Il Premio I MURAZZI 2024 è andato al presidente di "Ambiente e Cultura Mediterranea"

Premio assegnato a Italo Abate per “Marmora. Storia e simbolismo nel mondo romano"

I marmi antichi hanno interessato il mondo culturale di questa primavera con l’assegnazione a Torino del Premio di Saggistica Inedita “I Murazzi 2024”, a Italo Abate per il testo “Marmora. Storia e simbolismo nel mondo romano”.

Cultura
Cilento giovedì 28 marzo 2024
di Redaziione
Italo Abate durante la cerimonia di cosnegna del premio
Italo Abate durante la cerimonia di cosnegna del premio © Settimanale Unico

Il prestigioso riconoscimento con Dignità di Stampa è stato assegnato a Italo Abate per il testo di Saggistica Inedita

Marmora. Storia e simbolismo nel mondo romano” "Tutto cambia, nulla muore” (Omnia mutantur nihil interit)

I marmi antichi, simbolo di lusso e potere, hanno interessato il mondo culturale di questa primavera con l’assegnazione a Torino del Premio di Saggistica IneditaI Murazzi 2024”, a Italo Abate per il testo “Marmora. Storia e simbolismo nel mondo romano”.

Il libro è una indagine sulle pietre italiche utilizzate in età regio-repubblicana nelle regioni dell’Italia augustea del 7 d.C. e dei litotipi estratti dal II secolo a.C. nelle province orientali dell’impero. I marmi sono stati studiati non solo in ragione della funzione artistica o architettonica ma anche per il ruolo di simbolismo, potere e comunicazione dell’ideologia imperiale.

Collegata agli aspetti di carattere tecnico-petrografici dei marmi è presente per ogni regione estrattiva una narrazione storica che favorisce la lettura del territorio e della società del tempo, cui non manca la narrazione di fatti, disquisizioni ed episodi che si prestano ad essere trattati in sede filosofica o utili per capire condotte e tradizioni locali, di esercizio del potere o di etica.

Il filone narrativo approfondisce contestualmente le tematiche del lusso, potere, sacralità, violenza e bellezza strettamente legate all’utilizzo dei marmi che erano i protagonisti di quella parte della storia.

Nel testo sono ampiamente trattate le pietre italiche della Regio augustea I (Latium ed Campania) utilizzate nella media e tarda età repubblicana (tufo giallo napoletano, tufo giallo e tufo grigio, pietra lavica, pietra di Bellona) ed in modo più dettagliato il travertino di Paestum adoperato per realizzare i templi dell’area archeologica di Paestum e le mura della città  con inizio nella seconda metà del  VII secolo a.C., nonché la pietra arenaria e calcare locale con cui sono stati edificati la cinta muraria, il teatro e l’agorà di Elea della seconda metà del Vi secolo a.C.

“Nella mia qualità di Presidente di Ambiente e Cultura Mediterranea, ci dichiara Italo Abate,

è importante saper leggere la storia scritta con le pietre; ogni civiltà ha avuto la sua pietra ed ogni pietra il suo mito, la sua leggenda, la sua storia ed il suo significato arcano. Età classica, ellenismo, medioevo, rinascimento, neoclassicismo non hanno potuto fare a meno dei marmi per sigillare la storia di pietra, per comunicare la bellezza di Venere, l’armonia dell’architettura, lo splendore dell’arte. Le sculture ed i resti dei marmi della Roma antica ancora oggi comunicano il messaggio di Ovidio”:

 Omnia mutantur nihil interit  (Tutto cambia, nulla muore)

 

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