Dal Vallo di Diano

Dalla pièce teatrale “Vite in Cenere” di Rosaria Zizzo

Riflessioni sulle due donne sfruttate a lavoro, morte nell’incendio a Montesano

Società
Cilento mercoledì 18 luglio 2018
di Antonella Citro
Immagine non disponibile
​“Vite in Cenere” di Rosaria Zizzo © n. c.

“Vite in Cenere” è la pièce teatrale di Rosaria Zizzo presentata al teatro comunale Mario Scarpetta di Sala Consilina nella quale sono state ricordate Giovanna Curcio e Annamaria Mercadante, le due donne morte nel 2006 nel rogo che divampò nel materassificio Bimaltex a Montesano sulla Marcellana. In apertura i saluti del sindaco Francesco Cavallone e del sindaco di Montesano Giuseppe Rinaldi: «È stato un evento grave che ha coinvolto il Vallo di Diano e tutta la nazione - afferma – non si riesce ancora a creare quella memoria che deve urlare, parlare, vivificare perchè ci sia una regolarità e una legalità sui cantieri e su ogni forma di attività produttiva per preservare la dignità della persona umana». «È una iniziativa che nasce dalla Consulta delle amministratrici del Vallo di Diano e Tanagro perché volevamo trattare varie tematiche legate alle donne, tra queste lo sfruttamento del lavoro femminile e minorile – dice l’assessore Gelsomina Lombardi – Giovanna e Annamaria hanno sacrificato la loro vita per una dignità lavorativa assente sul lavoro». È intervenuta anche Tania Esposito presidente della Consulta delle amministratrici: «Nasciamo per sensibilizzare il territorio sulle problematiche attinenti la donna – ha detto - si parla di parità di genere ma ancora oggi la donna è sottopagata rispetto all’uomo a parità di condizione e di lavoro. Le donne sono meno tutelate e anche questa è una forma di violenza». Riflessioni su diversi temi per non dimenticare Annamaria Mercadante e Giovanna Curcio. «Quando possiamo confrontarci sui diritti delle donne siamo sempre in prima linea – interviene Katia Pafundi responsabile del Centro Antiviolenza Aretusa – da due anni cerchiamo di offrire accoglienza e sostegno alle donne. Nel percorso di fuoriuscita della violenza, non è semplice raggiungere l’autonomia lavorativa e abitativa per quelle donne spesso sottopagate e sfruttate a livello di orario».

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