farà tardare l’avvio delle lezioni. Le diverse procedure, sicuramente prorogheranno le lezioni nel cuore dell’estate. I corsi, di certo, non dovrebbero di fatto iniziare prima di luglio. Del ritardo dei corsi INDIRE, utili per il rilascio del titolo di specializzazione non universitario, valido esclusivamente all’interno del sistema educativo nazionale, dopotutto si parla anche negli stessi decreti attuativi.
Sostegno, i corsi INDIRE tardano ad arrivare
Il gruppo di docenti che sostengono i corsi INDIRE ne sottolineano l'importanza per la qualità dell'insegnamento inclusivo e per la crescita professionale degli insegnanti. L'INDIRE, con la sua esperienza nella ricerca educativa, offre una formazione di valore per preparare gli insegnanti a lavorare con gli studenti con bisogni educativi speciali. Al momento, dunque, i tempi per l’attivazione dei corsi INDIRE si allungano. Gli atenei dovranno aspettare il consenso del Ministero dell’istruzione e del merito, successivamente pubblicheranno i bandi. La fase ulteriore delle iscrizioni comporterà ulteriore attesa, il controllo dei requisiti ancora farà tardare l’avvio delle lezioni. Ler diverse procedure sicuramente prorogheranno le lezioni nel cuore dell’estate.
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