Il coraggio discreto di Romano Gregorio
Sconcerto e sorpresa … “Ma dove sono capitato?” con questo pensiero Romano Gregorio prese possesso della stanzetta “spoglia e angusta” riservata al direttore.

Correva l’anno 1997. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) era poco più che un’astrazione … strutture e personale pressoché inesistente, prospettive e finalità da progettare, il tutto reso complicato da un alone di diffidenza che gravava sulla neonata istituzione da parte di istituzioni locali e cittadini.
Messi da parte i dubbi e l’iniziale sconcerto, Romano lascia il posto di impiegato presso il comune di Laurino e si butta a capo fitto nell’impresa … se la cose avessero preso una piega non gradita, avrebbe fatto in tempo a tornare sui propri passi.
Si trattava di di essere parte attiva nella costruzione della macchina amministrativa che, valorizzando l’esistente, avrebbe impresso una svolta epocale alla cultura, economia e all’organizzazione sociale di un territorio vasto come una provincia.
Laureato in Scienze politiche, sposato con tre figli assume anche il ruolo di vice direttore che conserverà fino alla sua nomina a direttore durante la presidenza di Tommaso Pellegrino.
“Nei primi anni dopo l’istituzione dell’ente Parco, vantaggi maggiori per la nostra realtà sono stati d’immagine!” confidava Gregorio a Michelangelo Cimino che lo intervistava per Casaparco nell’anno 2000.
“Non essendo stati approvati il Piano del Parco, il Piano socio-economico del Parco e il regolamento, non potevamo fare altro.
Non si tratta dei soliti ritardi dovuti alla burocrazia, ma di scelte ben meditate … se guardiamo ai Piani predisposti dagli altri Parchi, essi si basano su dati ISTAT, e cioè su dati utilizzabili sai dai dirigenti del Parco delle Madonie, in Sicilia, sia da quelli dello Stelvio, in Trentino.
Mentre noi, con l’aiuto degli esperti, stiamo tentando di capire quali sono le esigenze del territorio. In base ad esse saranno predisposte le linee programmatiche.
Vogliamo basare la programmazione avendo ben chiare quali sono le problematiche locali per poter predisporre “piani” mirati con scelte strategiche in grado di rispondere agli effettivi bisogni del territorio per poi procedere con l’erogazione di servizi ai cittadini. L’istituzione del Parco, in fondo, è un investimento sul futuro!
Intanto, sono stati messi a punto una serie di piccoli interventi e iniziative per dare il senso di una presenza concreta sul territorio: un accordo con la BCC del territorio per l’erogazione di mutui a tassi agevolati per la ristrutturazione delle facciate degli edifici situati nei centri storici; con la Provincia di Salerno collaboreremo per incrementare i flussi turistici sulle via del mare; l’organizzazione di corsi per la formazione delle guide del parco …
Grazie a questi interventi abbiamo creato circa 1000 posti di lavoro compresi i 450 LSU (Lavoratori socialmente utili) che operano nei tanti comuni che sono compresi nel perimetro del PNCDA.
Per il futuro, che è già “oggi”, con l’attivazione dell’”ospitalità diffusa”, ci aspettiamo un aumento dei flussi turistici che porterà un aumento del reddito ad una discreta fetta di popolazione.